di Antonella Amodio
A partire dall’annata 2019 il disciplinare di produzione dei DOCG Fiano di Avellino e Greco di Tufo, hanno introdotto la categoria “Riserva”, con l’obbligo di affinamento non inferiore ai dodici mesi prima della messa in commercio, dando così la possibilità al consumatore di bere vini che hanno qualche mese in più di maturazione. Da tempo la cultura del vino bianco con qualche anno sulle spalle sta iniziando a prendere piede da parte dei wine lovers e dagli addetti ai lavori, tant’è che diversi produttori hanno iniziato a produrre etichette che prevedono a monte lunghi affinamenti in cantina, garantendo così al consumatore quell’espressione piena che i vini sviluppano col tempo, sottolineando anche il loro potenziale di invecchiamendo e sfatando il mito che i vini bianchi sono di pronta beva. Un tabù tutto italiano che finalmente sta cadendo, anche grazie alle modifiche dei disciplinari, come è successo per le due Docg campane. Alcuni produttori applicano da anni lunghi affinamenti per i loro vini bianchi, che vedono a monte una progettualità ben precisa, a partire dalla scelta del vitigno ( con bassi ph ed elevate acidità, condizioni necessarie per produrre vini capaci di durare nel tempo ) e dal lavoro in vigna. Ne ho selezionato 6 ( 3 Fiano di Avellino e 3 Greco di Tufo attualmente in commercio) che meritano di essere bevuti almeno una volta nella vita per comprendere come egregiamente sfidano il tempo, anzi lo attraversano senza mostrare segni di cedimento, bensì palesando integrità e in qualche caso neanche ancora la maturità. Vini profondi dall’incredibile longevità e di uno charme irresistibile. Insomma, capaci di far vivere un’emozione.
Fiano di Avellino Erminia 2003 Di Meo
Un vino che non si dimentica. I profumi intensi di fiori e frutta secca, le note balsamiche e quelle degli agrumi sono il preludio all’incantesimo. Sapore teso, con freschezza da vendere e sapidità in primo piano. Verticale, con un corpo affusolato e una lunga persistenza.
Fiano di Avellino Stilema 2015 Mastroberardino
Conserva il colore giallo verdolino luminoso. Nel bicchiere cambia continuamente, con un impatto olfattivo di fiori di camomilla, profumo del muschio, poi ostrica e pompelmo. Al palato ha armonia come pochi altri, poi freschezza, salinità e nota di affumicato. Profondo, sfaccettato e di lunghissima persistenza.
Fiano di Avellino 2010 Guido Marsella
Luminoso il colore giallo paglia con nuance dorate. L’olfatto gioca su toni di frutta a polpa gialla, mandorla, macchia mediterranea e liquirizia. All’assaggio è ampio, fresco, teso e profondamente salino. Sorprendente.
Greco di Tufo Riserva Vittorio 2008 Di Meo
Il colore giallo paglierno, brillante confonde, visto che è un vino con ben 15 anni sulle spalle. Da qulche mese uscito in commercio. Note di felce, radici e macchia mediterranea. In seconda battuta fanno capolino le note di buccia di agrumi e mentuccia. Acidità e sapidità si danno il cambio al sorso. Bocca sottile, fresca e con una persistenza impressionante.
Greco di Tufo “G” 2010 Pietracupa
Una giostra di profumi composti sono il corredo aromatico di questo vino che è l’emblema dell’eleganza. Ricordi poi di agrumi e di balsamico. Al palato ha una tensione gustativa vibrante e una freschezza da brivido. Un vino di classe, perfetto.
Greco di Tufo 2006 Calafè
Un vino che non delude mai le aspettative. Note di erbe mediche, radice di liquirizia, lavanda e frutta secca. Al palato ha una spinta balsamica fuori dal comune. Sorso salino, vibrante e con un finale teso e marino. Articolato e lunghissimo.
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