di Monica Bianciardi
Se il vino potesse parlare racconterebbe la storia di chi lo coltiva con passione, dedizione spesso con rinunce o decisioni sofferte. Racconterebbe delle ansie di chi è costretto a scendere a patti con inverni rigidi, gelate primaverili ed estati siccitose. Se ogni bottiglia di vino potesse raccontare la sua storia, alla fine anche noi l’assageremmo con un’attenzione maggiore, dedicandogli ogni singola volta il giusto tempo per assaporarne le intensità del racconto che ogni vendemmia ed ogni cambiamento, lascia dietro di se, come una traccia scolpita all’interno di ogni calice.
Pietroso si trova a pochi passi dal centro di Montalcino. Ci accorgiamo di essere sulla giusta via non appena scendendo lungo la collina scorgiamo un susseguirsi di colline ricoperte da viti, il cui spazio si apre all’improvviso su di una vallata così bella da mozzare il fiato. Le diverse gradazioni di verde, sembrano comporre un quadro in cui la disposizione è solo apparentemente casuale, un disegno che crea un collage perfetto fatto di sfumature e contrasti.
Non a caso la sala di degustazione di Pietroso è una grande terrazza sospesa sopra quel panorama, le cui pareti in vetro trasparente, lasciano spaziare la vista sulla campagna circostante a 360 gradi.
Gianni Pignattai, negli anni 90 ereditata l’azienda dal padre si occupa di tutte le fasi della produzione insieme alla moglie Cecilia Brandini. Una scelta dettata dalla grande richiesta di Brunello di quegli anni, ma anche dalla voglia di mantenere quelle origini che legano al territorio, iniziate con il padre di Gianni, il quale il vino lo produceva per fabbisogno personale per gli amici e la famiglia. Un insieme di tradizioni e opportunità che hanno portato ad investire con soluzioni produttive sempre più ottimali. La cantina infatti è interrata ed a temperatura costante; i vigneti si sono aggiunti nel corso degli anni un po’ alla volta. Lo scasso per far posto ai nuovi impianti vitati ed alla cantina era talmente pieno di enormi sassi da dare il nome all’azienda stessa. Anche il perimetro della cantina è interamente costruito in pietra naturale, con mura spesse anche 50 cm. All’interno botti grandi di 30 hl contengono il prezioso Brunello che riposa aspettando per anni. Nei locali in cui si trovano le grandi botti, le pareti sono tinteggiate con il colore che richiama la vinaccia, l’illuminazione è soffusa, l’insieme risulta un luogo armonico e ben curato fin nei minimi dettagli da Cecilia. Il vino dopo esegue un ulteriore affinamento in bottiglia fino alla messa in commercio.
Tasting notes
I bicchieri Zalto con cui Cecilia ci allestisce la degustazione lasciano intuire che niente a Pietroso è lasciato al caso. Mentre il primo vino viene versato lascio lo sguardo vagare ancora, aldilà delle vetrate, per godere in pieno di quelli spazi e colori che riempiono di bellezza i sensi predisponendoli ai vini che seguiranno.
Rosso di Montalcino 2015 affina per un anno in botti di rovere. Un sangiovese che sembra semplice senza esserlo affatto, puro pulito dalla beva scorrevole, appagante per freschezza e giusta morbidezza, vivace e persistente dove la viola emerge sia all’olfatto che nel finale.
Brunello 2012 annata segnata da un’estate calda ed altalenata a momenti freschi. Colore vivace rubino caldo e luminoso. Olfatto ricco, in cui il frutto è maturo, speziature arricchiscono il profumo senza sovrastarne l’essenza che mantiene e la freschezza date da erbe aromatiche,alloro e rosmarino, come una ventata estiva carica di profumi che vengono dal terreno ciottoloso e dall’erba scaldata dal sole; si aggiunge una piacevole pienezza gustativa che colma il palato di frutti rossi, maturi, carnosi, pienezza e scorrevolezza ed una texture tannica vellutata, leggiadra come seta.
Brunello Pietroso 2013
Rubino acceso da bagliori lucidi che presagiscono una buona percentuale di acidità. Brilla nel bicchiere mentre alla rotazione registro una consistenza che racconta la qualità estrattiva. Scorza di arancio, ciliegie, sottobosco, humus, viole, frutti rossi croccanti, accenni mentolati, in bocca si mostra snello e vibrante equilibrato da pienezza succosa che riporta al frutto, turgido e croccante. Incalzante di freschezza con tannini gentili seppur ancora impetuosi. Vino in evoluzione che dimostra un grandissimo potenziale evolutivo da scordare in cantina (se ci riuscite).
Brunello 2014 (assaggio di vasca)
Il più nordico tra i vini assaggiati oggi
nonostante l’estrema gioventù mostra il vero carattere fatto di erbe, pietra e terra umida, ritornano estratti balsamici e aromatici, alloro, fiori viola, primaverili piccoli frutti rossi e l’agrume che raggiunge il cedro. Palato un po’ scarno ma ugualmente intrigante per la propulsività data da una smagliante freschezza in cui il gusto è teso dall’agrume è appena frenato dalla morbidezza, tessuto tannico di bella fattura ma che giustamente si sente data la gioventù estrema. Un po’ ridotto in persistenza è comunque da riassaggiare per vederne l’evoluzione nel momento in cui l’equilibrio sarà migliorato.
Villa Montosoli IGT 2013
Nella collina sopra Montosoli un vecchio vigneto con viti di oltre 40 anni preesistenti danno luogo a questo vino che possiede l’anima di uno stile classico, quell’aurea immutata e raffinata, che risulta intramontabile per chi ama il Sangiovese. Un’ombra si cela dietro questa produzione; l’ultimo anno in commercio sarà infatti il 2015, con buona pace di chi avrebbe invece voluto continuare a godere di simile gioiello. Le vecchie vigne che avevano una densità d’impianti di appena 3000 ceppi per ettaro e rese ormai irrisorie, sono state espiantare, per far posto a nuove viti. i
Il 2013 è frutto del vigneto originario è un insieme di vitigni autoctoni, un mix variegato aereo e discreto che sprigiona spunti aromatici più floreali che fruttati, le viole e le erbe incalzano un bouquet leggiadro . Palato slanciato ed intessuto di freschezza con trama tannica finissima in cui niente prevale ma tutto si fonde a formare un’unico raffinato sorso.
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