di Michela Guadagno
Enzo Falco intervista Gianfranco Nappi, Assessore Regionale all’Agricoltura, nel giorno di Terra Madre Day il 10 dicembre al Teatro Caivano Arte, dopo le straordinarie suggestioni della proiezione del film-documentario di Ermanno Olmi.
E’ il giorno che celebra il legame privilegiato con il territorio, e l’Assessore ringrazia Carlo Petrini e Slow Food perchè “Terra Madre è l’iniziativa di globalizzazione buona”. La dimostrazione che la rete è un moltiplicatore di amicizie per le idee che rappresenta Slow Food, e l’invito a tutte le Comunita del cibo della Campania ad essere presenti al Salone del Gusto di Torino nel 2010. Caivano sarà coinvolta dal progetto che attiene al risanamento dei Regi Lagni, l’opera di ingegneria idraulica compiuta dai Borboni, e che necessita di una grande opera di risanamento ambientale con i suoi 500 km di canali.
Già nel 1987 in un convegno a Nola – ricorda Nappi – si sognava la navigabilità dei Regi Lagni, ed oggi il progetto sta per diventare realtà, in un’area ostile che “non sentiamo più nostra, come pezzo di storia e di territorio”. Il tempo previsto alla realizzazione è di 10 anni, in un count-down visibile che dia l’urgenza del tempo che passa. E la rete sarà utile a controllare e a partecipare. Nel progetto è inserito anche il recupero del Real Sito di Carditello, dove sarà inaugurato l’orto della biodiversità a cura dell’Università Federico II, dove decine e decine di ortaggi, legumi, e prodotti orticoli saranno coltivati in un grande giardino della conservazione di secoli di sapienza e di cultura agricola, un orto botanico del Mediterraneo dove visitare, acquistare e assaggiare i prodotti. Ritornando sui Regi Lagni, contestualmente al risanamento si comincerà ad alberare, a ricostruire il bosco e a dare adeguata attenzione al sistema di depurazione. “Un appello ai Comuni a ridosso di quest’area, segnalate le aree interessate per ricomprenderle nel progetto organico”, l’agricoltura, afferma Nappi, ha bisogno di anni per restituirla ad una dimensione ambientale corretta. Il cruccio è di non aver difeso abbastanza il territorio, la pressione omologatrice della grande distribuzione e la massificazione pubblicitaria hanno mancato la cura necessaria a prodotti alimentari dimenticati: “il nostro futuro è nel piatto di fagioli che mangeremo dopo”.
I “fagioli del cannavale”, spiega Franco Mugione dell’azienda Futuragricola 2000, si arricchivano del nutrimento dato al terreno dalle foglie di canapa coltivata nella medesima area, e che, dopo la “spenta”, sistema di battitura degli steli per liberarli dalle foglie, fertilizzavano il territorio. Dopo 60 anni che non si producevano più, li assaggiamo come zuppa accompagnati da scarole, o insieme alla pasta in versione bianchi o rossi. E sono fagioli gustosi, morbidi, saporiti, in abbinamento a ‘o vino piccerillo, prodotto da un’uva locale a bacca rossa allevata maritata a pioppi, dal sentore di fragola fresca e di buona acidità.
Poiché “le idee buone camminano sulle gambe degli uomini”, raccomanda Falco, “di molti uomini e molte donne, dalle comunità che hanno il compito di costruire il futuro per sè e per le generazioni future”, che il 10 dicembre, giorno di Terra Madre Day; che la Madre Terra sia propizia per tutti!
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