La prima bella notizia è che a Gigino Reale è ritornata la pancia. Quella pancia tonda e felice che ogni oste vero deve avere. La seconda bella notizia, in realtà, è all’origine della precedente. L’Osteria ha riaperto il 10 agosto, più in forma di prima – proprio come Gigino – dopo il brutto incendio della scorsa primavera.
C’è più luce, ora a Gete, la piccola frazione di Tramonti dove vivono le vigne, le terre e la passione della famiglia Reale. I lavori di ripristino sono stati fatti preservando il corpo principale della struttura, con la sala degli ospiti così com’era e una nuova saletta con camino che Gigino e il fratello Gaetano, che lavora con lui in sala, hanno destinato alle degustazioni.
Cotto artigianale, ceramiche di Vietri, tavoli e sedie in legno rustico per gli interni al pianterreno ma anche per le due camere al primo piano della locanda.
Queste splendide giornate di settembre regalano ancora il piacere di godersi il sole e il venticello ai tavoli fuori, tra le piantine di peperoncino e di menta. Persino il noce all’ingresso sembra aver acquistato vigore.
Per contro, nel menu troverete la storia di questo posto e di questa famiglia raccontata attraverso i piatti della tradizione. A cominciare dalla “caponata”: piatto estivo poverissimo, con biscotto di pane di grano duro bagnato in acqua e condito con olio, sale, pomodoro, olive, origano e basilico.
Oppure il “sarchiapone”, detto in genere delle persone grosse e un po’ stupide, per indicare la zucca lunga. Se cucinata da sola risulta infatti quasi insipida ma Gigino ha ripreso un’antica ricetta e la farcisce fuori e dentro con una leggera frittatina e un ripieno di ricotta e salsiccia, tanti pomodorini freschi e formaggio e una breve ripassatina in forno. Una vera bontà. E ancora, il tortino di fagiolini e patate, e uno dei classici, ormai, dell’Osteria: la parmigiana di melanzane e alici.
Il pomodoro è buonissimo, come l’olio di Tramonti scovato da Gigino, e il pane, fatto in casa. Il profumo del basilico segna i piatti di tutto il pranzo. Il piatto della domenica, tradizionalmente di pasta fresca, è quello delle case della costiera amalfitana: lo dundero, gnocco con la ricotta grosso e morbido. Da Reale viene servito al ragù con il “sasicchione”, salsiccia semifresca con il colore e il profumo di peperone piccante oppure con la salsa povera originaria dei conventi: alici, noci e pecorino.
Piatti sapidi, abbondanti, nati per mettere insieme il poco che si aveva, oggi ricchezza incommensurabile di queste piccole comunità. Per i secondi saltiamo a malincuore il piatto di latticini freschi della zona per affrontare un ottimo capretto locale cotto nel Tintore e il coniglio imbottito. Carni impegnative, addomesticate grazie ai sapori di prodotti locali e cotte ancora come a casa.
Si chiude con una crostata di stagione, con crema, mandorle e fichi freschi e il “fior di ricotta” al cioccolato.
Tra i tavoli la simpatia e il sorriso di Gigino sono di grande compagnia, con la competenza del fratello Gaetano che si occupa dei vini, in primis quelli dell’azienda.
C’è poco da fare. Il loro papà ha lasciato la sua preziosa eredità in buone mani. Ad avercene di figli così.
Via Cardamone, 75
Tel.089.856144
www.osteriareale.it
Aperto: a pranzo e cena su prenotazione
Chiuso: mercoledì, mai in estate
Ferie: una settimana a febbraio e una a novembre
Prezzo medio: 35 euro escluse bevande
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