di Giulia Cannada Bartoli*
La bellezza di Napoli è indiscussa ma in maggio non c’è storia è la città più bella del mondo: il clima ancora non troppo caldo, la brezza marina, il cielo e il mare di un blu da togliere il fiato. I monumenti si stagliano in un’ideale volta vicina al Paradiso.
Se avete tre giorni da godervi nel goethiano “paradiso abitato da diavoli” ecco un vademecum imperdibile per soddisfare ogni vostro desiderio di cibo e bellezza circondati dal sorriso e dalla proverbiale e conviviale accoglienza dei napoletani (quelli veri…qui ne troverete tanti).
Per soggiornare in città nei quartieri del centro storico o più vicino al lungomare più bello del mondo le opportunità sono tante e per tutte le tasche e le età.
Ho pensato a una tre giorni concentrata così da non perdervi davvero nulla. Bene. Sia che arriviate in aereo, treno o auto, conviene senz’altro fare base nel cuore della città a un tiro di schioppo da tutto il bello e il buono di Partenope. Si parte dal cuore, in Pignasecca dove un tempo sorgeva la pineta del “bianco mangiare” poi seccata in seguito, secondo la leggenda, “alla bolla papale di scomunica” alle gazze che avevano rubato un anello cardinalizio ad un prelato colto in flagrante con la perpetua… tutta la storia potrete conoscerla scegliendo una passeggiata narrata con una guida delle tante associazioni attive nel centro storico. D’obbligo la passeggiata nel caotico e colorato mercato giornaliero con la sosta per sfogliatelle e babà con tanto di caffè al vetro da Scaturchio a due passi da Cumana e Metropolitana di Montesanto. Ci incamminiamo verso il Decumano Maggiore in Via dei Tribunali dove potremo ammirare: Piazza San Gaetano, la Basilica di san Lorenzo con gli stemmi dei sedili di Napoli e volendo fare il tour di Napoli Sotterranea.
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Beh si è fatta ora di pranzo e allora sosta nella prima Trattoria, Da Carmine ai Tribunali. Questo locale vanta quasi un secolo di storia, è gestito dalla terza generazione della famiglia Romano ed era originariamente una mescita, ovvero un locale dove acquistare o bere vino sfuso e altri generi alimentari a peso (pasta, legumi, zucchero, caffè, olio con il tipico “misurino”, uova, conserva di pomodoro, olive, burro etc ). Nel 1967 il locale si trasformò in cantina – Vini e Oli con l’offerta di pochi classici piatti caldi. Nel 1995 la gestione passa ai figli di Carmine con l’aiuto di mamma Antonietta. Qui potremo degustare i classici antipasti a base di verdure: “parmigiana di melanzane”, “le zucchine alla scapece” , i mitici “friarielli” (tipo di broccoli di foglia coltivati solo in provincia di Napoli) dall’indimenticabile gusto amarognolo e piccante. Tra i primi piatti ci sarà l’imbarazzo della scelta tra “ragù” (il famoso “rraù” di Eduardo De Filippo), la “genovese”, la pasta con la ricotta, gli gnocchi, “pasta e patate con provola etc.
La carne nelle trattorie va per la maggiore, anche se non mancano i classici napoletani di pesce (la frittura di paranza, gli spaghetti con i frutti di mare etc), potremo scegliere tra le carni di maiale del ragù o la carne della Genovese, salsicce al forno o alla brace, polpette fritte o al sugo etc.
Frutta fresca di stagione, vino genuino della casa di provenienza vesuviana (bianco o rosso, in genere aglianico, piedirosso, falanghina e coda di volpe, i vitigni autoctoni tra i più noti della provincia di Napoli). Dulcis in fundo babà, caprese o pastiera, limoncello e caffè. Ve la cavate con menù completo di terra sui 25 euro.
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Il giro prosegue nel pomeriggio non vi perdete una visita alla Cappella di San Severo, voluta dal misterioso Raimondo di Sangro Principe di San Severo (1710- 1771), dove potrete ammirare esperimenti scientifici all’ avanguardia per quei tempi e la scultura del famoso “Cristo velato”. Dopo un salutare riposino l’appuntamento per l’aperitivo è con i famosi fritti di Napoli in Via Toledo 206 da La passione di Sofì ne avete per tutti i gusti. Un po’ di sano shopping per via Toledo e via Chiaia e poi tutti a conoscere la fidanzata di Pulcinella… Chi ? Si si proprio lei : “‘Ntretella” dalle lunghe trecce come ce la canta Peppe Barra sui testi del 1749 di Domenico Cimarosa. L’Oste Rino Artigiano vi aspetta per cena con menù a sorpresa perché la spesa del giorno dipende dalle cose migliori acquistate al mercato; in ogni caso saremo sempre nella piena tradizione partenopea : “ ziti lardiati”, “pasta e fagioli con le cozze”, pasta e ceci, tante verdure provenienti dalla sua terra nel beneventano, polpette, polpettone, e tanto pesce “povero”, ovvero il pescato del golfo che non si trova neanche in pescheria, da preparare fritto o “all’acqua pazza”. Da non perdere la fantastica mozzarella di bufala dop, ottimo vino del beneventano. Anche qui siamo sui 25 – 35 euro se si va sul pesce. Per dolce e caffè, pochi metri e sarete davanti allo storico Caffè Gambrinus, frequentato da Gabriele D’Annunzio, nella splendida cornice di piazza Trieste e Trento con la fontana illuminata che i napoletani chiamano affettuosamente “la carcioffola”. A pochi passi la meravigliosa Piazza del Plebiscito con Palazzo Reale e la Basilica di San Francesco di Paola.
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La mattina dopo per il caffè incamminatevi verso piazza Dante, preparatevi a un sano bagno di folla napoletano e godetevi uno tra i migliori espressi della città al bar Mexico praticamente un’istituzione.
