Bell’Om a Galbiate
Piazza Don G. Zucca, 7,
Tel. 0341 540142
di Marco Galetti
Bell’Om a Galbiate
Bell’Om, foto storica, avi, la continuità nei ricordi e nel lavoro, accomunati da una missione, cucinare per gli altri, accogliere, ospitare, tenere aperte le porte del bar e della trattoria…così facendo potrebbero avvenire…
Qui ci viene gente da quasi duecento anni, per mangiare, bere, cantare, rifocillarsi, ci si ritrova un po’ tutti al bar trattoria Bell’Om sulla piazza vicino alla chiesetta di Bartesate, frazione di Galbiate, in provincia di Lecco, in un locale avviato ufficialmente nel 1820, questa la data della prima tassa pagata per esercizio commerciale.
Ogni viandante che è passato di qui, negli ultimi due secoli, ha sempre trovato ad accoglierlo qualcuno della famiglia Spreafico, da Giovanni Maria, il primo, oste e pizzicagnolo, a Loredana e Michele, gli attuali gestori, due fratelli rispettivamente in sala e in cucina, cinque generazioni con un’unica missione tenere in vita un’attività e continuare a dar vita al piccolo e grazioso borgo circondato dalla Grigna, dal Resegone, dai Corni di Canzo e dai laghi di Oggiono e di Lecco, luoghi manzoniani, d’incanto, di seduzione mentale, luoghi che sembrano essersi mossi al rallentatore, giusto per far capire ai cittadini in gita domenicale, la misura dei passi dell’uomo, attraverso il lento scorrere del tempo, passi cadenzati sulla durata delle ore di luce del giorno per faticare e quelle buie, fredde serali e notturne per rallentare e sostentare corpo e spirito, aiutati dallo spirito di vino perché qui si beve bene.
Bell’Om, vino lucano nel calice serigrafato, particolarmente apprezzato, prima del dessert, l’ultimo calice assieme ad un bel pezzo di parmigiano
Le specialità della casa sono le lumache (anche se il termine più corretto credo sia chiocciole) trifolate, col peperoncino alla bourguignonne, comunque, per quelli come me che fanno fatica a mangiarne più di qualcuna, ci sono valide alternative: giardiniera con salumi, gnocchetti fatti in casa, polenta brasati, stinco, bolliti, ossibuchi, insomma piatti maschi, da osteria, da degustare con calma, al caldo e mentre fuori il vento soffia forte, la stufa risponde a tono soffiando aria calda che conforta quasi quanto il primo assaggio di Sabato 16 Dicembre:
Bell’Om a Galbiate, salumi misti, salame cotto e polenta con formaggio fuso, in accompagnamento giardiniera maison, fuori fuoco ma sul nostro tavolo, sette euro spesi bene per questo apripista…
Bell’Om, pane, molto ma molto meglio del pane di tanti locali milanesi che sembrano aver perso la strada del forno
Bell’Om, lumache alla bourguignonne
Bell’Om, lumache trifolate, polenta e lumache al peperoncino
Bell’Om, gnocchetti alle ortiche con burro, salvia e speck, il piatto è arrivato al tavolo a temperatura adeguata, quindi, non essendo un’insalata di riso, bello caldo, quel che si dà per scontato molto spesso non lo è…
Bell’Om, ossobuco con polenta
Bell’Om, il creme caramel prima del caffè e di un conto più che onesto
Bell’Om, insegna (foto di coeprtina), che se un luogo di ristoro esiste da cinque generazioni noi avventori non dobbiamo avventurarci solo e sempre in cerca di locali modaioli e di tendenza, ma dobbiamo premiare chi da quasi due secoli ha tenuto duro offrendoci piatti caldi e una carta dei vini inaspettata ed invitante…mi piacciono le nuove aperture, mi piace chi apre un nuovo locale, ancora di più chi non chiude e, perseverando, continua a tenere aperto, anche per me.
Nell’era digitale sembra impossibile non lasciare impronte, eppure prima di internet, prima dei critici gastronomici e dei fufbloggers con un occhio nel piatto, l’altro nel telefonino e la testa altrove, qui, fuori dal mondo, qualcuno l’impronta ben visibile da seguire l’ha lasciata.
Bell’Om a Galbiate
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