Irpinia Aglianico DOC Trespadini 2016 – Rosa Boccella
€ 20,00
Azienda Agricola Rosa Boccella
C.da Terrone 83040 Montemarano (AV) aziendaagricolaboccellarosa.it
di Antonella Amodio
Seguiamo dai primi passi la cantina Rosa Boccella a Montemarano. Da quando i fratelli Soccorso e Luigi Molettieri hanno deciso di fare qualcosa di più che vendere l’uva della vigna a sud est, che conta viti di solo aglianico.
A conduzione biologica certificata, quella vigna fu impiantata negli anni 70 dai genitori. Un vigneto a ridosso della casa/cantina, posizionata a 600 metri dal livello del mare, ai margini di un boschetto, folto e ricco di vegetazione, dove si scorgono anche alberi di castagno secolari.
I terreni, composti da marne di argilla e tanto calcare, regalano poi al vino ricchezza e profondità olfattiva, quindi qualità.
In vigna sono applicati trattamenti di rame e zolfo, e in cantina arriva uva sana che – dopo la fermentazione – vede pochissimi interventi, se non i molteplici travasi consigliati dall’enologo Carmine Valentino, che escludono in ogni caso la chiarificazione e la filtrazione.
Taurasi, aglianico e rosato (buonissimo), per un totale di 15.000 bottiglie, dalle quali emergono la pulizia e l’artigianalitá sartoriale dei vini, che non perdono un colpo all’assaggio, mostrando una capacità espressiva incredibile.
Nell’immediato – mentre il Taurasi matura e si completa con il tempo necessario, tanto tempo – suggerisco di assaggiare Trespadini, l’aglianico DOC affinato in acciaio. Semmai foste così fortunati da trovarne una bottiglia, vista la richiesta continua, vi assicuro che sarà terminata prima che vi rendiate conto di quanto è buono.
Il segreto è nel sorso snello, fresco, dove l’acidità non fa a botte con il tannino, che in Trespadini non scalpita e non graffia, perché maturo al punto giusto, frutto della vendemmia ben gestita, effettuata nei tempi più idonei.
Un equilibrio raro: l’elegante colore rubino, trasparente e brillante, conquista la vista, mentre i profumi fragranti di frutta rossa, pepe nero, canfora e la tipica nota di viola (che marca il vitigno aglianico) è nitida, accompagnando fino alla fine il sorso persistente e pimpante.
Il corpo affusolato e scolpito è arricchito dai richiami di humus e foglie secche.
Non amo fare comparazioni, ma in questo caso faccio un’eccezione, paragonando questo vino ai rossi dell’Hermitage: acidità spiccata e finezza molto evidente.
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