di Marco Contursi
Continua il mio viaggio tra le tavole cilentane sconosciute a guide a gastronomi vari.Posti lontano dalle rotte turistiche classiche e i cui titolari, molto spesso chef o meglio cuochi dei locali, non hanno tempo di “sbariare su internet” per farsi conoscere.
L’ultima scoperta è il ristorante Terra Mia a Torchiara, paese della collina cilentana a due passi da Agropoli, finora conosciuto solo per la Gelateria Di Matteo e l’azienda vinicola Case Bianche, mica roba da poco direte voi….sono capitato qui per caso, condotto da due cari amici di cui uno compagno di viaggi nonchè di banco 25 anni fa, l’altro grande chef ( in tutti i sensi!!!) in quel di Brescia.
Confesso, avevo dato uno sguardo a Trip Advisor e le recensioni non mi avevano entusiasmato troppo ma per fortuna la mia venuta è stata la conferma che il 90 % di chi scrive su TA è poco obiettivo per non dire altro. Il locale si presenta bene, pulito e ordinato, lindissimi i servizi, biglietto da visita di un locale, troppo spesso trascurato dai gestori. Delizioso il dehors esterno da cui ammirare le colline che si bagnano nel mare anche quest’anno bandiera blu. Simpatici i due proprietari, Vittorio D’ Angelo e Vincenzo Marcelli, impiegato il primo, otorino di fama il secondo, che accomunati dalla passione per la buona cucina 5 anni fa si sono lanciati in questa avventura.
Nè può essere dimenticata la signora Maria Augusta, mamma di Vittorio e valida pasticciera.
Si inizia con un classico antipasto di salumi locali eccezion fatta per il prosciutto crudo che le persone inspiegabilmente continuano a pretendere nell’antipasto quando possono comprarlo tranquillamente sotto casa, fiorilli imbottiti di ricotta e con le zeppoline, crocchè di vere patate fatti in casa. Tutto buono, con una forte e rassicurante connotazione casalinga.
A volte, quando un pastore locale glielo porta, è disponibile anche una caciotta di pecora che mi dicono eccezionale. I primi mi sono piaciuti particolarmente: fusilli cilentani al ferretto con fiori di zucca e patate, davvero buoni e mai provati prima, e gnocchetti con salsiccia e peperoncni verdi, gustosi e di sostanza. Forse un goccio di olio in meno avrebbe reso più leggeri i piatti ma la cucina cilentana di terra è tutt’altro che light.
Saltando a piè pari le tagliate argentine ( ma pecchè?!!!) mi dirigo deciso sulle cilentanissime mulignane mbuttunate e su un tenero agnello, locale, come pure la salsiccia. Vino sfuso di un produttore della zona e sorpresa….sorpresa….una piccola carta dei vini in cui trovo, non senza un certo stupore, anche chicche come il Macchia dei Goti di Caggiano o una bottiglia di Fior d’Uva 2007 che meriterebbe miglior sorte di una mensola, almeno come una sua gemella recentemente da me bevuta con soddisfazione sulla cucina sempre incredibile di Nino Di Costanzo. Si chiude con il classico cannolo cilentano o con le torte davvero ben fatte della signora Maria Augusta.
Conto sui 20 euro prendendo il menù degustazione che offre una panoramica esaustiva sulla cucina locale, 5-6 euro in piu alla carta e vi alzerete da tavola sicuramente sazi. Anche pizzeria con lievitazione di 24 h e valida cucina di pesce fresco su prenotazione.
Una menzione merita la cortese ragazza che serve ai tavoli, una graziosa brunetta molto signorile nei modi, di tutt’altra pasta rispetto al maleducato ragazzotto di una pizzeria napoletana in cui recentemente mi sono imbattuto e che mi ha fatto pensare: ” ma se nun tien ncorpo e faticà ma che c…o si sces a fà d”o liett???!!! ” .
In ultima analisi, un locale affidabile, dove mangiare bene spendendo non molto, dove si è accolti con cortesia e dove vi sarà possibile dar tregua alle vostre orecchie, messe a dura prova dal caos delle vicine e affollatissime, nonostante la crisi, località balneari, godendo il fresco della ridente collina torchiarese. A fine pasto, ho scambiato due chiacchiere con Vittorio che mi ha parlato di come sia difficile fare qualità e far quadrare i conti lontano ( appena 4 km!!!) dai flussi di massa delle località turistiche, quindi seduto fuori, da solo, nel silenzio di una notte cilentana con luna quasi piena, rotto solo dal frinire stridulo dei grilli, mi sono ricordato di una riflessione di Luciano in calce ad un suo pezzo su questo blog del 3 gennaio 2010, uno dei più belli pubblicati a mio avviso, scritto in memoria di uno chef morto sul lavoro: “Era uno chef operaio, uno dei 97.000 in Italia che non entrano nelle guide ma che con il loro lavoro quotidiano tengono in piedi il sistema e la filiera, l’unica che, storto o morto, funziona ancora.”. E’ proprio vero, quanti cuochi ci sono che pur lavorando con onestà e passione come Vittorio di Terra Mia non sono conosciuti solo perchè non si danno da fare per mettersi in mostra, onesti lavoratori che spesso con sacrifici, non sempre ripagati, cercano di offrire una cucina semplice e gustosa senza farti una rapina.
Ogni tanto ricordiamoci anche di loro. Non esistono le stelle ma anche tantissimi asteroidi operosi e silenti.
Ristorante Terra Mia
Via G. B. Riccio 2/B
Torchiara (Sa)
Tel.: 0974 841560 – 3316028977
Chiuso il lunedì
Orario: pranzo e cena ad Agosto, solo cena da Settembre e sabato e domenica anche pranzo.
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