di Ugo Marchionne
E’ innegabile come Terrazza Calabritto sia un top player di alto livello della ristorazione partenopea rivolta ad un certo tipo di pubblico, così come è innegabile che la linea gastronomica portata avanti con sicura fermezza da Enzo Politelli nel corso degli anni ha solidamente incontrato in larghissima misura i favori della clientela. Un’impronta fondata sulla tradizione, sulla materia prima marina e su classici intramontabili. La modernità, il ricambio generazionale, l’approccio dei giovani al panorama gastronomico, ha posto anche un’icona quale Terrazza Calabritto di fronte ad una sfida: adeguarsi alla New Wave della modernità.
Sfida ardua quella del mettersi in gioco, ma tutt’altro che impossibile. Certo l’update del proprio essere non è mai pienamente ben visto, ma Enzo Politelli e ha saputo a mio avviso raccogliere egregiamente la sfida rinnovando completamente il concept gastronomico di Terrazza Calabritto, pur conservando alcuni degli staples, come lo spaghetto alla granseola, sui quali si fonda la comune percezione di questo seducente ristorante.
L’Incpit del percorso non può che essere immancabilmente marino. Dall’Amouse-Bouche agli antipasti. Il mare domina incontrastato in una sequenza di piatti tecnicamente ben eseguiti e studiati per essere il giusto abbinamento ad una tra le mille bollicine presenti nella carta dei vini di Terrazza Calabritto. La formula della felicità, peraltro già splendidamente espressa da Luciano Pignataro si ripete anche stavolta: crudi, bollicine e l’essenzialità del mare. Non me ne vogliano i puristi, ma per gli amanti del dettaglio, della nota di complemento questo attacco in entrata di degustazione vale il prezzo del biglietto. I germogli di barbabietola in abbinamento al gambero rosso, la marinatura al lime del branzino, la polvere di lardo di colonnata nel Toast, la salinità della terra di olive taggiasche nel polpo. Nessun gastrofighettismo, solo la voglia di voler dare multidimensionalità ad una grande materia prima.
Terrazza Calabritto Napoli Milano
Trionfale, a mio avviso a tutto pasto, lo Champagne Louis XV della maison De Venoge. Armonioso, luminoso nel suo colore dorato e molto delicato nella media bocca. Fresco ma voluttuoso, gli echi lontani di vaniglia sono una divertente suggestione che ben si abbina alla delicatezza di queste primissime portate. Elegantissima e raffinata la bottiglia, peculiarità assoluta di questa casa. Uno Champagne adatto anche ai più giovani, ma con la voglia di impressionare nelle grandi occasioni.
Si parlava della nuova onda della ristorazione, ecco, un esempio lampante lo si trova sui primi. Da sempre un fattore fondamentale. E’ sui primi che si conquista il commensale. Soprattutto noi italiani così legati alla pasta. La sequela delle portate è di prim’ordine. Tutte sospese tra tradizione e innovazione. Una contaminazione moderata, funzionale ma di sostanza. Da lodare le nuove ceramiche di servizio, rendono il look dell’impiattamento decisamente moderno e perchè no, social media friendly.
Un approccio easy alla cucina ma di grande effetto, che si vede anche nei piatti più lavorati. La re-interpretazione della semplicità.
Piatti freschi e giovanili. Sebbene non siano più quelli tradizionali di un tempo, i piatti proposti da Enzo Politelli stupiscono sempre per immediatezza della proposta. Non atteriscono e sono di facile comprensione al palato. Gradevolissimi nel mostrare l’alta qualità della materia prima. Sul secondo è notevole un punto e contrappunto tra la dolcezza della cipolla rossa, il dolce quasi d’anice del finocchio e l’asperità prorompente della liquirizia. Un bell’equilibrio giocato tutto al servizio della temperatura del baccalà.
I punti di forza di Terrazza Calabritto sono noti. La cordialità e la puntualità del servizio di sala, giovane e attento. Il timone saldamente in mano di Enzo e Maurizio Politelli. L’ampiezza della carta dei vini e degli Champagne, e una location unica, la quale rende più facile se vogliamo il consumo di bottiglie straordinarie, come la cornice che fa il quadro in un certo qual modo. Affrontare la modernità senza remore non è semplice, ma Terrazza Calabritto lo ha fatto con assoluta efficacia, senza compromettere peraltro la sua essenza. Rimane sempre il ristorante della spensieratezza che più volte abbiamo vivamente apprezzato.
Terrazza Calabritto
Napoli
Piazza Vittoria 1/B
081 2405188
Milano
Viale Monte Grappa, 7
02 6379 3923
Terrazza Calabritto Napoli Milano
Dai un'occhiata anche a:
- Sospesi tra storia e bellezza: a cena da Genuini Cilento, “casa museo”
- Da Marino al St. Remy a Cagliari e la cucina di mare di Silvana Sardu
- La trattoria sta scomparendo ma ve ne consiglio due: Trattoria Da Annarella e Ristorante Scacco Matto
- Vin’Enzo a Taurano (AV), un’Osteria ed enoteca nel Vallo di Lauro in Irpinia
- Osteria La Remesa a Cavallino, nel Salento vicina a Lecce
- Relais Blu a Termini di Massa Lubrense, c’è Fumiko Sakai !
- A Napoli c’è Sustanza di Scotto Jonno con Marco Ambrosino
- Marenuesciu, un’Osteria Tipica Marinara a Squinzano nell’alto Salento