di Paolo Mazzola
Lo confesso, non ero mai stato da Donato, del resto sono tornato in Campania da 6 mesi, dopo 18 anni e le occasioni non sono state numerose. Ero però molto curioso. La presenza da anni nella guida Osterie d’Italia di Slow Food con la chiocciola e il consiglio di Luciano Pignataro per i 90 anni di mia madre, avevano alimentato questa curiosità.
L’osteria si trova fra piazza Garibaldi e porta Nolana, in una zona di Napoli abbastanza degradata; Piazza Garibaldi però da’ qualche segno di rinascita con ampia zona pedonale con diversi locali dove fermarsi per un pasto. Probabilmente l’incremento del flusso turistico si sta facendo sentire.
Nella mia immaginazione pensavo ad una vecchia e storica trattoria, con arredi antichi, qualche piatto tradizionale fatto a regola d’arte, premiata per la sua perseveranza più che per la sua eccellenza gastronomica. Mi sbagliavo, all’ingresso un arredamento giovanile ed informale, una bella cucina a vista e soprattutto un servizio svolto da giovani, molto efficiente, cordiale e preparato, che da’ l’idea di una tradizione tramandata da generazione in generazione, l’osteria risale infatti al 1956 e siamo alla quarta generazione
Con il sommelier abbiamo parlato della nuova avventura enologica di Salvatore Martusciello che ricordavo da Grotta del Sole, abbiamo infatti scelto un gradevolissimo Gragnano “Ottouve”, nome evocativo delle uve degli otto vitigni con le quali è prodotto.
La carta di vini è ben strutturata con tante buone scelte a carattere regionale e alcune a carattere nazionale.
Sulle pareti all’ingresso questa scritta ci riporta alla passione e al connubio cucina/amore.
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Il menu è ricco di piatti tipici della tradizione napoletana (forse il foglio su cui è trascritto potrebbe essere meno spartano), dagli antipasti ai primi e ai secondi entrambi suddivisi fra specialità di terra e di mare.
Fra gli antipasti ottima le quattro parmigiane di finocchi, patate, zucchine e melanzane, la frittura di alici e il gateau di patate cotto a legna che mi è piaciuto molto per il suo equilibrio; giusta la quantità di patate con salame latticini e pepe.
Ottimi gli ziti spezzati al ragù napoletano, ben tirato di classico colore scuro e la pasta patate e provola, brodosa il giusto e ben equilibrata con tutti i sapori in evidenza.
Molto saporiti, morbidi e originalmente presentati i “polipetti alla luciana in cappello di pizza “ e il baccalà fritto alto e di ottima cottura. gustosa la frittura di paranza, con alghe, merluzzetti, trigliette e suaci, pesce tipico, simile alla sogliola , ma più piccolo e più bianco.
Anche i contorni sono tipici della tradizione napoletana, abbiamo scelto ottimi peperoni in padella e i classici friarielli sui quali, essendo un po’ umidi, è nata una simpatica discussione che ha coinvolto il figlio del proprietario: erano cotti direttamente in padella o prima erano stati scottati in acqua ?
Ci è stato confermato che non c’era stato nessun passaggio in acqua.
Abbiamo concluso il pasto con dolci tipici della tradizione napoletana, babà con crema e amarena e millefoglie.
Anche il conto è risultato contenuto e adeguato ad una moderna osteria napoletana di tradizione.
Fotografie di Ciro Orria
Report del 16 Novembre 2016
Da Donato, storica trattoria e pizzeria di Porta Nolana, ha cambiato sede da quasi un annetto e così festeggia il suo sessantesimo compleanno in un locale completamente rinnovato. Solo a pochi metri da quello aperto nel 1956 dal nonno della signora Marilena Amoroso, attuale proprietaria e cuoca; oggi celebrata anche dalla statuina presepiale che gli artigiani di San Gregorio Armeno riservano ai personaggi famosi.
Ci troviamo dunque sempre a Porta Nolana, di fianco alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano eretta in questo quartiere popolare alla fine dell’Ottocento.
La trattoria e pizzeria Da Donato sta qui dal 1956, come ben raccontato nell’articolo di Giulia Cannada Bartoli su questo sito ed è una delle osterie consigliate dalla Guida Slow Food ormai da diverse edizioni.
Ma la vecchia sede cominciava davvero a risentire degli anni e la signora Marilena ha preferito ricominciare da capo con quello che, alla fine dei lavori, lei stessa ha definito «un vero e proprio parto», per sottolineare le lungaggini dei lavori e del trasferimento.
Oggi l’ampia sala è arredata con una impostazione moderna anche se con uno stile rustico e semplice, sui toni del verde e del legno naturale. Il grande forno per le pizze all’ingresso, e tanti immancabili Pulcinella e cornetti scacciaguai disseminati ovunque. Servizio alla napoletana, cioè con scugnizzo dallo spirito vivace ma efficiente, e ottimo coordinamento tra la cucina (a vista) e i tavoli: qui i tempi lunghi servono per le chiacchiere e il relax, non sono mai quelli di attesa dei piatti.
La carta accontenta i turisti di passaggio (siamo a due minuti da piazza Garibaldi e dunque dalla stazione centrale) così come gli abitanti del quartiere, con una cucina espressa, verace e immediata. I piatti della tradizione partenopea ci sono tutti, come la genovese, gli ziti al ragù, l’impepata di cozze, il polpo alla luciana, la parmigiana, la salsiccia con la verza. E degli ottimi spaghetti allo Scarpariello.
Capitolo importante della storia di Donato anche quello sulla pizza, qui leggermente diversa dalla media napoletana, sia per grandezza (è un disco un po’ più ridotto rispetto a quelle ‘pop’ dei Tribunali, ad esempio) sia per il cornicione leggermente biscottato e non elastico.
Ma nel complesso si tratta pur sempre di una pizza ben cotta, leggera e che dunque supera abbondantemente la sufficienza. In menu ne trovate una quindicina, dalla marinara alla margherita nelle varianti con fiordilatte, provola di Agerola e mozzarella di bufala, oltre naturalmente a tutte le classiche e a quelle che in pratica classiche lo sono diventate negli ultimi trent’anni, come la Quattro Formaggi o la ‘hot dog’ con wurstel e patatine fritte.
Una variante davvero speciale, che ci sentiamo di consigliarvi è la «Ciro fa’ tu», ordinando la quale date praticamente la comanda al pizzaiolo affinchè versi sulla vostra pizza una bella quantità di ragù napoletano. Sì, proprio quello scuro scuro, che ha «pippiato per ore e ore», con i pezzi di carne dentro. Una vera goduria, non c’è che dire. Provare per credere.
Si chiude con babà e caffè, e con un conto che va dai 10 ai 25 euro.
Ebbene, sì. E’ ancora questo il bello di Napule.
Da Donato dal 1956
Antica Trattoria e Pizzeria
Via Silvio Spaventa, 41 (Porta Nolana)
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso lunedì
Tel. 081 287828
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