di Lello Tornatore
La seconda serata del Tufo Greco Festival prende il via con la degustazione dei produttori dell’annata 2009, organizzata in collaborazione con Slow Wine. Ci si ritrova alle 20,30 presso la meravigliosa struttura della Cantina Di Marzo, la più antica della Campania e che costituisce un’appendice dello storico castello di Tufo : erano proprio queste le cantine dei signori del castello. Ci accoglie il titolare della cantina, dott. Ferrante Di Somma di Circello, discendente diretto dei Di Marzo. Ferrante è una persona molto amabile, la passione del vino nel cuore, frequentazioni borgognone a più non posso, parla correntemente tre lingue di cui il francese molto fluentemente, e per fortuna, perchè alla degustazione era presente anche Règis Cimmati, export manager dell’azienda di import-export di vino ” Pion” di Mersault (Fr), nonchè amico di Ferrante. Oltre a Règis che gentilmente ha fatto da apripista nella descrizione dei vini, il parterre di degustatori era molto variegato, a cominciare dai produttori , qualche enologo, qualche bloggher, un nutrito gruppo di sommelier AIS e degustatori di grappe ANAG. Le tre aziende sotto la lente dei riflettori, in riferimento al Greco di Tufo dell’annata 2009, sono state : Cantine dell’Angelo, Cantine Di Marzo e Monte Gloria. Erano state invitate anche altre cantine ma, nonostante avevano assicurato la loro presenza, hanno ritenuto di non partecipare. Dopo il gentilissimo benvenuto del dott. Di Somma, ed una breve delucidazione della filosofia di Slow Wine da parte del sottoscritto, si sono aperte le “danze”.
Greco di Tufo 2009 Cantine dell’Angelo
Bel colore vivo, giallo paglierino carico, bel naso minerale con lievi nuances che ricordano uvaggi nordici con un pò di esotico molto maturo. In bocca la percezione di una freschezza appena in ombra rispetto alla mineralità che sovrasta.
Osservazioni del produttore Angelo Muto :
Questa particolare condizione è dovuta all’annata, che nei giorni a cavallo della vendemmia è stata particolarmente piovosa a tal punto da costringere a lasciare parte dell’uva sulle piante.
Osservazione di Franco Notarianni, sommelier Ais :
Confessando di non aver più degustato questo vino da circa anno ne rileva una leggera evoluzione verso i sentori tipici dei riesling dovuto, forse, allo scambio attraverso il sughero.
Greco di Tufo 2009 Monte Gloria
Anche questo vino denota un colore vivido, ma meno carico, al naso più fine del primo con note floreali più marcate, subito dopo i sentori minerali che fanno da filo conduttore per tutti e tre i vini.
Al gusto la mineralità si sente di più rispetto al primo, ma la lunghezza è inferiore. Ribatte l’enologo Luigi Sarno ( che segue anche Cantine dell’Angelo) :
Le differenze olfattive e gustative tra i due vini, sono da ricondurre interamente alla diversità del suolo delle due vigne. Infatti, mentre la prima cantina può contare su di un sito che sta proprio a ridosso delle antiche miniere di zolfo, la seconda ha la sua piccola vigna, dalla quale ricava appena duemila bottiglie circa, alla località S. Lucia. Questo denota che seguendo la filosofia di tecniche enologiche quanto meno invasive possibile, con la stessa mano, da due suoli diversi si ricavano due differenti vini.
Greco di Tufo 2009 Cantine Di Marzo
Alla vista colore molto vivace tendente al dorato, al pimo naso il più chiuso dei tre, ma mano mano si va aprendo moto bene, denotando complessità floreale tali da farsi considerare il più floreale dei tre. In bocca lo stesso equilibrio di Cantine dell’Angelo, ma non raggiunge lo stesso mordente. Sicuramente più pronto e quindi meno longevo. Volendo fare una classificazione della “piacioneria” è il più ruffiano dei tre.
Osservazioni di Annito Abate, sommelier Ais e direttivo Slow Food :
Questa mancata prontezza dei primi due vini sono da ricondurre al fatto che probabilmente non fanno malolattica. Pronta conferma dell’enologo delle due cantine.
Alla fine, le osservazioni di Règis Cimmati, che naturalmente non potevano che essere condizionate dal suo punto di vista di “uomo del mercato”:
Per l’originalità il primo è il migliore, un vino non facile, al limite della ridotta, sicuramente non facile da vendere.
Per i sentori di bocca, il secondo, che coniuga bene la territorialità alla piacevolezza del fruttato.
Per la prontezza e l’equilibrio, il terzo. E’ un vino che grazie alla malolattica svolta, riesce a dare il meglio di sè. Anche solo dopo qualche anno. Rappresenta ciò che il mercato, soprattutto quello asiatico, richiede in questo momento.
Chiusura dell’ interessante degustazione con un “vino folle”, almeno così l’ha definito il produttore Ferrante Di Somma delle Cantine Di Marzo. Si tratta di bollicine metodo classico extra brut realizzato con le uve che provengono dal vigneto “Laure” situato a Tufo, tra le contrade S. Paolo e S. Lucia. Folle perchè, ci spiega Ferrante, nonostante l’assenza di zuccheri residui, denota una rotondità di gusto “folle”, probabilmente anche per la morbidezza conferitagli dall’alto tenore alcolometrico di ben 13°, fuori dal comune.
Finita la degustazione, dopo aver ringraziato Di Somma e gli altri partecipanti, ci inoltriamo nei “baccanali” della festa, attratti dalla musica e dai balli folk della piazza, approfittando per degustare i piatti
Bilancio? Positivo comunque!!! Notevoli le presenze, provenienti dal territorio provinciale, ma anche qualcosa da quello regionale…Se solo si riuscissero a superare insensate divisioni tra produttori, i quali sarebbe meglio si impegnassero di più su produzioni tendenti a valorizzare le uve di propria produzione… se solo si riuscissero ad avere amministrazioni comunali più sensibili all’aspetto della promozione delle aziende e del territorio, tralasciando un pò quello relativo “alla sagra paesana”, allora credo che grossi passi avanti sarebbero naturali. Ma una volta tutto questo non si definiva “fare sistema”?
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