I FAVATI
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
L’azienda dei fratelli Piersabino e Giancarlo Favati e di Rosanna Petrozziello è destinata a grandi cose. Alle spalle ci sono dieci ettari di vigneti ad alta quota che hanno sempre regalato buone soddisfazioni agli appassionati e che noi abbiamo seguito decisamente con passione e attenzione pignola dalla prima vendemmia datata 1997, sino ad assegnare il vino del cuore al Fiano Pietramara che nasce dall’omonimo vitigno. Così il Taurasi prodotto con l’aglianico di Terzo Tratto a quota 550 metri. La prima uscita è del 2004 ed effettivamente non poteva esserci annata migliore se è vero, come osservano Paolo De Cristofaro e Raffaele Del Franco, che il millesimo consacra questo vino perchè rimanda alle storiche 2001, 1999 e 1997. La mano esperta di Enzo Mercurio fa decisamente il resto riproponendo quel giusto equilibrio, uso un’altra volta la parola classico, tra il legno e la frutta. Devo dire che mi sono entusiasmato di fronte a questa bottiglia come con le prime uscite del Salae Domini di Caggiano perchè i troviamo di fronte ad un rosso di grande spessore, ancora scalpitante e in cerca di riequilibrio in bottiglia, ma con i tratti caratteristici del fuoriclasse. A cominciare dal naso che, come in tutti i grandi vini, ha una trama narrativa lunga e in continuo movimento, dopo la prima zaffata di frutta rossa matura al punto giusto, emerge infatti il dosaggio del legno attraverso note speziati leggermente dolci, un tocco lieve e non esagerato di cioccolata, un po’ di liquirizia, persino una nota fumè, il tutto sul tappeto volante di una mineralità ben marcata. Ma quello che mi piace è soprattutto l’equilibrio sottile di questo vino, una bellezza quasi eterea, non invasiva, con gli assi portanti in giusto rapporto, rosso del freddo non masticabile ma bevibile, direi quasi una inversione di tendenza rispetto all’evoluzione generale perchè ci riporta al Taurasi come l’abbiamo conosciuto ma senza il limite del tono monocorde che gli impediva di decollare nelle degustazioni coperte. Un classico ripulito, per capirci, dal carattere ben definito. In bocca domina sovrana la freschezza, a occhi chiusi sembra inizialmente un bianco prima di riproporre le note di frutta rossa: la beva dimostra come sia lungo il cammino davanti perchè l”equilibrio olfattivo si disperde nella materia prima ancora in fase di ricomposizione, come sempre i vini campani e irpini in particolare manifestano questa dicotomia nei primi anni di vita in modo marcato, mentre i tannini sono ancora leggermente astringenti. Le istruzioni per l’uso a questo punto sono chiare: se siete persone che non sapete aspettare, allora potete usarlo tranquillamente in abbinamento a qualsiasi piatto strutturato o con formaggi particolarmente stagionati perchè in bocca ritroverete il fantastico equilibrio olfattivo che mi ha incantato. Se invece siete cassettisti, vi consiglio di andare a trovare Rosanna, farvi una buona scorta ed aprirlo nelle grandi occasioni non prima del 2015, sicuramente infati l’evoluzione di Terzotratto promette molto bene e darà grandi soddisfazioni agli appassionati: sarà un prezioso Taurasi da meditazione. Bravo Enzo, esecuzione da manuale.
Sede a Cesinali, Piazza Di Donato
Tel. 0825.666898
Sito: http://www.cantineifavati.it
Email: info@cantineifavati.it.
Enologo: Enzo Mercurio
Bottiglie prodotte: 70.000
Ettari: 10 di proprietà
Vitigni: fiano di Avellino, greco di Tufo, aglianico
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