di Marco Galetti
Trattoria Risorgimento, tredici euro per uno stinco, di un Santo l’offerta di fronte alla quale è giusto chinare il capo, pentirsi per non averlo fatto prima ed infine sacrificarsi, si fa per dire.
In occasione della mia recente visita qui avevo utilizzato, dichiarandolo, una foto dello stinco di maiale al forno di Gatti&Massobrio, ma, come il Trap, da Cusano Milanino, non si può dire gatto (né Gatti) se non ce l’hai nel sacco, così armato di tredici euro, (perché è questo il costo strabiliante di questo piatto godurioso, comprensivo di patate e di accoglienza lombarda ormai in via d’estinzione) sabato ventiquattro marzo, a nebbia diradata, annuso l’aria primaverile, che qui al Nord ha vita breve, alla ricerca del profumo stimolante dello stinco perduto prima che, complice l’afa lombarda, le evasioni gastronomiche mi facciano puntare la prua in direzione di piatti più freschi, leggeri, meno impegnativi ma anche di minor soddisfazione.
Quanto allo stinco, che in questo locale centenario viene proposto con continuità da questa famiglia di garbati ristoratori, credo sia proposta vincente al limite dell’incredibile, probabilmente nel mio girovagare mi sono imbattuto in uno dei piatti col miglior rapporto qualità prezzo degli ultimi mesi, invito i giovani, con la mania dell’hamburger che rende ciechi, ad alternare la loro dieta con qualche piatto come questo, potrebbero scoprire il piacere del cibo senza dover togliere tempo e denaro ad altri piaceri adolescenziali e post, che hanno priorità assoluta e vita breve, almeno visti da qui…
Il succulento stinco in questione vale il viaggio, il post e un post scriptum, che lancio in rete certo di metterla nel sacco:
lo stesso stinco, con due patate intere, quindi un po’meno unte, croccanti fuori e morbide dentro, magari accompagnato da una salsa alle mele lievemente acida potrebbe tranquillamente combattere ad armi pari con preparazioni blasonate che potrebbero, nel confronto, perdere punti e certezze…
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