Corso Vitt. Emanuele III , 429
Tel. 081 5363382
La pizzeria è aperta la sera. Il lounge bar sempre.
Chiuso mercoledì
Marinara 4 euro, Margherita 5. Pizze Speciali da 6 a 7,50
di Tommaso Esposito
L’unico temporale di questa stagione ci ha impedito di godere la bellezza e il fresco del terrazzo che si affaccia direttamente sul mare di Torre.
Ma fa niente , ci siamo stretti sulla veranda quasi a ridosso del banco e dei forni dove Ciro Salvo lavora di gran lena. Lo aiuta lo zio Gennaro Salvo.
La serata è stata organizzata da Luigi Savino un po’ per stare insieme con lui che è in partenza volontario per l’Afganistan, ma soprattutto per assaggiare le pizze di questo giovane, preparato ed esperto pizzaiolo.
Sta qui da un anno e mezzo e ormai si fa la fila per sedersi.
Una breve introduzione lasciata alla sua voglia di raccontarsi, di confermarsi, di distinguersi.
Farina biologica di qualità superiore. Molino Quaglia per intenderci.
Ma miscelata con farina integrale in quantità personalmente calibrate di volta in volta.
D’estate lievito di birra.
Il prezioso criscito familiare l’aveva perso ( si era spento) già prima che venisse qua.
Acqua, sale.
Lievitazione lenta a temperatura ambiente ( niente frigo ) per 24 ore.
Forno tradizionale a legna costruito apposta per la location.
Qua c’era e c’è un bar aperto da Antonio Mauro e Andrea Mancino. Il posto non nasce come pizzeria.
Materie prime di grande qualità dal pomodoro, ai latticini, al sale, all’aglio, all’olio evo.
Anche l’origano, ci tiene Ciro a dirlo, è personalmente setacciato e proviene dal Cilento.
I risultati sono perfetti.
La qualità dell’impasto e la sua maturità si apprezzano immediatamente al naso e al palato.
Si esaltano e si armonizzano soprattutto nella marinara con i pomodorini del Piennolo del Vesuvio dop di Casa Barone, piuttosto che con la passata del San Marzano.
Una bella sensazione.
Buona è anche la Pizza con Cocozza Lunga di Napoli grigliata e fiordilatte di Agerola.
E piacevole è la versione con i sciurilli e il Conciato Romano.
Superba.
Ciro Salvo non si sottrae alla prova del ripieno, il calzone, al forno.
Niente fritta, non c’è un friggitore disponibile.
Versione bianca.
Ricotta, salame napoletano, cicoli, pepe all’interno.
Fiordilatte all’esterno.
In cottura. E poi basilico.
Formidabile.
L’impasto diviene ancora più lieve, quasi etereo.
Si scioglie e si amalgama alla ricotta.
Il pepe profuma.
Salame e cicoli ci si mettono anche loro.
E si va in brodo di giuggiole.
Sabatino Sirica, maestro pasticciere Presidente dell’Associazione Pasticcieri Napoletani, commensale anche lui, spiega che la ricotta con la sua umidità fa sì che l’impasto, quando è buono di per sé, con il calore del forno si rimodula e diviene levissimo.
Standing ovation.
E così anche per la versione rossa del calzone.
Una serata da ricordare.
Ciro Salvo, pizzaiolo della terza generazione familiare è veramente bravo.
Testimoni anche, turisti non per caso, Edoardo ed Emanuela Papa della Pizzeria La Fucina di Roma.
Brindisi finali con spumante di Asprinio D’Aversa Grotta del Sole.
Ma prima le coccole con i dolci e soprattutto con la Torta alle fragoline di bosco preparata da Sabatino Sirica.
Meglio di così non si poteva concludere.
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