Trattoria Perilli al Testaccio, un grande classico della cucina romana

Perilli a Testaccio
Via Marmorata, 39
Tel.
06 574 2415
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: Domenica sera e lunedi
perilliatestaccio.com

 

di Virginia Di Falco
L’espressione “è un’istituzione” è senza dubbio piuttosto abusata, tanto più che di questi tempi il concetto sembra aver perso significato e spessore. E’ tuttavia calzante per questo locale storico di Testaccio, la Trattoria Perilli, aperta nel 1911 e gestita da allora sempre dalla medesima famiglia (oggi alla quarta generazione, con Ferdinando e Maurizio Perilli) .
E, a proposito di definizioni appropriate, in realtà quella di trattoria non rende giustizia a questo che ormai è un vero e proprio ristorante.

Nata infatti più di un secolo fa come piccola osteria che offriva un pasto caldo ai carrettieri di passaggio, si trasformò – come molti altri locali vicini al Mattatoio – in trattoria del ‘quinto quarto’, con frattaglie e tagli di scarto a fare da base ai piatti della cucina romanesca così come li conosciamo oggi.

Il menu nel corso degli anni è rimasto fedele all’impostazione originaria: qui troverete sempre carbonara, amatriciana, gricia, cacio e pepe e pajata. Così come la trippa, i nervetti, le animelle e così via. Il calendario di cucina di una volta è rispettato anche con l’inserimento in carta della pastina in brodo e della stracciatella (consommé di brodo di carne, uova e parmigiano).
Se, dunque, la gestione familiare e la riproposizione delle ricette di una volta restituiscono l’idea di trattoria, d’altro canto l’offerta di circa 40 piatti tra primi, secondi e contorni, con una sala rinnovata e alleggerita rimanda più al ristorante vero e proprio.

Tovagliato bianco, boiserie in legno scuro, sedute comode, vecchi dipinti alle pareti: l’atmosfera è conviviale e anche un po’ chiassosa, ma i tavoli sono ben distribuiti. Il servizio si avvale di professionisti di lungo corso che si destreggiano tra carrelli e zuppiere vecchio stile. Carta dei vini d’antan, con poche vie di fuga.

La cucina ha buone basi, ancorché parecchio alleggerita. La cottura dei bucatini all’amatriciana è perfetta, le porzioni sono abbondanti ma non strizzano l’occhio ai camionisti e abbiamo apprezzato pecorino e guanciale in buon equilibrio, senza eccessi di sapidità. Molto buone anche la gricia e la trippa, con la giusta varietà delle diverse parti. Nella norma la carne con le patate al forno.

Si chiude con i classicissimi: tiramisù e zuppa inglese e un conto medio sui 45 euro.
Un posto semplice che funziona bene, sicuramente turistico ma che non tradisce, per qualità e servizio, anche chi turista non è.


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version