Trieste – città inserita nel lembo più a est del territorio nazionale – offre al turista la sensazione di una realtà veloce, vibrante. In verità queste sono prerogative rincontrabili anche in altre città di mare. Con la complicità di una bella giornata, partendo dalla banchina e attraversando la superba Piazza Unità d’Italia, in pochi minuti si arriva all’ingresso del Buffet Pepi, in Via Cassa di Risparmio al civico n. 3. Si tratta di un milieu triestino di fine ‘800 che ha visto il passaggio di consegne dall’Austria all’Italia, e molte altre vicende di quel febbricitante periodo storico.
Pur essendo trascorsi oltre cent’anni, all’interno del locale si “fiutano” atmosfere dimenticate. Una location che rievoca i fasti dell’Austria imperiale, quindi di un’epoca rigogliosa per la città alabardata. Molti giornali (anche stranieri) si sono occupati di Pepi e dei suoi piatti votati al bollito e alle carni di maiale. Persino il New York Times lo ha citato quale ambiente indicativo di assonanze culinarie Mitteleuropee.
Una volta accomodati (un po’ di pazienza, talvolta succede di attendere qualche minuto) potrete assaggiare delle autentiche leccornie. Ad esempio le tipiche salsicce viennesi servite con senape e kren grattugiato, senza disertare gli immancabili crauti che troneggiano su molti piatti di tradizione germanica. E come retrocedere dinnanzi alla rinomata porzina proposta sul tipico piatto a guisa di maialino?
Ogni lembo di carne proviene dalla caldaia dove “galleggiano” la porcina (la spalla), il würstel classico, la pancetta, la cotenna, il cotechino, lo zampone (non sempre), le salsicce di Vienna e quelle di Cragno (località slovena d’origine dell’insaccato). E poi… il burroso piedino di maiale così tenero che si spezza con i rebbi della forchetta. Ma non è finita, perché la testina e la lingua di vitello sono davvero molto ghiotte. Sullo stesso piatto, in evidenza, i crauti brasati e la senape sulla quale si potrà insaporire la carne. Il tutto annaffiato con una birra bionda per esaltare al massimo questa pietanza di fede asburgica. Oppure è possibile abbinare al piatto un Collio Goriziano Pinot Bianco o un Terrano Doc Carso.
Da Pepi si mangia su piccoli tavoli, abbastanza velocemente, e talvolta si aspetta qualche minuto prima di sedersi. Ad ogni modo per le bontà proposte e la boccata di ricordi ne vale la pena. I prezzi sono tutto sommato contenuti; ho gustato la porzina completa e la rosetta di pane imbottita assieme a una birra media spendendo poco più di quindici euro.
Nostalgici della cucina saporita, dei piatti senza tempo, segnatevi nella vostra moleskine il nome di questo locale e visitatelo non appena avrete l’occasione di essere a Trieste.
Foto di Stefano Buso
Via della Cassa di Risparmio 3
34121 Trieste
Telefono 040 – 366 858
Chiusura domenicale
www.buffetdapepi.com
Dai un'occhiata anche a:
- I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 010 quello dato oggi al nuovo locale di Marco Stagi
- Sottovoce sul Lago di Como, il lusso discreto dello chef Stefano Mattara
- Lonigo (Vicenza). Ristorante La Peca dei fratelli Portinari
- Osteria del Treno a Milano, il primo locale da provare in città
- Antica Trattoria Moreieta 1890 ad Arcugnano: cucina veneta sui colli Berici
- Osteria Trevisi: autenticità veneta nel cuore di Treviso
- Magorabin e l’anima snobpop di Torino
- La Bottega del Sale a Comacchio di Genny Pirazzoli