di Enrico Malgi
Diciamo la verità: le molteplici bottiglie di vino degustate a casa di Luciano Pignataro pochi giorni fa erano tutte eccellenti senza ombra di dubbio. Ovviamente alcune di esse hanno suscitato in me un maggiore interesse, per cui ritengo utile menzionarne qualcuna in particolare.
In questa occasione prendo in esame l’etichetta Titolo Aglianico del Vulture Doc 2019 by Anfora di Elena Fucci. Soltanto Aglianico vendemmiato a fine ottobre. Maturazione in anfore di terracotta per un anno e mezzo ed affinamento in vetro per sei mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale intorno ai 50,00 euro.
Ecco qui un vino che non si dimentica facilmente, che appena si approccia alla vista esibisce subito una coreografica e solare livrea rosso rubino appena attraversata da lampi purpurei. Bouquet intensamente costellato da espansivi e multiformi profumi, che richiamano alla mente tanta buona frutta che rallegrano le narici: ciliegia, prugna, cassis, mirtilli, more, noci e mandorle in modo particolare. Credenziali di fiori vestiti di rosso, fragranze vegetali, giocosità cenerine e captazioni speziate vanno poi a comporre e completare in modo perfetto tutto il corredo aromatico. L’ospitale bocca accoglie un sorso subito avvolgente e sontuoso, essenziale e tipico, morbido ed accondiscendente, fresco e balsamico, aggraziato e sospiroso, sapido e minerale. Tessitura tannica di grande pregio. Contatto palatale da antologia, così pieno, profondo, sensuale, arrotondato, vivace, armonico e bene equilibrato, per un gusto tonico e corroborante. Allure classicheggiante, aristocratica, affascinante, antologica, elegante e fine. L’Aglianico del Vulture sembra somigliare a quello dell’Irpinia e del Sannio, ma in fin dei conti è molto diverso, non fosse altro per la sua più spiccata bevibilità, morbidezza ed una trama tannica più affusolata. Nel caso in oggetto qui abbiamo un vino monumentale, che sa interpretare il territorio vulturino con uno stile curato e moderno ed anche in modo così caratteriale e passionale. Nel suo Dna possiede poi una potenzialità di conservazione a lunga gittata. Affondo finale decisamente persistente ed epicureo. L’abbiamo assaggiato su tanta buona roba che non ricordo più, ma sicuramente questo vino straordinario ha recitato la sua parte in modo impeccabile.
Azienda Agricola Elena Fucci
Contrada Solagna del Titolo – Barile (Pz)
Cell. 320 4879945
info@elenafuccivini.com – www.elenafuccivini.com
Enologo: Elena Fucci
Ettari vitati: 7 – Bottiglie prodotte: 30.000