Torricino
Località Torricino, 5
Tufo (Av)
Tel. 0825.998119
www.torricino.it
info@torricino.it
Ettari vitati: 6 ettari (4 ettari di Greco a Tufo a Serrone e Santo Stefano), 1,5 in fitto a Serra di Pratola, 0,5 a MOntemarano di Agliano
Enologo e agronomo: Stefano Di Marzo
Allevamento e densità di impianto: guyot, circa da 2400 e 3.300 ceppi per ettaro
Composizione chimico-fisica del terreno: argilosso calcarei, a Serone di medio impasto, a Santo Stefano più ricca di zolfo. A Serra di Pratola argilloso.
Esposizione vigne: A Serrone sud-ovest e sud, Vignale a Santo Stefano Sud-Sud Est. A Serra a Sud e a Montemarano a Sud Est
Epoca di impianto delle vigne: A Serone nel 1998, a Santo Stefano tra il 1989 e 2001. La vigna di Fiano nel 2004 e quella di Aglianico nel 1988
Altezza media: A Serrone 250 m, a Santo Stefano da 300 a 350. Il Fiano a 380 e l’Aglianico a 420
Lavorazione del terreno: fresatura e poi trinciatura meccanica
Conduzione: in lotta integrata
Lieviti: selezionati (sul Raone indigeni)
Mercati di riferimento: Italia 60%, Usa, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda, Danimarca
Bottiglie prodotte: 40.000
Percentuale di uve acquistate: solo Falanghina pari al 20% del totale-
Uve coltivate: greco, fiano e aglianico.
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LA STORIA
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Per capire l’anima del Greco di Tufo non bisogna entrare in paese, basta girare a destra poco prima, superato il cimitero seguendo l’insegna che indica la cantina di Stefano e Federica Di Marzo. Torricino. Sono infatti almeno quattro le generazioni di questa famiglia a vivere con la viticultura, si racconta che il bisnonno Vitantonio perse la vita in un incidente di lavoro mentre caricava le botti. Ma la figura centrale è quella del nonno Federico, uno dei due principali mediatori di uve prima e dopo la guerra, mestiere che il padre ha continuato a fare. E’ la storia del cambiamento dei rapporti commerciali, da quando il nonno era in contatto con più acquirenti provenienti da Napoli e dal Nord sino al padre Vitantonio, anche lui intermediatore, che interfacciava quasi esclusivamente con la famiglia Mastroberardino. La crisi del prezzo delle uve arriva con le Torri Gemelle e soprattutto ocn il cambio dalla lira all’eruo, quando il prezzo nel 2002 passo da 385o lire al chilo a 1,20 euro (oggi siamo a poco più di 0,70). E’ l’anno in cui Stefano, seguendo la sua ispirazione più che i desideri del padre, si laurea in Enologia a Firenze e decide di iniziare a vendemmiare segnando così la riconversione produttiva della propria famiglia. Dal 2005 è aiutato in azienda dalla sorella Federica. Da allora è stato un crescendo di bellissime esecuzioni che regalano grandi bianchi.
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LE VIGNE
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Le vigne di Stefano e Federica navigano sopra un mare di zolfo, sino alla metà dell’800 vera ricchezza del paese dove arrivaronoa lavorare quasi mille persone nel momento di massima espansione. Si tratta di terreni argillosi e argilosi-calcarei con venature sulfuree. A Santo Stefano, sopra le antiche miniere, diventa acquisisce un colore giallo. resistono, nella vigna Campanaro le antiche raggiere, simbolo, come la pergola dell’agricoltura a due piani di una proprietà terriera estremamente frazionata per via delle successioni, tipica della maggior parte della Campania, che costrigeva le famiglie ad avere più colture a rotazione per essere autosufficienti. La conduzione è di tipo semi-tradizionale, senza concimazione e diserbo meccanico. Il Fiano, prima ottenuto da una vigna a Lapio, adesso è a Serra mentre l’Aglianico è da sempre a Montemarano.
