di Gemma Russo
L’esperienza del Paniere Flegreo, frutto del lavoro resiliente portato avanti dalla Condotta Slow Food Campi Flegrei di cui sono parte, mi ha insegnato che parlare di TERRA non è abbastanza se questa non racconta la biodiversità contenuta nella parola TERRITORIO, o meglio nella parola TERROIR.
Quando discutevamo sull’idea di dare al consumatore la possibilità di scegliere tra una eterogenea gamma di prodotti che parlasse dei Campi Flegrei, venne subito in mente il concetto di Paniere di Consumo di cui si parla nei libri di microeconomia. E, se questo concetto invece d’essere ottimizzato al profitto o al miglior consumo, ottimizzasse il TERROIR? E se fosse la fragranza di raccontare un territorio attraverso i prodotti e la propria gente a rendere un paniere preferibile agli altri?
La necessaria prossimità all’economia reale, calandola al locale, è la vera sfida di chi, restando sul territorio, vuole comunicarlo in modo autentico, attraverso il proprio lavoro.
In un anno e più di Paniere Flegreo, diverse realtà produttive, campane e non, ne hanno intersecato il cammino. La scelta è stata di conoscerne la bontà, di interagire ma di insistere sulla fragile realtà produttiva flegrea potenziandola, formando e aiutando a crescere i suoi Custodi di Terra.
Tra le tante incontrate, c’è quella siciliana di Paolo Barbera di Contadini per Passione conosciuta perché, ad un certo punto del percorso, il loro comunicare il TERRITORIO e il lavoro condotto su di esso ha incontrato il nostro. Il messaggio di fondo resta quello di incentivare ed educare al Km0. Acquistare dai produttori locali, diviene indispensabile per conoscere dove si vive, non omologare il gusto e sostenere chi ha scelto di continuare a lavorare la terra o di ritornare a questa, apportando al sapiente know-how contadino la più disarmante delle innovazione: la COMPETENZA, legata allo studio e alla formazione universitaria.
Il legame tra LAVORO e TERRITORIO viene tessuto utilizzando un legante forte come è l’APPARTENENZA. Su questa base, il surplus prodotto può essere venduto anche altrove in modo diverso, sostenibile, creando una rete con uno stesso punto di partenza ma costruente nodi consapevoli che avranno, nel frattempo, imparato a conoscere quel TERRITORIO, diverso dal proprio, amandolo e raccontandolo.
Con questa convinzione ho ritirato dalle mani del corriere un paniere di prodotti proveniente dalla sicula Agrigento, precisamente da Ribera.
Conteneva un vasetto di dolce e prezioso miele di zagara, mandarini tardivi, limoni e arance. Queste ultime non di una varietà qualsiasi, ma arancia di Ribera DOP, a polpa bionda, senza semi, chiamata Washington Navel, estremamente dolce, carnosa e altamente digeribile.
In provincia di Agrigento, Paolo Barbera condivide il progetto di Contadini per Passione con il fratello Marco e l’amico Kiko Corsentino, dividendo e integrando le competenze di ognuno. Adottano nel loro aranceto il metodo dell’agricoltura biologica, alternando le concimazioni organiche a quelle stallatiche, eliminando del tutto interventi con pesticidi e concimazioni chimiche di sintesi.
Cosa preparare con queste arance? E se facessi una torta semplice semplice, ottima per la colazione?
Ingredienti
300 gr. di zucchero raffinato o di canna
Succo di 3 arance di Ribera DOP
3 uova
350 gr. di farina 0
80 gr. di olio
1 bustina di lievito per dolci
Scorza grattugiata di un’arancia di Ribera DOP
Dieci cucchiai di acqua calda
Carta da forno
Bagnare sotto acqua corrente la carta da forno. Strizzarla e foderare una tortiera dal diametro di 25 centimetri. Premere le tre arance e ricavarne il succo. Mettere sul fuoco un pentolino di acqua e farla fare ben calda. Dividere i tuorli dagli albumi, disponendoli in due recipienti distinti. Montare gli albumi a neve. Ai tuorli ancora integri unire i dieci cucchiai di acqua ben calda, sbattere con un frustino in modo che il composto raddoppi, divenendo schiumoso, e aggiungere la scorza grattugiata di una arancia. Unire metà dello zucchero agli albumi montati a neve, mentre l’altra metà ai tuorli sbattuti con acqua calda. Lavorare entrambi i composti con un cucchiaio di legno. Ai tuorli aggiungere piano piano, a cucchiai, la farina setacciata, intervallandola al succo d’arancia, all’olio e agli albumi, anch’essi aggiunti gradualmente. Girare con tempra, in modo che non si formino grumi. In ultimo, aggiungere il lievito setacciato. Amalgamare tutto e versare il composto nella tortiera. Fare cuocere a 180⁰ per 45 minuti circa. Per essere cotta, al centro dovrà essere compatta e i bordi dovranno staccarsi dalla tortiera. Se così non fosse, allungare la permanenza in forno. Appena sfornata, potrà essere guarnita con zucchero a velo e fettine d’arancia.
Sarà una torta semplice, adatta per la colazione. La lavorazione delle uova la renderà molto leggera. Se tale lavorazione verrà fatta per bene, potrà anche non essere aggiunto il lievito. Nel frattempo, vi sarà venuta la voglia di camminare le loro terre a Ribera, in provincia di Agrigento, nella parte sud occidentale della bella Sicilia.
Contadini per Passione
Via Parlapiano, 22
92016 – Ribera (AG)
www.contadiniperpassione.it
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