TRATTORIA CARMEN A TORINO
Via Ormea, 15 (San Salvario)
Tel. +39 0116507042
Aperto: a pranzo e a cena dal martedì al sabato: lunedi solo a cena
Chiuso: domenica
trattoriacarmen.it
Nel quartiere San Salvario a ridosso di Porta Nuova pullulano locali e localini di ogni tipo, una quartiere ricco e vario come tutti quelli che stanno a ridosso delle stazioni delle grandi città. Questa è una trattoria familiare fondata nel 1990 da un emigrante lucano, Salvatore Giachella che decise di proporre una cucina tipica piemontese. Come tutte le imprese familiari al momento del passaggio generazione è All-In: prendere o lasciare. In questo caso l’impresa è passata al figlio Federico dopo l’improvvisa scomparsa del padre.
Il locale ha raddoppiato lo spazio e dalla piccola stanzetta con pochi tavoli adesso abbiamo un’altra ventina do posti a sedere in una seconda stanza oltre a un dehor estivo.
Quello che ci è piaciuto è la cura dei dettagli, il classico posto vietato alle persone frenetiche. I quartini di rosso Barbera e bianco Arneis sono rimasti, ma ci sono anche ottime bottiglie a prezzi accessibili con cui divertirsi. E, per rimanere nei dettagli, il caffè nella Moka fa la differenza alla fine, offerto dalla casa con un conto che si attesta sui 35-40 euro al massimo dall’antipasto al dolce.
La carta è molto semplice, stagionale attorno ad alcuni piatti che sono diventati iconici come la carbonara a Roma: parlo degli agnolotti del plin in salsa di arrosto, comunque buoni. Noi abbiamo goduto di un tajerin ai carciofi che mi ha ricordato la mano di mia madre (ovviamente lei usava spaghetti), carciofo replicato in un piatto fritto egregiamente, saporito e asciutto.
Imperdibile il trittico di antipasti. Bello anche il pubblico, molto giovanile che si sceglie la bottiglia e passa il pranzo a chiacchierare.
Insomma una trattoria vera, magari fuori dai riflettori mediatici (se ne è occupato a fondo e con simpatia solo Luca Iaccarino) ma proprio per questo preziosa per chi ama il viaggio e le atmosfere sobrie e non caciarone.
I piatti sono buoni, ma la zuppa di trippa, fagioli e patate mi resterà nel cuore.