Da piazza Dante a piedi per via Toledo potrete “perdervi” tra “vic’ e vicariell”, le tante diramazioni dei Quartieri Spagnoli storiche abitazioni al tempo della dominazione omonima e oggi colorato dedalo di varia umanità. Si è fatta ora di pranzo l’aria di mare stimola l’appetito e allora dirigetevi nuovamente verso Piazza del Plebiscito e da lì arrampicatevi su per la stretta Via Nicotera in zona Monte di Dio, dove al civico 13 c’è l’Osteria La Mattonella con Maria e i suoi ragazzi Massimo e Fatima. La trattoria è qui da circa 90 anni. Oltre che dalla bontà del cibo resterete affascinati dal locale che risale all’ inizio del ‘700 con le pareti completamente rivestite di autentiche e antiche “riggiòle” (maioliche) napoletane. Il capostipite della scuola dei “riggiolari” fu Nicola Giustiniani originario di San Lorenzello in provincia di Benevento, delizioso borgo ancora oggi conosciuto per la bellezza delle sue ceramiche artistiche. La “Genovese” e la “pasta e ceci” di “Donna Antonietta Imperatrice” sono conosciute in tutta la città, per non parlare delle polpette fritte e del baccalà alla carrettiera.
Qui assaggerete un pane fantastico che arriva da un forno a legna della zona collinare della città, il suo profumo si sente a distanza.
Delizioso antipasto con crocchè di patate, involtino di melanzane e mozzarella impanata e fritta, tutto rigorosamente di casa, come si faceva una volta. Tra i primi il classico ragù, la “puttanesca”, la minestra di fave e cicoria, verza e riso. Secondi tradizionali, polpettone al forno, “braciola” imbottita con formaggio pecorino, aglio, prezzemolo, passe e pinoli. Per gli stomaci “hard” c’è la “braciola” di cotica di maiale con contorno di croccanti “friarielli” con aglio, olio e peperoncino.
D’obbligo e a raffica tutti i contorni della tradizione dei napoletani “magnafoglie”.
Il dessert alla Mattonella è a sorpresa…lo scoprirete solo mangiando.
Spenderete sui 25 euro.
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Dopo pranzo potrete impigrirvi passeggiando sul lungomare più bello del mondo e salire a visitare il Castel dell’Ovo, la leggenda dice che Virgilio volendo fare una gentilezza ai napoletani vi avesse nascosto un 2uovo magico” con il potere di difendere la città da ogni pericolo, oppure tornare nei Quartieri Spagnoli e passeggiare in Via Santa Teresella agli Spagnoli con l’omonima chiesa, luogo di visite della rivoluzionaria Eleonora Pimentel de Fonseca protagonista dei moti repubblicani del 1799, Piazzetta Mondragone dove visitare il Museo del tessile e dell’Abbigliamento, “Elena Aldobrandini” Fondazione Mondragone; il museo ospita gli arredi sacri e le opere dell’annessa chiesa di Santa Maria delle Grazie, quadri ed opere dei maestri napoletani del ‘600, pregiati tessuti della collezione “Passerini” e splendi abiti della donazione dei Principi Del Balzo e Pignatelli. In serata l’aperitivo è in via Chiaia con con i taralli “ sugna e pepe” dell’Antico Tarallificio “Leopoldo”.
Voglia di pizza ma in trattoria? Allora l’ appuntamento è in Piazza Dante allo storico Leon d’Oro , il tempio della cucina napoletana da oltre 60 anni. Qui i fratelli Cuomo vi aspettano con antipasto di fritto napoletano, focaccia cotta in forno a legna e per chi ne avesse voglia, qui c’è anche una buona pizza tradizionale napoletana, oppure si prosegue con i classici ragù, genovese, pasta e patate con la provola (specialità della casa), gnocchi alla sorrentina, spaghetti ai frutti di mare, tra i secondi, uno per tutti, la costatella di maiale affettata al momento e cotta alla brace con contorno di “friarielli” o patate al forno. A fine cena si ritorna bambini: arrivano in tavola, calde calde, le ciambelle fritte con lo zucchero, ricordi d’infanzia… o la zuppa inglese classico e sontuoso dolce napoletano difficile da trovare in giro perché richiede una lunga preparazione.
Soddisfatti? In due giorni avete vissuto e assaggiato il cuore di Napoli.
Le Trattorie
Antica Trattoria da Carmine ai Tribunali
Via Tribunali 330
081 29 43 83
Chiuso lunedì
Locanda ‘Ntretella
Salita Sant’Anna di Palazzo 25
081 427783 333.7687111
Chiuso domenica
Osteria La Mattonella
Via Nicotera 13
081 416541
Chiuso domenica
Leon d’Oro
Piazza Dante
081 549 94 04
Chiuso lunedì
Per dormire
BB “Come d’Incanto a Napoli”
Via San Sebastiano, 49 – 80134
Zona: Centro Antico
Tel. 081 0332543 – 347 5251468 – 348 8987285
Singola dus € 40,00 – 50,00
Doppia € 65,00 – 75,00
Per settimana € 280,00 – 350,00
Garage in convenzione in Piazza Dante € 20,00 al giorno
BB Monaciello
Via Toledo 306
Zona: Piazza Plebiscito
Cell. 334 9558575 – Cell. 333 7620879
Garage a breve distanza € 18,00 al giorno
Dus € 40,00 – 70,00
Doppia € 70,00- 85,00
BB Chiaia32
Zona: Chiaia
Tel. 081 0607823 – Cell. 335 6648446
Dus € 60,00 – 80,00
Doppia € 80,00 – 100,00
Garage € 18,00 al giorno
*giornalista e scrittrice
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