di Andrea De Palma
Valentina e Luigi raccolgono l’eredità di famiglia giovanissimi (lui 23 e lei 27), forse troppo giovani, ma oggi a distanza di dieci anni, dopo qualche hanno i risultati iniziano a concretizzarsi.
È una storia che arriva da lontano con il bisnonno che già coltivavano vigna come tante famiglie in quella zona, ma oggi Valentina e Luigi vogliono rilanciare la tradizione, con un azienda sparsa per i comuni di Ari, Villamagna, Miglianico, Francavilla a Mare e Chieti, per un totale di 35 ettari, una frammentazione negativa sotto l’aspetto della vinificazione, ma positivo per quanto riguarda la possibilità di avere uve diverse con microclimi e terroir differenti.
Obiettivo primario imminente è lo spostamento produttivo nella tenuta di famiglia ad Ari, un territorio della provincia di Chieti ricco di dolci colline e tanti vigneti tutti allineati, con terreni molto simili tra di loro, fra l’argilloso, ciottoloso e sabbioso, che danno vini fini ed eleganti.
Ma tutto ciò non nasce per caso, Luigi Di Camillo ha scelto di laurearsi in enologia fra Perugia e Padova, e oggi è impegnato interamente nella sua azienda, ancora combattuto fra i dettami universitari e la tradizione del territorio, che esprimi vini ricchi di frutto e vissuto contadino.
E poi c’è Valentina –l’anima commerciale- che mette da parte la sua laurea in farmacia, dal carattere esuberante e creativo, completamente in pieno contrasto con la logica di Luigi, ma si sa, gli opposti si attraggono e da qui nasce una linea di vini, ben pensata, ma con progetti nuovi e interessanti che scopriremo in futuro.
Oggi, ci berremo l’Ottobre rosso, un Montepulciano d’Abruzzo Doc da bere a secchiate a tavola, ma che nasconde un’anima verace…
Inaspettatamente Luigi mi sorprende tirando fuori un Trebbiano di botte 2016, ottenuto da tendone classico della tenuta Colle Ruzzo a Villamagna, zona impervia ma con un terreno tendenzialmente sabbioso a 150 mt sul l.d.m.
La fermentazione parziale in cemento gli dona subito le note di terroso, verso lo speziato come zenzero e buccia disidratata di agrumi, ma emergono nuance nette di fiori bianchi e fioro d’arancio tendente all’agrumato; ricco di salinità e di ciccia è il primo sorso, dove la frutta e la florealità si ripetono piacevolmente, ottima la dose di acidità e il finale. Sicuramente un vino da ricercare, bello nella sua nuova veste rustica ma ben fatto. Sul mercato lo troveremo intorno agli 8,00 euro.
Anche il Pecorino 2016 si mostra con tanta ciccia di frutto (fermentazione e maturazione inox, dalle note floreali e agrumate ben avvolte dalla mineralità che esce dai profumi e continua al palato. Il vigneto si trova in parte ad Ari e in parte a Chieti -ancora troppo giovane- in parte tendone ma già la materia c’è, con terreni argillosa. Mi stupisce la cremosità della sorsata, con la salinità succosa che sospinge il frutto e tanta acidità importante come dev’essere il Pecorino. Intorno ai 12,00 euro in enoteca.
E finalmente passiamo all’Ottobre Rosso 2016
È un vino voluto con un frutto olfattivo davvero integro ed eccellente, con amarena e ciliegia che si legano bene alla spezia, questo grazie alla breve macerazione di max dieci giorni in vasche di cemento (storiche). Non male il sentore di pasta di olive che emerge, che lo rende unico e ricco di nuance tipiche, al palato l’annata (piovosa) si fa sentire con un frutto, si esistente, ma diluito. Ottima la trama tannica molto sinuosa e avvolta da mineralità e succosità. Sui 12,00 euro in enoteca.
E ora a pranzo a Chieti dove Valentina mi fa scoprire una storica e vera Trattoria “La Tavernetta” aperta dal 1950 nonché prima licenza di ristorazione a Chieti.
L’accoglienza è gestita direttamente, e come dovrebbe essere, della proprietaria la signora Anna; il sorriso è il segreto del suo successo, il locale era pienissimo, ma non solo a causa del cibo buono, ma soprattutto per quel senso di “famiglia” che tutti riuscivano a creare.
La mise en place è davvero invitante e racconta un vissuto storico, con il cucchiaio che non deve mai mancare, e la tovaglia intera di carta paglia: che bello mangiare all’italiana.
Naturalmente il menu è raccontato a voce e le porzioni sono esagerate: infatti la trattoria è da sempre frequentata, da operai e lavoratori di ogni genere, nonché da militari.
Potete capire la mia sorpresa ad una zuppiera di Sagna e ceci per due, roba da matti, ci si poteva mangiare per un mese. Per non parlare di un po di carne arrosto (arrosticini, cosciotto di agnello e salsiccia di fegato), ma poi ti arriva un vassoio per quattro… per non parlare delle patate sfogliate appena fritte, altro che buste…!!!
Naturalmente chiusura con un bel bicchierino di genziana e un caffè per poter rientrare a casa.
Naturalmente si sono arrabbiati perché abbiamo mangiato poco e non abbiamo preso il dolce: allora si…che tornavo a casa correndo.
I prezzi sono davvero popolari non più di 25,00 euro per un pasto di tre portate.
Tenuta i Fauri
Sede legale: Strada Corta, 9 – 66100 Chieti (CH)
Punto vendita: Via Masci, 151 – 66100 Chieti (CH)
Tel:+39.0871.332627 | Fax: +39.0871.320685
e-mail: info@tenutaifauri.it
La Tavernetta
Via Papa Giovanni XXIII 2
66100 Chieti, Italia
Tel . 0871 346242
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