Il fascino intramontabile dei vini flegrei, la loro storia e la prospettiva per il futuro sono stati i protagonisti della seconda edizione di Terroir Campi Flegrei, un evento tenutosi presso il Lido Turistico sulla splendida spiaggia di Miliscola a Bacoli (NA).
Una festa dell’enogastronomia di uno dei luoghi più suggestivi della Campania, dove i vini flegrei DOC hanno avuto il ruolo principale nell’evento che in questa edizione ha visto un confronto con le produzioni dell’Etna, un altro territorio vulcanico. La gastronomia locale, invece, è stata il cuore pulsante della manifestazione con circa trenta interpreti delle specialità locali, tra chef, pizzaioli, pasticceri e gastronomi, le cui creazioni sono state abbinate ai vini Falanghina e Piedirosso Campi Flegrei DOC.
Tra i relatori del workshop, gli enologi Rita Martino e Gerardo Vernazzaro, il wine specialist Pino Savoia e il maître Giannantonio Scotto di Vetta.
La Falanghina dei Campi Flegrei è stata valorizzata in tutte le sue sfumature, in una degustazione che ha evidenziato gli elementi naturali e umani come identità e storia di questo vitigno che cresce nella terra del fuoco e del mistero. La vasta caldera vulcanica che si estende lungo la costa del Golfo di Pozzuoli, con il clima mediterraneo che gode di una quantità di luce solare durante l’anno e le tradizioni vitivinicole secolari, unite alle tecniche di coltivazione e ricerca, contribuiscono a mantenere elevata la qualità dei vini flegrei.
Una degustazione che ha permesso di esplorare le diverse sfaccettature della Falanghina Campi Flegrei, mettendone in evidenza l’evoluzione e valutando il passato, il presente e il futuro di una delle zone vinicole più affascinanti d’Italia, offrendo ai partecipanti un’esperienza eccezionale dedicata alla cultura del vino. La verticale ha concesso un incantevole viaggio attraverso le molteplici sfumature di questo vino: dalle fresche e fruttate note delle annate più recenti alle complesse e mature espressioni dei vini più invecchiati, con la traccia comune della sapidità, dove ogni bicchiere ha raccontato una storia singolare del territorio e dei suoi produttori. Un’opportunità per apprezzare la versatilità e la longevità della Falanghina, un autentico gioiello enologico della Campania, che nei Campi Flegrei trova espressioni identitarie e particolari.
Verticale Falanghina Campi Flegrei DOC dal 2019 al 2006
1. Prima Filia 2019 – Rita Martino: giovane e vibrante, questa Falanghina si presenta con note di agrumi freschi, mela verde e fiori bianchi. Al gusto è vivace, con una buona acidità e un finale pulito e sapido.
2. Persefone 2018 – Maria Furgiero: al naso offre un bouquet di frutta matura, con accenni di pesca e albicocca, accompagnati da note floreali. Al palato è ampia, rotonda e ben equilibrata, con una persistenza piacevole e una chiusura salata.
3. Macchia Bianco 2018 – Quarto Miglio: profumi di frutta esotica e buccia di agrumi. In seconda battuta emerge un tocco di erbe aromatiche. Bocca fresca e saporita, con una buona struttura e un finale marino.
4. Colle Imperatrice 2015 – Cantine Astroni: note ampie di frutta secca, mandarino e fiori gialli. All’assaggio è largo, con una sapidità ben definita e un finale di mandorla amara.
5. Vigna Astroni 2014 – Cantine Astroni: un vino elegante con tracce olfattive di frutta bianca matura, agrumi canditi e un tocco di zenzero. Al palato emerge struttura, acidità e una notevole persistenza.
6. Falanghina 2014 – Cantine del Mare: al naso si percepiscono note di albicocca e melone alternate al timbro nettamente iodato. Al sorso è fresco e dinamico, con una buona acidità e un retrogusto affumicato.
7. Cruna del Lago 2013 – La Sibilla: profumi complessi di frutta secca, erbe aromatiche e un leggera nuance fumé. All’assaggio è pieno e rotondo, con un solido corpo e un finale persistente.
8. Sintema 2010 – Cantine Babbo: aromi di pesca gialla e mango, fiori secchi e un tocco di spezie dolci. Al palato è pieno, fresco, sapido e caratterizzato da un finale lungo e piacevole.
9. Falanghina 2006 – Agnanum: giallo dorato intenso e note terziarie di frutta secca, miele, accenno balsamico e sfumatura di cherosene. Al palato è largo, salmastro e con una buona componente di freschezza che bilancia la complessità del vino.
Etna Bianco Eudes: Annate 2016 e 2018 a confronto
L’Etna Bianco Eudes, prodotto nelle suggestive terre vulcaniche dell’Etna, a circa 700 m s.l.m. esprime al meglio le caratteristiche del territorio etneo e del vitigno carricante. Le annate 2016 e 2018 offrono una panoramica interessante sulle diverse espressioni che questo vino assume con il passare del tempo. Di seguito la comparazione dettagliata:
1. Etna Bianco 2016 – Eudes: giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso, frutta matura come pesca e albicocca accompagnate da sfumature di miele, fiori gialli
e nota iodata. Al palato è fresco, verticale e con una buona acidità che bilancia il corpo importante. La sapidità è ben percepibile, conferendo ricchezza e profondità. Il finale è lungo e persistente.
2. Etna Bianco 2018 – Eudes: giallo paglierino brillante, con riflessi verdolini. Al naso offre un bouquet fresco di agrumi, mela verde e tocco floreale. Al palato è verticale, con una spiccata acidità che lo rende estremamente piacevole. La sensazione salina tipica del suolo vulcanico è accompagnata da una leggera nota erbacea in chiusura.
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