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I VINI
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Falanghina Campania igt
Uva: falanghina
Bottiglie prodotte: 5000
Prezzo in enoteca: 7 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Prodotta con uve a acquistate a Benevento, completa la gamma a cui quasi tutte le cantine irpine si sono adeguate. Fresco, minerale, una buona esecuzione
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Fiano di Avellino docg
Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: sui 10 euro in enoteca
Fermentazione ematurazione: acciaio
Bottiglie prodotte: 6.000
Pur non essendo un “fianista” questa bottiglia conferma la grande mano che Stefano ha per i bianchi. Nel corso degli ultimi due anni il suo Fiano è cresciuto moltissimo nelle degustazioni “coperte”, in anonimato: sapido, minerale, fresco, con bei rimandi di frutta bianco. Perfetto a un anno dala vendemmia.
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Greco di Tufo docg
Uva: greco di Tufo
Fascia di prezzo: sui 10 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio
Bottiglie prodotte: 20.000
Da sempre uno dei miei bianchi preferiti perché punta sulla eleganza e la grassezza senza però rinunciare alla spiccata mineralità e alla freschezza tipica di questo vitigno irruente e rustico. Una versione dunque capace di colloquiare anche fuori dal territorio evitando nel modo più assoluto le concessioni dolci. Il vino sul versante olfattivo offre spunti di albicocca ben fusi alle note di zolfo tipiche della parte meridionale del piccolo areale docg. In bocca fa subito salivare, è veloce, dotato di una spinta impressionante. Chiusura pulita, amarognola, piacevole, lunghissima. Vino da beva e da abbinamento.
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Greco di Tufo Raone docg
Uva: greco di Tufo
Fermentazione e maturazione: acciaio
Fascia di prezzo: sui 15 euro in enoteca
Bottiglie prodotte: 3.000
Nasce da una vendemmia tardiva e da una selezione maniacale di circa 60 punti diversi del vigneto a Santo Stefano. Rispetto al base, parte sempre con un po’ di ritardo e a un anno dalla vendemmia inizia a distendersi regalando equilibrio tantissima freschezza. Un vino che non riesce in tutte le annate, quasi sprimentale, nel quale Stefano cerca di esprimere la sua idea di Greco di Tufo. Grande longevità.
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Torricino rosso Aglianico Irpinia doc
Uva: aglianico
Fermentazione e maturazione: acciaio
Fascia di prezzo: 10 euro in enoteca
Bottiglie prodotte: 6000
Passa da Campi Taurasini a Irpinia il rosso spremuto dalle uve di Montemarano. Tannini presenti ma ben risolti, grande acidità, rosso da abbinamento ai cibi della tradizione.
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Taurasi
Uva: aglianico
Fermentazione e maturazione: legno
Fascia di prezzo: 16 euro in enoteca
Bottiglie prodotte: 3000
Stefano ha la passione del Taurasi e continua le sue sperimentazioni. La sua idea è quella di un rosso fruttato, in equilibrio, non necessariamente da aspettare a lungo.
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CONCLUSIONI
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Stefano Di Marzo è un grande artigiano del vino, anzo, del Greco. Le sue piccole dimensioni ben si coniugano alle conoscenze acquisite con lo studio e ormai dodici vendemmie nel corso delle quali è successo un po’ di tutto. Possiamo affermare senza tema di smentita che non potete dire di conoscere il Greo di Tufo se non avete mai bevuto una sua bottiglia. Bottiglie oltretutto in grandissimo rapporto tra qualità e prezzo come poche nell’areale irpino, forse anche esagerato. Si tratta di bianchi tipici ma al tempo stesso moderni, non museali o retrò. Lontani cioé dallo stereotipo quasi tannico e tanta acidità di alcune versioni un po’ rustiche ma anche dai Greco trasformati in voci bianche a colpi di chiarifiche selvagge. Quasi una via di mezzo, insomma, che lo rende un grande interprete.
Il nostro consiglio è valorizzare ancora di più il Raone ritardandone l’uscita e imbottigliandolo solo in magnum. Quando al Greco di Tufo, è difficile superare la perfezione, ma ci si può sempre provare:-)
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