Incontro per la prima volta questa etichetta straordinariamente seducente lungo le spire della Rampa Nord del Lingotto a Torino in occasione della grande degustazione Slow Wine 2013. Mi sorprende sempre moltissimo come un vino sappia lasciare un ricordo così forte dopo aver sostenuto un numero elevato di assaggi. Tra l’altro le distrazioni erano notevoli vista la confusione dovuta alla rilevante affluenza di pubblico ed ai tanti incontri ai quali non puoi proprio sottrarti. Rappresenta il mio primo approccio in zona Piemonte.
Un grande bianco prima di passare ai rossi di ben più nota fama. Il timorasso è un vitigno autoctono delle colline tortonesi nella provincia di Alessandria. Quasi scomparso nel tempo, un po’ perché questa è terra soprattutto di rossi dominata prepotentemente dalla barbera, un po’ perché poco produttivo e difficoltoso nelle pratiche agricole. Infatti i contadini spesso hanno preferito sostituirlo con il cortese, vitigno a bacca bianca generoso e facile sia in vigna che in cantina. Anche il notevole abbandono da parte della popolazione della fascia di terra compresa tra l’alta Val Curone, l’alta val Grue e la Val Ossola in cerca di migliori condizioni di vita ha oscurato non poco il futuro del timorasso.
La riscoperta di questo favoloso vitigno si deve alla caparbietà di Walter Massa che con il suo carattere esuberante ed il forte legame al territorio ha deciso di dargli un destino più felice. Grazie alla sua forte determinazione ed ai risultati ottenuti, altri piccoli produttori hanno preso coraggio e seguito il suo esempio investendo sulle singolari potenzialità di questo bianco dalla grande personalità. Spesso ci viene chiesto di spiegare cosa sia esattamente la mineralità di un vino? Ecco, ora potrei rispondere che è il Timorasso Il Montino 2010. Il nome ha origine dalla vigna che genera l’uva con la quale è prodotto. Anche la famiglia Semino ama spassionatamente il timorasso che ricopre un ruolo importante nei 20 ettari di proprietà a Vho, piccolo borgo a 5 chilometri da Tortona. L’azienda la Colombera è alla terza generazione di produttori ed il cuore pulsante è quello di una donna, la giovane Elisa. Questo crù prende vita nel 2006 proprio per sottolineare con fermezza la propria passione per il timorasso. È esuberante sia al naso che al palato. I sentori minerali e di idrocarburi sono decisi, timidamente accompagnati da toni fruttati di pesca ed accenti di pepe bianco. In bocca corre veloce sulla spinta della freschezza e della sapidità marcata che rendono profondo e scattante il corpo comunque importante. Presa dall’assaggio così coinvolgente ho dimenticato almeno per qualche minuto la tortura dei miei tacchi alti.
Questa scheda è di Marina Alaimo
4.500 bt; 20 €
La Colombera ha sede in Frazione Vho, Strada Comunale per Vho n°7 , Tortona (AL)
www.lacolomberavini.it info@lacolomberavini.it tel. 0131 967795
Dai un'occhiata anche a:
- Chablis Valmur 2001 Grand Cru Albert Pic
- Prendersi il tempo con lo champagne Abele’ 1757
- Dom Perignon 2002 Plenitude 2
- Inside Krug’s Kitchen: dieci anni di “Krug X” a Parigi. Noi ci siamo stati
- La Maison di Champagne Bruno Paillard sceglie Napoli per l’anteprima nazionale dell’Extra Brut Millésime Assemblage 2015
- Pouilly-Fumé Appellation Pouilly Fumé Contròlée 2020 Tradition Cullus Vieillies Vignes – Domaine Masson- Blondelet
- L’Esclusiva MasterClass Cuzziol Grandi Vini | Vincent Girardin e la Borgogna, la Côte de Beaune e il Meursault a Palazzo Petrucci
- Nuits-Saint-Georges 2014 Premier Cru – Domaine Chevillon