di Antonio Di Spirito
L’immensa Tenuta di Fiorano è localizzata appena fuori il raccordo anulare di Roma, confinante con la via Appia Antica e di fronte all’Aeroporto di Ciampino. L’altitudine è irrisoria, ma il terreno è quello vulcanico dei Castelli Romani e l’esposizione dei vigneti è ideale; inoltre, sono separati da altre colture per chilometri di estensione e, in queste condizioni, la conduzione biologica è facilitata.
La storia della tenuta è arcinota ed è indissolubilmente legata alla figura del Principe Alberico Boncompagni Ludovisi. A fine anni ’40 e primi anni ’50 del secolo scorso Alberico si appassionò alla produzione del vino ed impiantò vitigni rossi francesi, quali cabernet sauvignon e merlot; per i vini bianchi scelse malvasia di Candia ed il francese sémillon.
Il vino di per sé non rappresentava ciò che oggi definiamo un vino iconico e largamente ricercato sui mercati: era un vino di nicchia, per pochi conoscitori, prodotto ad altitudine zero, in un territorio a vocazione di vini bianchi e, per di più, prodotto con uve francesi.
Ad assaggiare oggi quei vini e trovarli ancora vivi e gagliardi, non è davvero giustificabile tale sottovalutazione!
Più tardi nel tempo il principe Alberigo scelse come consulente enologico Tancredi Biondi Santi ed accettò consigli anche da Gino Veronelli, ma il grosso fascino acquistato dai suoi vini era legato anche alla chiusura totale della cantina per chiunque, alla sua estrema riservatezza ed al suo modo unico ed alquanto bizzarro di vendere il vino: chi voleva acquistarne, nei giorni previsti, compilava l’ordine, pagava l’importo; poi Alberigo si allontanava, si chiudeva in cantina, confezionava l’ordine e ritornava nel ricevimento a consegnare la vendita all’acquirente.
Quando l’età e la salute non gli permisero di continuare l’attività, espiantò i suoi vigneti e si ritirò a Roma: era il 1998. Permise, però, a suo nipote, Alessandrojacopo, figlio di suo cugino e confinante nella tenuta, di reimpiantare i vigneti e ne fu generosa guida nella ricostituzione dei vigneti, tranne che nella scelta dei vitigni per i vini bianchi: impose l’utilizzo di grechetto e viognier, escludendo malvasia di Candia e sèmillon.
Ancora oggi, Alessandrojacopo, divenuto proprietario anche della tenuta di Alberigo, produce il vino con le stesse modalità consolidate dallo zio: segue la regola dell’uvaggio e non quella di un più logico blend, nonostante il rischio di maturazioni sfalsate.
La degustazione.
Qualche mese fa abbiamo avuto modo di partecipare ad una verticale dei vini rossi dell’azienda: sia i vini dell’attuale proprietà, sia i vini prodotti dalla precedente conduzione. Il vino è stato sempre prodotto con uve cabernet sauvignon per il 65% e merlot per il 35%; esse provengono da vigneti con una densità di 3700 ceppi per ettaro, con una resa di 1,2 Kg per pianta. Il vino matura per due anni in botti grande ed affina in bottiglia per almeno due anni
Annata 2015
Un inverno rigido e piovoso fin quasi tutta la primavera ha preceduto un’estate calda, ma tutto sommato, una delle migliori annate degli ultimi tempi.
Al naso offre profumi floreali, di gelatina di frutti di bosco, note balsamiche e di tizzone ardente; al palato i tannini sono molto presenti, ma dolci; il sorso è fruttato e freschissimo, molto scorrevole, offre spezie fini e pepe in una struttura imponente e sottile; molto fine e persistente.
Annata 2013
L’andamento climatico dell’annata ha registrato un inverno mite e piuttosto piovoso fino a tutta la primavera; l’estate è stata calda, ma le piogge non sono mancate. Al naso non è propriamente immediato, ma lentamente propone i suoi profumi fruttati e salmastri, accompagnati dal tipico tizzone ardente e da profumi di tabacco. Al palato porta un tannino pressoché risolto; il sorso è molto fresco e scorrevole con note minerali e saline in risalto.
Annata 2012
Inizio stagione molto secco; un buon recupero delle riserve idriche si è avuto con un maggio piuttosto piovoso; estate molto calda, e, nonostante le piogge di settembre, le uve arrivate in cantina erano molto sane. Note affumicate e foglia di tabacco imperano in un ventaglio olfattivo saturo di frutti di bosco ed arancia sanguinella; al palato porta sapori di frutta non propriamente matura, molto croccante, comunque fresco e scorrevole; ha tannini molto fini.
Annata 2009
Quest’annata è ricordata per aver avuto una primavera molto piovosa, mentre, dall’estate in poi, il tempo è stato molto stabile fino alla vendemmia. Molto profumato e variegato al naso con essenza di rosa, frutti di bosco, nespole, sentori di tabacco, fumo e note iodate. L’ingresso al palato è vellutato e molto fresco, fruttato, saporito e ricco di spezie; persistente ed elegante.
Annata 2003
Annata dall’inverno mediamente freddo, poi caldo, sin dalla primavera, al di sopra della media, e senza piogge significative, fino a settembre. Ha colore compatto e scuro, offre intensi profumi di viola e giaggiolo e note di frutta rossa e nera; l’ingresso in bocca è vellutato ed offre una gagliarda acidità; è saporito e salmastro, ha una leggera speziatura ed un tannino ben presente.
Annata 1990
Dopo un inverno caldo e poco piovoso, dalla primavera in poi l’andamento climatico si è caratterizzato soprattutto per le notevoli escursioni termiche che hanno accompagnato tutto il ciclo vegetativo dell’uva. Il colore mostra qualche cenno di cedimento, ma all’olfatto offre vivi profumi di frutta rossa matura, note di allume e balsamiche; al sorso mostra un tannino ancora vivo e potente, comunque fresco, sapido e scorrevole.
Annata 1988
Non abbiamo dati climatici disponibili per annate inferiori alla 1990, ma le sensazioni che può donare un vino ultra trentennale sono ormai indipendenti dai dati vendemmiali. Al naso offre ancora note di confettura di frutti di bosco, polvere di caffè e note ematiche e balsamiche; al palato sono tuttora importanti i sapori fruttati, il tannino è risolto, ma il sorso è ancora fresco, vivo e scorrevole.
Annata 1986
Ancora vivo e baldanzoso con nette sensazioni di frutti di bosco, tizzone ardente, note balsamiche e iodate: è un vino che non si arrende all’età! Al palato mostra ancora un tannino imponente, offre sapori di frutta rossa e nera, una verve acida marcata lo rende scorrevole e persistente, fino ad una piacevole chiusura ricca di spezie fini.
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