MILLE UNA
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: sopra i 40 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 27/30 – PALATO 27/30 – NON OMOLOGAZIONE 31/35
Probabilmente nessun’altra regione italiana può vantare un’omogeneità vitivinicola territoriale come la Puglia. Tutte e sei le province, infatti, concorrono in parti uguali alla straordinaria e ricca produzione del patrimonio enoico, forse appena con una leggera prevalenza per le province situate più a sud nella penisola salentina: Taranto, Brindisi e Lecce. Per fare un esempio, la Lombardia, che pure è considerata una delle regioni più vocate, esprime la sua eccellenza enologica in solo tre province: Sondrio (Valtellina), Brescia (Franciacorta) e Pavia (Oltrepò Pavese).Tutta la Puglia ormai da alcuni anni è scossa da una forte rivoluzione e vivacità, i cui traguardi sono di tale portata da essere ancora sottostimati.
Per quanto riguarda i vitigni autoctoni principali a bacca rossa, che sono le varietà su cui è fondata in massima parte la rinascita del vino pugliese e che rappresentano il trend vincente sul mercato, abbiamo tre aree distinte: Nero di Troia al nord, Primitivo al centro-sud e Negroamaro all’estremità meridionale. In questo contesto emerge in modo evidente il binomio Taranto-Primitivo. La provincia tarantina fu definita da Orazio: “Un angolo di mondo, al quale Giove regala lunghe primavere e tiepidi inverni e il colle Aulone è caro a Bacco”. Ed è proprio in questo territorio che è compresa la maggior parte della zona di produzione di una delle denominazioni più rappresentative e dinamiche della viticoltura pugliese: il Primitivo di Manduria (solo una piccola fetta coinvolge la provincia di Brindisi).
L’azienda vinicola Mille Una di Lizzano (TA) è stata fondata nel 2001 ed appartiene al vulcanico patròn Dario Cavallo, che è coadiuvato dal giovane figlio ed enologo Marco. E’ situata proprio nel cuore del triangolo più vocato alla coltivazione del Primitivo, tra i comuni di Sava, Lizzano e Maruggio. Il nome di questa maison – mi dice il sig. Cavallo, e poi confermato dallo stesso interessato – è stato suggerito da Bruno De Conciliis, amico del proprietario. In una calda sera d’estate sul mare ionico, Bruno rimase incantato dallo spettacolare scenario che si porgeva ai suoi occhi e volgendo lo sguardo al cielo scorse una miriade di stelle tremolanti e gli scappò di dire: “Mi sembra di vivere in una favola come Mille e una notte” e da qui subito Dario s’impossessò del nome ed impresse sulle etichette il marchio stilizzato di una stella. I vitigni, vecchi di 35-70 anni tutti allevati col classico sistema ad alberello non irriguo su una particolare terra rossa ricca di minerali, sono distanti soltanto dieci Km dal mare. Questo conferisce ai vini uno speciale colore scuro ed una pronunciata sapidità. La gamma dei vini è molto diversificata ma, soprattutto, viene favorita la produzione di etichette a base di Primitivo.
Tra i tanti vini assaggiati, ho scelto per la mia consueta degustazione il Trentarante 2008 Primitivo di Manduria doc. La vendemmia, come di prammatica, avviene in tempo precoce, verso la seconda metà di agosto, tanto è vero che il Primitivo (Primativus in latino) in loco viene anche chiamato “Primaticcio”. La fermentazione, a temperatura controllata, dura ventisette giorni. La maturazione e l’affinamento avvengono in tre fasi successive: in botti di rovere francese per quindici mesi, otto mesi in vasca d’acciaio e ulteriori otto mesi in bottiglia. Ne viene fuori un vino tutto speciale e connotato da un elevato grado alcolico, addirittura 18,5° C! Il colore è impenetrabile, rubino scuro, quasi tetro ma illuminato da decisi riflessi violacei. Al naso salgono accattivanti, intensi e avvolgenti profumi di frutta di bosco, confettura di ciliegie e di prugna e sfumature di tabacco, cuoio, caffè e vaniglia, intrecciati a sentori di cacao, violetta e liquirizia. In bocca il vino offre un’intensa sensazione di calore e di alcol, subito bilanciata da una gradevole freschezza, perché è sostenuto da una buona acidità. E’ giustamente tannico, ma non allappante. Ritornano le note fruttate e speziate già percepite al naso ed il finale è lungo, persistente e con lieve sfumatura amarognola. In conclusione è un vino potente, robusto e corposo, di non facile approccio, ma è inebriante ed intrigante, da abbinare assolutamente a piatti decisi ed adeguati, come le tagliatelle con ragù di cinghiale, tordi con le olive, carni rosse alla brace, le tipiche brasciole pugliesi e formaggi stagionati. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Lizzano (TA) – Largo Chiesa, 11 – Tel. 099/6414541 – Cell. 393 9615067 Fax 099/6414540 – info@milleuna.it – www.milleuna.it – Enologo: Marco Cavallo – Ettari vitati: 35 – Bottiglie prodotte: 50.000 – Vitigni: Primitivo, Negroamaro, Fiano, Chardonnay e Malvasia.
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