di Sara Marte
Uve: biancolella, forastera, uva rilla, san lunardo, coglionara.
Fascia di prezzo: 13 euro circa
Fermentazione e affinamento: acciaio, palmenti e legno di rovere
Francesco Iacono, vitienologo, è questo il termine che predilige, l’ho incontrato dopo qualche mese dalla visita Slow Wine, nel cuore storico di Napoli, mentre il suo passito secco coronava l’incontro con la pastiera napoletana di Ugo Mignone. Ritrovare i profumi d’Ischia riporta alla mente calde giornate trascorse a Forio proprio in visita alla splendida Tenuta Giardini Arimei. Non ho mai fatto mistero della mia smodata e viscerale passione per questo spicchio di terra e venire con Francesco Iacono in una delle sue “isole vinicole” dell’Arcipelago Muratori è sempre un piacere; basta esser pronti a farsi travolgere da un turbinio d’idee, progetti e sperimentazione. La vigna resta, sopra ogni cosa, la parte più emozionante.
Qui si parla di terreni micorrizati e quindi di una viticoltura eco simbiotica. Non è utilizzato alcun agente chimico o concime e si fa solo sovescio. Su una parte del vigneto poi, circa un ettaro e mezzo, le micorrize sono anche sulle foglie: eliminati qui anche i trattamenti con rame e zolfo. Il lavoro molto articolato che si svolge in azienda, come spiega Francesco Iacono, assieme a Serena Gusmeri, responsabile tecnico, è inoltre atto a ottenere un’agricoltura sostenibile che coniughi la scienza alle conoscenze biodinamiche seguendone le fasi. L’obiettivo è di avere il minor impatto possibile e riportare “l’umanesimo in vigna” con l’uomo come protagonista cosciente. Distratti dalla bellezza del paesaggio incombe alle nostre spalle il monte Epomeo. Alzando gli occhi verso le imponenti rocce notiamo sbuffi bianchi che lenti si dissolvono nel cielo: sono le fumarole, tant’è che proprio Francesco Iacono ci tiene a parlare di “viticoltura Termale”.
In giro atraverso la meravigliosa azienda c’è da perdersi: I conigli da fossa, presidio Slow Food, le parracine, oltre tre chilometri di quei muretti a secco che richiedono cura costante, gli antichi palmenti, recuperati e rinnovati, ancora oggi utilizzati per i due vini aziendali. Oltre al passito secco Giardini Arimei, c’è il Pietra Brox, “il vino dell’estate” con la sua vendemmia a settembre. Il nome deriva da quelle antiche strutture rupestri tipiche d’Ischia che vengono chiamate “case di pietra” e Pietra Brox è una di queste. Grossi massi, staccatisi dal monte Epomeo, vennero scavati e si ricavarono dapprima rifugi dalle continue incursioni dei pirati Saraceni, poi divennero veri e propri cellai e cantine, case e depositi per gli attrezzi agricoli.
Il Pietra Brox 2011 nasce dalle uve tipiche d’Ischia: Biancolella per il 50%, forastera per il 20% e via a seguire i classici san lunardo, uva rilla e coglionara. Verticalità è il filo conduttore che dal naso vi porterà alla bocca. Dritto sale riconoscibile con le sue note di terra vulcanica e mineralità iodata che raggiungono subito il primo naso. Le erbette aromatiche e la macchia mediterranea fanno capolino. Sentori floreali, come la ginestra e ancora percezioni agrumate solleticano l’olfatto assieme alla più classica frutta come l’albicocca. La bocca è in linea con il naso per un palato riconoscibile, sapido, lungo e caldo. Terra, uomini e storia in un lembo d’Ischia, così ricco e concentrato, che fanno parlare i propri vini nell’antica riscoperta di profumi, viti e mediterraneo.
La Tenuta Giardini Arimei è in via Pietra Brox, 51 bis, Forio.Sito: www.arcipelagomuratori.it email: giardini.arimei@arcipelagomuratori.it . Vitigni: Biancolella, forastera, uva rilla, coglionara, san lunardo.Enologo: Francesco Iacono. Ettari Vitati: 4,5 di proprietà.
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