di Ugo Marchionne
Essere un giovane chef “Made in Campania” a Milano non è cosa semplice, non per l’aspetto culturale e nemmeno per le difficoltà di ambientamento, essere un giovane chef campano a Milano è difficile perché ci si aspetta sempre tanto, anche da se stessi. La storia che andiamo a raccontare oggi è quella di Luigi D’Antonio, 21 anni, partenopeo nel cuore e nello spirito, un bravissimo ragazzo. Allevato alla corte di Salvatore Iannone, annovera fra i suoi maestri anche Salvatore Bianco, 1* Michelin al Comandante dell’Hotel Romeo di Napoli e Pasquale Palamaro anche lui 1*Michelin in quel di Ischia. Sotto la guida del suo maestro Salvatore Iannone, il bravo e capace Luigi è riuscito a ritagliarsi un gran bello spazio in quel del J.K. Place di Capri che un tempo fu la corte di Eduardo Estatico, riuscendo a conquistare la fiducia sul campo di postazioni ed incarichi di partita.
Il mare di Capri dunque, le isole e la clientela della bella Napoli anche all’indimenticato Salotto Parthenope. Poi finalmente la grande occasione: Milano, in Brera. La proprietà del Tivoli 3, il bellissimo ristorante con annessa pizzeria Gourmet in Brera della quale è Executive Chef, è rimasta impressionata dal talento del giovane Luigi, ancora impegnato fermamente in un lungo processo formativo, affidandogli la direzione dell’orchestra di cucina di questo gioiello che sorge laddove prima sorgeva il famoso Lentini’s di Milano già affermato ristorante e meta di congressi enogastronomici. Doverosa premessa. A 21 anni non è facile reggere i ritmi milanesi di sala e cucina, improntati su servizi che iniziano molto presto e finiscono molto tardi, ma forte delle sue esperienze passate, il bravo Luigi è riuscito ad inanellare una serie di successi veramente encomiabili soprattutto nello studio del menù, così immediato, classico eppure così personale.
Dalle paste fresche, ai secondi, dagli antipasti ai dessert, complici i tanti anni di studio in giro per la Campania e non solo, Luigi è riuscito ad elaborare un menù veramente complesso e divertente che ruba quà e là anche ai grandi classici della cucina milanese, esplicitandosi in un’ottima interpretazione del risotto allo zafferano con vongole e limone e di un sontuoso ossobuco con purea di patate affumicate.
La strada è ancora lunga da fare, così come lunghi sono gli anni che attendono il bravo luigi davanti a sé, ma in alcuni piatti quali ad esempio l’uovo cotto a bassa temperatura con trucioli di pane croccante e spuma di provola con farine vegetali o l’ingresso di assaggi di benvenuto dalla cucina o le cotture sui secondi è possibile reperire tanto, ma tanto dei suoi maestri.
Segno questo che il giovane Luigi ha pochi grilli per la testa e tanta ma tanta voglia di concretezza, di far bene. Far bene appunto, riscuotere successo non è facile, soprattutto in Brera, terreno molto ma molto difficile a Milano, ma le esperienze in alcune delle cucine più difficili della Campania hanno temprato il buon Luigi D’Antonio rendendolo pronto alle battaglie giornaliere, soprattutto perché prima di essere un buon executive chef è stato un bravissimo e capace cuoco di partita, in prima linea, a reggere il gioco, a tenere la palla, a lavorarla ed a servirla bene per le reti dei suoi capitani del tempo.
Tivoli 3 Restaurant è un locale in cui si possono vivere un po’ delle sensazioni della New York degli anni ’50, con una location veramente unica nel suo genere con pochi analoghi nel quartiere, dove la cucina è l’assoluta protagonista unitamente all’ottimo prodotto pizza. Un ristorante arredato con tantissima cura ed un menù semplice elaborato da Luigi fanno eco ad un servizio di sala ben espresso da un personale qualificato e gentile.
Di fronte al piccolo teatro Strehler e a 5 minuti a piedi da Piazza Castello, il bravo Luigi si esprime quotidianamente con buona dose di perizia, facendo fronte alle necessità ed alle richieste di una clientela sensibilmente diversa rispetto al pubblico campano, sebbene il ristorante abbia un’anima ed una vocazione fortemente campanilistica e protesa a Sud.
Via Tivoli, 3, 20121 Milano
Dai un'occhiata anche a:
- Antica Trattoria Moreieta 1890 ad Arcugnano: cucina veneta sui colli Berici
- Osteria del Treno a Milano, il primo locale da provare in città
- Nin di Terry Giacomello a Brenzone sul Garda: il viaggio a 360° con l’apprendista stregone della cucina non solo italiana
- Emanuele e Michela Scarello conquistano la Croazia: Agli Amici Rovinj a Rovigno
- Osteria Trevisi: autenticità veneta nel cuore di Treviso
- Clinica Gastronomica Arnaldo è la stella Michelin più longeva d’Italia, dal 1959
- La Bottega del Sale a Comacchio di Genny Pirazzoli
- Procaccini a Milano non rappresenta il nuovo, ma sicuramente il buono