Avvertenza: i fatti narrati non sono frutto dell’immaginazione ma sono realmente accaduti lo scorso 7 giugno. Gli “scambisti del vino” (no, nessuna connotazione erotica…) sono gli appassionati che erano a Terroir Vino:vino, persone e web, intenti a trafficare con un bel po’ di bottiglie; buona parte di essi si annidano sui social cosi, twitter e vinix in testa.
Comincio dalla fine, con il sottoscritto che lascia Genova a malincuore dopo un’intesa giornata trascorsa ai Magazzini del Cotone per Terroir Vino. Nelle mani tre bocce – il Prosecco Còlfondo di Bele Casel (vino frizzante a fermentazione naturale), la Barbera d’Asti 2007 di Cascina ‘tavijn e il Vino Nobile di Montepulciano 2007 di Crociani – barattate, nell’ordine, con @belecasel (alias Luca Ferraro), @tirebouchon (alias Vittorio Rusinà) e @susannacrociani.
Lo stesso numero di bottiglie che ho scambiato io: un Fiano di Avellino 2005 di Ciro Picariello (se l’è accaparrato @giuliano_abate, pare su suggerimento di un altro campano, @massimodalma) e due Sinopea 2008 di Masseria Felicia (entrambe finite nelle mani di una signora, tuttora da identificare…). In effetti, la mia idea iniziale era quella di barattare 3 bianchi con qualche annetto sulle spalle (rigorosamente campani, un fiano di avellino, un greco di tufo e una falanghina del taburno), per testimoniare – nel mio piccolo – le grandi potenzialità anche in termini di longevità dei tre vitigni a bacca bianca più importanti della mia regione. Purtroppo c’ho pensato troppo tardi e ho dovuto, perciò, fare i conti con la difficoltà di reperire le bottiglie “giuste”: missione compiuta per la boccia di Ciro Picariello, assente il greco di tufo, cambio di rotta per la falanghina. Vabbè, è andata come è andata, l’anno prossimo mi organizzerò prima.
L’idea del Baratto Wine Day, perchè questo è ciò di cui sto parlando, quella – invece – è venuta a Davide Cocco (per i twitteri @studiocru) che l’aveva esposta, quasi per gioco, proprio a Genova, un anno fa, durante l‘unconference pre-Terroir Vino. E così, dopo il battesimo del 29 novembre 2009 in quel di Reggiolo, la seconda edizione si è svolta nell’ambito della manifestazione ideata da @filipporonco e TigullioVino.it, giunta ormai alla sesta edizione.
I numeri non lasciano troppi dubbi: più o meno 250 le bottiglie scambiate nel corso della giornata. Ma successo è stato soprattutto per il contagioso entusiasmo che ha animato i partecipanti in un gioco semplice, divertente e costruttivo. Funziona così: tu porti una, due, tre, quattro bottiglie e ne scegli altrettante tra quelle degli altri, tutte esposte in una sala appositamente dedicata. Nessuna distinzione di valore economico: una bottiglia vale esattamente una bottiglia, così come la mezza ne vale una; una magnum vale due bottiglie.
A me la cosa è piaciuta molto, davvero. Bello anche il logo, due mani a forma di grappolo che si stringono l’un l’altra a formare un cuore. Il #BWD, per come è pensato, è un modo “leggero” per conoscere nuove bottiglie e gli stessi “scambisti” che le hanno portate (lasciando traccia del proprio nome sull’etichetta “parlante”). E – perché no!? – un’ottima strategia di comunicazione per gli stessi produttori, magari di piccole denominazioni, desiderosi di far conoscere i loro prodotti. Ovvio, purché – nel caso dell’appassionato – non si portino “avanzi di cantina”… Ma a Genova, ve lo posso assicurare, se ne sono viste di belle bocce…
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