di Maurizio Valeriani
Una serata memorabile, quella che si è svolta il 5 Giugno presso il ristorante Metamorfosi di Roma, con l’obiettivo di raccontare l’unicità di una terra fantastica, attraverso i suoi prodotti ed i suoi protagonisti. E’ così che Francesca e Gaetano Verrigni, titolari del celebre pastificio rosetano, Francesco Paolo Valentini, che si definisce “artigiano del vino”, Stefano Papetti Ceroni (De Fermo), che realizza vini biodinamici e Fausto Albanesi (Torre dei Beati), autore di vini biologici, si sono alternati nella presentazione delle loro aziende offrendo l’occasione di scoprire lo straordinario territorio di Loreto Aprutino.
Francesco Paolo ci ha tenuto a precisare che la sua venuta a Roma per un evento come questo, cosa per lui insolita e rara, è da attribuirsi ad un debito di riconoscenza verso il suo paese e che quindi non sarebbe potuto mancare ad una serata di promozione dedicata a Loreto Aprutino, con nostra grande felicità.
Roy Caceres, poi ha fatto tutto il resto, valorizzando attraverso la sua mano leggera ed efficace le materie prime del territorio: il fagiolo tondino (by Verrigni) ha trovato posto in uno sfizioso appetizer, l’olio extra vergine di oliva di Valentini e quello di De Fermo, sono stati utlizzati per un’appetitosa emulsione da accompagnare ad una pagnotta di farro, il ri-quadro di Verrigni si è impreziosito con un ragù di fegatini e cipolla Rossa, il pecorino di Del Proposto si è perfettamente accompagnato con un pane alle noci di ottima fattura.
Ma veniamo alla sequenza dei vini che hanno accompagnato la serata e la pre-degustazione riservata agli addetti ai lavori:
- Pecorino 2011 Giocheremo con i fiori – Torre dei Beati: ad ogni riassaggio ci convince di più; profondo, sapido, complesso, floreale e con toni fruttati e speziati. Suadenza e struttura per un vino veramente riuscito, realizzato da un abile marchigiano venuto a vivere da queste parti . 87/100
- Chardonnay Launnegild 2012 –De Fermo: lo chardonnay non è stata una scelta, perché l’uva era già presente al momento dell’acquisto del terreno; 2 ore di macerazione in tino e poi tonneaux di secondo passaggio e permanenza sulle fecce fini per 6 mesi, batonage ed imbottigliamento senza filtrazione; ottima la materia di questo vino, fresco ed agrumato, anche se ancora segnato dal legno. Bell’avvio per questo produttore bolognese trapiantato in Abruzzo 82/100
- Trebbiano d’Abruzzo 2007 – Valentini: questa è l’ultima annata in commercio, ed è uscita dopo la 2008 e la 2009 (cosa non rara in casa Valentini) , proprio perché Francesco Paolo ci descrive la 2007 come un’annata molto difficile, caratterizzata da un andamento molto siccitoso, che ha portato la pianta a difendersi ponendosi per così dire in una fase straordinaria di letargo in autunno prima della vendemmia (fase che invece è tipica di novembre-dicembre dopo la vendemmia), in modo da far sopravvivere se stessa ed il frutto. Il vino, stando all’affermazione di Alessandro Bocchetti “valentineggia molto”, ma secondo lo stesso Francesco Paolo “trebbianeggia poco”, perché la non riuscita maturazione fenolica non ha messo in rilievo le caratteristiche tipiche del Trebbiano d’Abruzzo. Dal punto di vista organolettico, nonostante i dubbi espressi dal suo artefice “artigiano”, il vino ci convince enormemente con sentori che vanno dal miele di acacia ai fiori bianchi, dal pepe bianco allo zafferano, dalla frutta secca ai frutti della passione. Alla gustativa risulta enormemente ricco, complesso e lunghissimo. Indimenticabile. 94/100
- Trebbiano d’Abruzzo 2005 – Valentini: ultima annata realizzata insieme al padre Edoardo. Molto elegante e fresco, con toni agrumati e di erbe officinali. Non lunghissimo, ma di buona tessitura. 85/100
- Cerasuolo Rosa-e 2012 – Torre dei Beati : sapido e minerale, con note di fiori rossi e rosa, ma anche di arancia e pompelmo. Chiude con ricordi di macchia mediterranea. 82/100
- Cerasuolo Le Cince 2012 – De Fermo: sentori minerali e fumè si uniscono a toni floreali e fruttati. Elegante e ampio lascia ricordi di frutta secca ed arancia sanguinella.85/100
- Cerasuolo 2011 – Valentini: fragola, fiori rossi, mineralità, sono i marcatori olfattivi di questo vino, complesso e succoso, che chiude con sensazioni di melograno e chinotto. 88/100
- Montepulciano Cocciapazza 2010 – Torre dei Beati: cocciapazza non significa testa matta, come erroneamente pensavamo, ma è solo un toponimo, peraltro registrato dallo stesso Fausto Albanesi; grande mineralità per questo montepulciano, che conquista gradualmente la bocca, lasciandola fresca e appagata con ricordi ematici, di frutti di bosco e di grafite. 88/100
- Montepulciano Prologo 2010 – De Fermo: sentori di chinotto ed arancia sanguinella si accompagnano a note di frutti di bosco e macchia mediterranea. La materia è buona ed in prospettiva migliorerà, nonostante una leggera tendenza amaricante. 80/100
- Montepulciano Mazzamurello 2010 – Torre dei Beati: il nome è da associare al folletto di montagna della tradizione fiabesca marchigiana ed abruzzese; vino pieno, strutturato e di gran carattere, suadente ed avvolgente, che è tutto giocato su sensazioni di frutti rossi e di spezia. 87/100
- Montepulciano 2001 – Valentini: agile, elegante, con tannino di ottima tessitura, lascia ricordi di arancia, china e frutti della passione; complesso, profondo, si capisce che è il risultato di un’annata eccezionale. 92/100
Foto di Stefano Ronconi
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