Siamo nel centro storico di Tuscania, bellissimo borgo della Tuscia viterbese in una stradina di fronte al parco Torre di Lavello. Il ristorante ha una piccola sala molto curata e dei tavoli in ceramica all’esterno sotto un meraviglioso pergolato di glicini con affaccio sul verde del parco. In lontananza uno dei panorami medioevali più suggestivi d’Italia.
La locandiera, Susanne Lukowski è tedesca, in Italia da più di venti anni. Dopo aver lavorato in diversi ristoranti ha deciso di avviare un’attività tutta sua e da dieci anni vive qui a Tuscania. Gestisce da sola la sala (circa 20 coperti), le cinque camere della locanda e, soprattutto, si occupa della cucina con una caparbietà e una determinazione che conferiscono al suo sguardo e alle movenze una certa severità.
Nessuna accoglienza calorosa e caciarona, insomma. Anche se a fine pasto basterà una chiacchiera sul suo percorso formativo per farsi un’idea meno pregiudiziale della sua germanità. La sala e le camere sono arredate in maniera semplice, con molto gusto e mano femminile. Fiori freschi, decori in ceramica di un vicino laboratorio artigiano, cura dei colori e dei particolari.
Iniziamo con una tartè di ortica con salumi di Maremma e cinta senese e con un misto di antipasti, tra i quali un buon tortino di baccalà. Il burro e il grasso di formaggi e salumi utilizzati hanno però la meglio sulle verdure e sul pur ottimo olio extravergine della Tuscia che ci sarebbe piaciuto più valorizzato.
Buono il primo piatto, proposta consueta del menu di Mirandolina: papillon di pasta fresca allo zafferano – preparati da Susanne come tutta la pasta fresca in carta – conditi con ragù d’agnello in bianco profumato al timo. Anche l’altra specialità, le «foglie d’oliva» (pasta fresca acqua e farina) con pesto di pistacchi di Bronte e pomodorini è gustosa e gradevole, soprattutto in primavera.
Tra i secondi piatti, tutti di carne, abbiamo scelto i bocconcini di coniglio disossati con pomodori secchi e freschi. Carne tenera e non stopposa, il doppio pomodoro ci sta proprio bene.
Per chiudere, sformatino tiepido di cioccolata bianca con salsa al rosmarino e parfait allo zenzero con arance calde e cioccolato. Le verdure sono quasi tutte dell’orto vicino, la pasta e il pane fatti in proprio. Una cucina senza particolari slanci ma dalla mano sicura, forse qualche richiamo in più al territorio non guasterebbe (chissà se è per questo che non compare più nella Guida Osterie di Slow Food). Nessuna smanceria nel servizio ma anche nessuna ansia. Quindi un pranzetto di grande relax in un posto incantevole, sui 30 euro.
Virginia Di Falco
Locanda di Mirandolina
Ristorante con camere
Via del Pozzo Bianco, 40/42
Tel 0761.436 595
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il lunedi
www.mirandolina.it
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