di Antonio Di Spirito
E’ inutile negarlo: certi vini e certi produttori esercitano un fascino irresistibile, per cui sei disposto anche a qualche rinuncia, ma l’appuntamento non te lo perdi!
E’ successo proprio così: una serata con i vini di Vietti in una delle cattedrali del vino a Roma, l’Enoteca Ristorante Achilli al Parlamento, ed un parterre di critici enogastronomici di grande caratura e con i quali è stato un piacere ed un onore dialogare.
Innanzitutto voglio tributare un plauso alla location ed in particolare allo staff dell’enoteca- ristorante: siamo stati “serviti” da alcuni ragazzi giovanissimi che mostravano sicurezza, stile, preparazione e professionalità come se avessero una esperienza lavorativa di venti anni.
Tutto questo in un periodo come quello attuale, in cui le difficoltà a reperire personale di sala e, per di più, con scarsa preparazione, è un problema molto diffuso. Da qui la nostra piacevole sorpresa!
Molto del merito va, naturalmente, a chi li ha scelti ed inseriti in un ruolo così importante e prestigioso!
Dell’azienda ho ancora vivo il ricordo della mia visita in cantina: la lunga bottaia sistemata in un anello circolare, una terrazza che è un grande punto d’osservazione di dolci declivi vitati e di piante di sambuchi che spuntavano dal terreno contiguo al terrazzo. E, poi i vini: tante etichette, tutte di elevata qualità!
Oggi l’azienda non è più guidata dalla famiglia omonima, perché dal 2016 è stata rilevata dal gruppo Krause; lo staff di produzione, però, è rimasto pressoché lo stesso.
La storia ci dice che alla fine del 1800 Carlo Vietti fondò la cantina di famiglia sul punto più alto del borgo medioevale di Castiglione Falletto. Attraverso le figure di Mario, figlio di Carlo, Alfredo Currado, grande enologo, nonché genero di Mario, e dagli anni ’90 fu Luca Currado Vietti, affiancato dalla moglie Elena Penna, a raccogliere il testimone dell’azienda.
Sempre elevata fu la qualità dei vini, ma le innovazioni culturali ed artistiche sono state tante:dalla vinificazione separata delle uve provenienti dai singoli vigneti, dando vita ai primi "cru", all’adozione di etichette d’autore, coinvolgendo artisti del calibro di Gianni Gallo, Pietro Cascella, Pier Paolo Pasolini e tanti altri.
Gli assaggi
Molto lunga la lista dei vini assaggiati
Timorasso Derthona 2022 – Colli Tortonesi DOC Timorasso
Si tratta di un’anteprima; infatti, uscirà fra circa un anno. Color paglierino intenso, senza altri riflessi cromatici, è poco floreale al naso, in compenso offre tanti profumi di frutta croccante bianca e gialla; al palato ritroviamo tutta la frutta annunciata al naso, è un po’ agrumato e lascia in bocca una scia intensamente speziata e sapida.
La Crena 2021 – Barbera d’Asti DOCG
Al naso è ricco di frutta rossa, un mazzetto di viola e qualche fogliolina a complemento; il sorso è fruttato e molto sapido, ha qualche nota vegetale, tanta acidità, seppur domata e ben integrata con il tannino, ed una gradevole speziatura.
Vigna Scarrone 2021 – Barbera d’Alba DOC
Leggermente agrumato, emana profumi di viola e frutta rossa; ricorda vagamente le vecchie Barbera di esaltate da Gianni Brera: tanniche, acide ed un po’ scorbutiche; ma, dopo il primo impatto, c’è un ritorno di sapori fruttati, di freschezza e sapidità. Ha un bel passo deciso.
Vigna Vecchia Scarrone 2021 – Barbera d’Alba DOC
La parte più vecchia della Vigna Scarrone è stata vinificata a parte ed il confronto si impone, visto che l’unica differenza è l’età delle viti. Al naso regala profumi più intensi, mentre al palato è meno scorbutico, più armonico e raffinato.
Roncaglie 2020 – Barbaresco DOCG
E’ floreale al naso, con leggero profumo di sambuco, poca frutta e traversina ferroviaria, il tipico descrittore come usava una volta; il sorso è fruttato, tannico ed asciutto, ma l’acidità e la speziatura arrivano subito in soccorso a ravvivare la beva. 93
I cru di Barolo
Castiglione 2020 – Barolo DOCG
Questo vino si chiama Castiglione, ma le uve provengono da piccoli vigneti di vari comuni della zona del Barolo. Al naso offre i caratteri essenziali della tipologia: ciliegia, viola e sambuco; il sorso è fresco, tannico ed asciutto; il ritorno della freschezza fa apprezzare saporite note fruttate e leggermente speziate.
