di Enrico Malgi
Quando si riassaggia un vino a distanza di alcuni anni per potere constatare la sua tenuta nel tempo succede di assistere ed un piccolo miracolo da parte di madre natura. Un miracolo non sempre acclarato purtroppo, perché non tutti i vini possono resistere alle insidie temporali rimanendo integri, o addirittura migliorando.
Se invece vi dico Terra di Lavoro Campania Igp 2013 di Galardi ridegustato a distanza di quasi sette anni allora penso che si abbiano ottime possibilità di centrare l’obiettivo come vedremo.
Ed infatti come volevasi dimostrare questo vino, frutto di un blend di Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso e transitato per un anno in barriques nuove, sfoggia un colore rosso rubino ancora giovane, vivo, lucido, ammaliante e pimpante. Dal sospiroso bouquet si sprigionano in primis voluttuosi ed eterei profumi di un’ottima scorta di frutta fresca e gioiosa: ciliegia ferrovia, prugna, mirtilli, ribes, lamponi, more e mandorle, che si intersecano poi ad afflati floreali ed a rigurgiti vegetali. Rocambolesche effusioni speziate e terziarie alimentano e completano poi l’ottimo registro olfattivo. In bocca penetra un sorso che stupisce subito per l’intatta freschezza, l’originalità, l’avvolgenza, l’armonia, l’equilibrio, la spiccata personalità e per gli aristocratici e masticabili tannini. Beva sostenuta poi da una bella spinta dinamica, che manifesta così l’integra vocazione all’infinita longevità senza palesare alcun cedimento. Sensazione palatale sensuale, emozionante, esaltante, arrotondata ed affascinante. Finale sublimato da uno scatto persistente e godurioso. Da associare a piatti di terra ovviamente, ma a questo punto il vino può anche essere centellinato da solo.
Scheda del 09.08.2015
Quand’è che un vino si può definire affidabile? Sicuramente quando riesce a resistere a lungo nel tempo, collocandosi sempre in una posizione primaria ed esprimendo una qualità costante e duratura. Per queste sue peculiarità è apprezzato e premiato sia dai consumatori e sia dai critici settoriali, nonostante le nuove e continue proposte di mercato e le mode passeggere. Se poi si aggiunge che il vino in questione è anche un unicum confezionato soltanto con specie varietali locali e rappresenta un’espressione prettamente territoriale come il Terra di Lavoro Campania Igp di Galardi, allora siamo certi che è davvero molto affidabile! Un’etichetta questa che ha fatto la storia di tutta l’enologia campana da vent’anni a questa parte, insieme a pochi altri vini rossi come il Montevetrano, il Vigna Camarato ed il Radici, che regala forti emozioni tutte le volte che lo si stappa e che non viene intaccato minimamente dalle scorie del tempo per lunghissimo periodo.
Ecco che cos’è allora il Terra di Lavoro, un blend tipicamente campano composto da Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso, che all’ultima edizione di Radici del Sud col millesimo 2013 è risultato vincitore assoluto nella sua categoria, così come decretato dalla giuria nazionale. Acciaio, barriques di primo passaggio e vetro contribuiscono alla perfetta maturazione di questo straordinario vino, che alla fine tocca i tredici gradi e mezzo di alcolicità. Prezzo finale intorno ai 50,00 euro.
Il bicchiere è tinto di un colore rosso non troppo concentrato e vivo. Fascinoso l’impatto al naso che si manifesta con profumi fruttati di more, mirtilli, ribes, susine, amarene e bacche di ginepro. A seguire essenze di viola, di geranio, di menta, di eucalipto, di noce moscata e di pepe nero, che si avvinghiano a parvenze balsamiche, tostate, empireumatiche e perfino affumicate e sulfuree.
Sorso austero ed aristocratico e ricco di setosa estrazione tannica. Gusto dinamico, fresco, equilibrato, morbido, sensuale, profondo, rotondo, elegante, sapido, ferroso e minerale. Allungo finale persistente e reattivo, prodromo ad una naturale evoluzione nel tempo di un vino molto longevo e che migliorerà ancora. Da preferire su piatti elaborati della terragna cucina regionale.
Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900
info@terradilavoro.it – www.terradilavoro.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte: 30.000
Vitigni: Aglianico e Piedirosso
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