Trattoria del Nuovo Macello
Via C. Lombroso, 20 Milano
Tel. 02.59902122/ 02.5457714
info@trattoriadelnuovomacello.it
Apertura
Pranzo: 12,00 – 14,15
Cena: 20,00 – 22,30
Chiuso domenica tutto il giorno e sabato a pranzo.
Milano è una città dai mille volti. Lo riscontro ogni volta che metto piede fuori di casa, nel metrò, in giro per le strade affollate e multietniche. Milano è una capitale europea a tutti gli effetti, in ogni angolo di strada sorgono locali di vario genere e natura, gomito a gomito lavorano persone di ogni dove. Non solo ristoranti stellati brillano nelle strade meneghine, né fast food di ultima generazione e di infimo rango.
Un’infinita possibilità di scelta si apre a chi desideri mangiare all’ombra della Madonnina qualsiasi pietanza gli venga in mente e oltre. Sabato sera ho avuto la fortuna di tornare in una trattoria, più di nome che di fatto, ben nota a tanti milanesi, la “Trattoria del Nuovo Macello”. Posizionata in una zona semiperiferica della città, questa caratteristico locale nasce nel lontano 1928, dal 1959 in gestione alla famiglia Traversone che ancora, dopo più di mezzo secolo e tre generazioni a confronto, detiene mestoli e tegami e una cucina legata visceralmente alle tradizioni ma moderna e visionaria. Come nei matrimoni più riusciti, infatti, Marco e Giovanni, gli chef del Nuovo Macello, lavorano sodo e bene, conservando i segreti di nonna Maddalena che per prima cucinò per sfamare le braccia forti di coloro che prestavano il loro lavoro al macello della città, di fianco ubicato. Ne è passato di tempo, gli avventori del ristorante sono ben diversi da allora e diverso è il modo di cucinare ed interpretare i piatti, secondo un nuovo stile di vita che induce tutti ad una maggiore attenzione per le materie prime e per la tecnica con cui trattarle al meglio. Eravamo in quindici sabato sera, accomodati in una sala della trattoria interamente riservata a noi, intima e raffinata, semplice ma al contempo elegante nella sua calda accoglienza.
Abbiamo scelto il menù degustazione, ottimo il rapporto qualità-prezzo. Dopo gli antipasti della vecchia Milano rivisitati, tra cui i mondeghili (polpettine milanesi) che ai miei amici hanno tanto ricordato l’infanzia, puntualissimi sono arrivati due risotti: il tradizionalissimo ed intramontabile risotto con gli stimmi di zafferano, ed Il risotto vialone nano del Dott. Gennari, mantecato alla zucca, pompelmo e capperi, fresco e stuzzicante.
Soddisfatti e giunti al giusto livello di salivazione siamo passati ai secondi: ghiotte le crepinette di noce di vitello, salsiccia e lardo rosolate in padella con funghi e cremoso di castagne; raffinatissimo il baccalà mantecato con patate e latte, radicchio, arancia e sedano rapa.
Con i dolci abbiamo terminato in bellezza la nostra degustazione: il gelato di puro pistacchio con salsa di cioccolato fondente e pistacchi salati ha soddisfatto tutti, il Tutto nocciola, con nocciole del Piemonte e croccante ci ha “coccolato”, ma la Chantilly di cannellini, sorbetto di cranberris e amarene, croccante di quinoa e mandorle ci ha lasciato tutti a bocca aperta!
Un esperimento vegano dello chef Giovanni, che nulla ha da invidiare alle cucine stellate, assolutamente molto distante dalla cucina casereccia di nonna Maddalena che, se potesse apprezzare, sono sicura sarebbe orgogliosa di lui!
Ottima la carta dei vini per veri intenditori, cortese il personale di sala.Vale la pena fermarsi in questa via quasi periferica della città per entrare in un locale che, come fosse una scatola magica ed antica, regala inaspettate sorprese e lungimiranti sperimentazioni.
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