Brunate 2020 – Barolo DOCG
Il vigneto Brunate si trova nel comune di La Morra; al naso si concede con profumi di viola, rosa e ciliegie; il sorso è fruttato, scorrevole ed abbastanza soffice nella componente tannica; delizioso, saporito e raffinato.
Cerequio 2020 – Barolo DOCG
Spettro olfattivo complesso, si apprezzano i profumi di viola, ciliegia e sambuco; il sorso è fruttato, succoso e saporito; il tannino è soffice, anche se molto asciutto; in chiusura, però, la freschezza ripulisce il palato e lascia spazio ad una leggera speziatura.
Lazzarito 2020 – Barolo DOCG
Siamo nel comune di Serralunga d’Alba, in un appezzamento a forma di anfiteatro con esposizione sud-ovest. Su una base di sambuco si apprezzano profumi di frutta rossa e viola; ha un ingresso al palato molto fresco, offre un tannino imponente e setoso, è fruttato, saporito e speziato. Fra i più pronti della serata.
Rocche di Castiglione 2020 – Barolo DOCG
Sulle Rocche di Castiglione Falletto, da dove provengono le uve per questo cru, ci sono vigneti impiantati nel 1950 e 1968 su terrazze a ripida pendenza e con esposizione sud. I profumi di viola e ciliegia sono accompagnati da una sottile nota di cardamomo. Sorso inizialmente fruttato e saporito, poi evidenzia un tannino potente, ma levigato; è speziato e sapido.
Ravera 2020 – Barolo DOCG
Il vigneto Ravera si trova nel comune di Novello. Austero e profondo al naso, inizialmente difficile da leggere; lentamente si concede con ricche note di frutta rossa, qualche erba aromatica e di carrube, infine balsamico. Il sorso è fruttato e leggermente agrumato, sapido, fresco, scorrevole, fine, saporito e persistente.
Monvigliero 2020 – Barolo 2020
La collina di Monvigliero è sicuramente la più importante del comune di Verduno ed uno fra i più prestigiosi barolo. Naso variegato con profumi di frutta rossa, rosa, sambuco e cardamomo; sorso fruttato ed agrumato, ha un tannino levigato, è scorrevole, molto saporito e freschissimo.
Rabajà 2019 – Barbaresco Riserva DOCG
Solo 1800 bottiglie di questo vino prodotto da viti impiantate nel 1982. Ciliegia, viola, agrumi, e leggera affumicatura a completare lo spettro olfattivo; al palato porta sapori di frutta rossa croccante, ha un tannico levigato, è molto fresco, sapido ed appena speziato.
Barolo 2016 – Barolo Riserva DOCG
Assemblato da vari cru, offre profumi di ciliegia, viola, rosa e sambuco; al palato mostra un tannino ancora molto vivo ed astringente, comunque fruttato e saporito, poi fresco, scorrevole e speziato.
Villero 2016 – Barolo Riserva DOCG
Austero e fruttato, profuma di viola e sambuco. Al palato rasenta la perfezione: ogni caratteristica (veramente tante) sono intense e nella giusta misura in un perfetto equilibrio: Elegante.
Sicuramente il migliore della serata!
Durante la cena sono stati serviti alcune vecchie annate
La Crena 2011 – Barbera d’Asti DOCG
Viola, rosa e ciliegia al naso; sorso morbido, fruttato, fresco, con un tannino sontuoso; molto persistente ed elegante.
Castiglione 2013 – Barolo DOCG
Frutta rossa, viola, sambuco e rosa; al palato ritroviamo frutta rossa saporita e tanta freschezza; ha un tannino impetuoso, ma soffice; chiusura speziata.
Lazzarito 2010 – Barolo DOCG
Molto intenso al naso con frutta rossa, viola e sambuco; al palato porta un tannino vellutato, il sorso è saporito, speziato e fresco; molto persistente.
REPORT DEL 9 GIUGNO 2023
Kyle Krause è l’imprenditore americano che nel 2016 si è comprato Vietti, oltre a Enrico Serafino (a Canale) e altri 12 ettari nel Barolo. Un ingresso clamoroso a cui è seguita una visione coerente e rassicurante: acquisti di nuovi terreni a Timorasso e nella zona del Barbaresco, al lavoro lo stesso personale che vive l’azienda come propria, uno stile coerente con il passato e la voglia di proseguire senza sbalzi in una crescita costante e continua.
Ed eccoci con la prima degustazione storica del nuovo corso.
Colli Tortonesi doc Timorasso 2021
La nuova avventura della proprietà americana di Vietti: parliamo dell’acquisto di dodici ettari nell’areale della doc che attende la modifica nominale in Derthona. La fermentazione è classica, in vasca di acciaio. Si affianca poi la fermentazione a cappello sommerso sulle bucce per finire il procedimento in un tino di legno. Terza fermentazione senza decantazione sulle bucce, poi in ceramica. Il bianco è decisamente fresco, di buon corpo, agrumato, con note di frutta a pasta bianca, sentiamo la pera matura. Al palato è sapido, lungo, con una chiusura lunga e precisa. Il primo realizzato con l’80 per cento di proprie uve.
