Raffaele Troisi ha dato ampiamente prova di essere un buon interprete della viticoltura irpina ed il primo a focalizzare l’attenzione su Montefredane, divenuta una delle zone di riferimento nella produzione di fiano di Avellino. I suoi bianchi si posizionano sempre tra le etichette di punta della Campania, ma possiamo tranquillamente osare sostenendo che sono vini di eccellenza nel patrimonio vitivinicolo del Sud.
Lavorando vitigni come fiano e greco nel pieno rispetto della loro identità non rende poi difficile avere un certo riscontro sul pubblico. Entrambi danno vita a vini di gran carattere: il fiano è piacevole e avvolgente nella sua esuberanza espressa sia al naso che al palato – il greco di tufo sa incantare con la propria austerità a tratti semplice ed a tratti complessa. Nei tempi lunghi sia l’uno che l’altro sanno regalare evoluzioni profondamente interessanti. Il difficile sta nell’affermarsi puntando su un vitigno così detto minore, qual è appunto la coda di volpe. E Raffaele ha confermato il suo forte legame al proprio territorio con l’idea ossessiva di dimostrare quanto quest’uva a bacca bianca potesse essere interessante se vinificata in purezza, pur avendo un carattere semplice, ma con una identità ben definita. E’ questo il suo tributo all’Irpinia, alla sua anima profondamente vignaiola. Ci aveva già convinto con la coda di volpe base, ma attendeva il momento giusto per dare una virata decisiva al lento incedere. Ed è arrivato nel 2011, annata da lui definita eccellente per la coda di volpe, con la nascita del crù Torama. Il nome, nella lingua locale dei contadini, sta ad indicare un terreno ricco di calcare ed arenarie qual è appunto quello in contrada Vertecchia a Pietradefusi dal quale provengono le uve. In questo caso ci viene difficile definire il coda di volpe un vino rustico. E’ figlio di un lungo progetto pensato ed immaginato tante volte. E sicuramente ben riuscito. Raffaele ha puntato ad accenderne i toni ed il corpo lavorando in anticipo sulla vendemmia per dotare il vino di una buona spalla acida e di profumi croccanti. Caratteri in genere dimessi nelle code di volpe. Le uve non vengono diraspate e la resa sulle piante è piuttosto bassa così da garantire un certa struttura al vino. Caparbietà ostinata ed attesa del momento giusto hanno prodotto risultati convincenti. Il vino esprime grande energia: al naso è discreto e deciso allo stesso tempo con toni minerali evidenti e sentori di frutta gialla. Bocca piena, vibrante e succosa, di bella freschezza. Considerando che è questa la prima annata in produzione, l’esordio delle 3000 bottiglie è piuttosto promettente.
Questa scheda è di Marina Alaimo
Sede a Montefredane, contrada Vadiaperti. Tel.0825.607270. www.vadiaperti.it. Ettari: 10 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000. Fa il vino Raffaele Troisi. Vitigni: fiano di avellino, greco di tufo, coda di volpe, aglianico.
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