Questa estate non lo troverete nella sua mitica enoteca davanti al porticciolo di Acciaroli. Il sorriso gentile di Dom Florigi, uomo colto dai modi leggeri ed eleganti, si è spento per sempre domenica sera chiudendo un’epoca davvero fantastica su uno dei tratti di costa più belli del Cilento. Florigi Mazzarella, un ricco passato di grande passione politica e impegno ideale, si era rifugiato qui per fondare un vero presidio del gusto di grande qualità. Fu lo squillo di tromba della rinascita del Cilento, per la prima volta i giovani produttori del Parco avevano qualcuno a cui portare le loro bottiglie quando ancora nessuno ci credeva. Davvero le aziende cilentane sono emerse anche grazie a persone semplicemente disponibili come lui. In questi dolci anni l’enoteca Dom Florigi è stata frequentata da vignaioli, appassionati, scrittori, giornalisti, artisti, un punto obbligato di passaggio per chi ama il Cilento, i suoi vini, il suo cibo, la sua civiltà. Lo stile del nostro amico era asciutto, educato, composto, tutte le storie che hanno attraversato il mondo del vino negli ultimi quindici anni non gli appartenevano. Gli scontri, le polemiche, gli innamoramenti per questo o quel vitigno, produttore, territorio, erano per lui, per noi, solo mode passeggere per parvenue bisognosi di coprire il loro vuoto esistenziale. Per lui, per noi, il vino era unicamente uno degli strumenti per capire il territorio e stare bene con le persone. Lo ricordiamo volentieri con l’Aglianico affinato ad appena cento metri dalla sua enoteca, il Kànthari 2003 Paestum igt di Nicola e Antonia Tipaldi pensato da Robertino Di Meo. Un rosso potente, esuberante, in linea con l’annata 2003, siccitosa e difficile. La piccola azienda, la bandiera piazzata più a Sud dalla viticoltura campana, in tre anni ha rafforzato la sua presenza: adesso completa la linea, iniziata con il Fiano Cerzalonga, il Cilento Bianco da uve fiano e malvasia profumata, due prodotti dallo straordinario rapporto tra qualità e prezzo, e una Barbera Paestum igt passata solo in acciaio. Abbiniamo il Kànthari al capretto del Frantoio di San Mauro Cilento dove Florigi ha passato la Pasquetta mentre il Fiano di Nicola lo consigliamo sul menù proposto dal nuovo ristorante di Acciaroli, Mediterraneo, il pescato salta direttamente dal mare al piatto. Con Nicola e Antonia abbiamo provato Aglianico e Fiano una sera d’estate mentre le cianciole dei pescatori beccheggiavano lascive nel porto. Florigi ci consolò con tonno e alicette e ci fece compagnia. Con lui abbiamo sempre bevuto bene, così semplicemente, nel nostro Cilento. Siamo contenti di averlo conosciuto e lo ricorderemo sempre.