Barbera Vigna Scarrone 2021 doc
Vinificazione classica in vasca d’acciaio, con fermentazioni di 18 giorni circa, poi 16 mesi di legno piccolo. Si sente l’amarena al naso, la bocca è fresca, scattante, piacevole, lunghissimo. Molto scalpitante al palato. Una Barbera gastronomica.
Barbera Vigna Vecchia Scarrone 2021 doc
La differenza è nella macerazione a freddo che precede la fermentazione. Naso più equilibrato, sensazioni di amarena ma anche di incenso, liquirizia. Al palato anche in questo caso è scattante, il sorso lungo e appagante. La vigna è di cento anni, il vigneto risale al 1918, appare più equilibrata, complessa, profonda. Nebioleggiante :-)
Il Barolo di Vietti
Barbaresco Roncaglie Masseria 2019 docg
Per diversi anni il Barbaresco di Vietti era prodotto con uve acquistate. Nel 2018 l’aqcuisto di tre ettari a Roncaglie che da il nuovo nome all’etichetta. Finezza ed eleganza sono i due aggettivi che definiscono questa bottiglia straordinaria. L’affinamento in botte grande per 30 mesi. Vietti va oltre il disciplinare ed esce insieme ai Barolo. Grande bottiglia di una grande annata.
Barolo 2019 Castiglione docg
Un livello di affidabilità molto interessante, i tannini sono davvero ben trattati, dolci e levigati. Sentori di frutta rossa,note balsamiche, lungo, finale pulito, preciso, decisamente bevibile.
Barolo 2019 Cerequio docg
Grande bottiglia, un insieme di sentori di frutta rossa fresca, lampone e fragole. Note mentolate e balsamica.Il vigneto La Morra acquistato nel 2018 da Chiarlo. Un grande finale, lungo, piacevole.Un vino che esprime giovinezza, energie, note di eucalipto, piacevolissimo come il Barbaresco.
Barolo 2019 Brunate docg
Più spigoloso, con il tannino leggermente più asciutto, frutto rosso più cupo. Un vino che deve essere cercato nel bicchiere. Le vigne sono del 1959 e del 1967, in ottima condizione.
Barolo 2019 Rocche di Castiglione docg
Siamo a Castiglion Falletto, una striscia di terra leggermente estesa nel 2010.Un vino complesso e ampio, sapido e lungo, decisamente piacevole. Un cru storico di Vietti, nato nel 1961.
Barolo 2019 Lazzarito docg
Siamo a Serralunga con esposizione a ovest, tre ettari di vigna. Prevalgono le note balsamiche e note eteree, c’è tanta piacevolezza. La chiusura è incredibile, lunga, invita a ripetere. Sul finale spuntano piacevoli note di bergamotto. Anche questo cru storica nel 1989, pezzo dopo pezzo si è composto il vigneto.
Barolo 2019 Ravera docg
Vigna comprata nel 1996 nel comune di Novello. Una vigna difficile, nel 2010 si è ripartiti con il cru lavorando su botte grande. Nessun travaso, gioco sulla riduzione. Un rosso da attendere con pazienza, ha bisogno di più tempo per riequilibrarsi, anche per la freschezza estrema che lo caratterizza.
Barolo 2019 Monvigliero docg
Siamo nella propaggine nord del Barolo, anche la più bassa, influenza dal Tanaro. Il procedimento precede uva intera con raspo. Accentua le note salmastre, sapide, la salamoia delle olive. Un vino di maggiore morbidezza. Ritorna la frutta rossa nel finale.
Barolo riserva 2015 docg
La trionfale cavalcata si chiude con un Riserva della grande annata 2015, unione di due cru Sgarrone (Est) e Fiasco (Ovest). Note mentolate, di china, di frutta secca, foglie, rosa sotto spirito: un vero e proprio caleidoscopio di sensazioni. Grande bottiglia all’inizio di un percorso che sarà eccezionale.
Abbiamo vissuto con questa entusiasmante degustazione un lavoro enorme di tutela e difesa di biodiversità della Langa. Il primo enologo della cantina Eugenio Palumbo coadiuvato da Fabio Rapalino ci ha portato lungo le colline attraverso i diversi bicchieri. Proprietà americana, enologi italiani, personale macedone e una domanda: dobbiamo avere paura della sostituzione etnica o gioire della fusione fra persone nate lontane e unite dalla grande cultura che gratifica il proprio lavoro con una viticultura di precisione? Può sembrare retorico, ma la storia ci dimostra che il progresso non è mai questione di purezze ma di cultura e lavoro. E Vietti è tutto questo al massimo livello possibile e ha aperto la Langa al futuro delle grandi zone mondiali del vino.
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