Secondo noi questa bottiglia è al momento massimo della sua espressività. Ricordiamo che abbiamo sempre detto che il Piedirosso è uno di questi rossi da godere subito anche se risultati interessanti si sono avuti nel corso di tante verticali fatte negli ultimi anni. In questo caso, a nostro giudizio, la 2015 di Tenuta Camaldoli è davvero al massimo: l’uso del legno di castagno e di ciliegio è un esercizio stilistico romantico e dunque anche pericoloso ma a distanza di sei anni il vino si presenta in ottimo equilibrio fra la frutta e leggeri sentori speziati che fanno da spalla oltre alla caratteristica nota fumé dei territori vulcanici. Lo abbiamo aperto in allegria, in famiglia, davanti ad una buonissima pizza ammaccata cilentana e la tavola ha subito trovato la gioia sia nel piatto che nel bicchiere per quella capacità tutta campana di presentare la semplicità nascondendo la complessità. Un vino che può ancora dare ma che consigliamo di stappare.
Report del 9 settembre 2019 Tenuta Camaldoli 2015, che non vi sia dubbio alcuno: se c’è un rosso che più di ogni altro rappresenta la biodiversità del vigneto campano è proprio il Piedirosso, un vitigno che si trova esclusivamente in questa regione e che rappresenta da sempre il vino di Napoli e dintorni, adesso ripreso con maestria anche nel Sannio.
Solo che i produttori di questa uva sono come dei pugili che combattono con una mano legata dietro la schiena: difficile in campagna, difficilissimo in cantina dove fa spesso in riduzione.
Gerardo Vernazzaro è uno di quegli enologi che più di ogni altro ci ha creduto nella sua fascia generazionale e insieme ad una pattuglia di produttori flegrei ha sicuramente portato questo vino ai massimi livelli lavorando uva coltivata nel comune di Napoli.
Alt! Cosa vuol dire ai massimi livelli?
Significa semplicemente che è riuscito ad imprigionare i profumi e a conservarli e, nel contempo, a regalrci un vino moderno, essenziale, semplice, da abbinare al cibo, allegro. Quello che in più di una occasione abbiamo definito vino della gioia.
La semplicità non è banalità, tutt’altro: è sempre la cosa più difficile a farsi. Tra prove e controprove, fra tre ben diversi tipi di legno (grande di terzo passaggio la barrique e di nuova di media tostatura), Gerardo ci ha regalato sempre piccoli grandi rossi in un crescendo rossiniano, sempre più buoni anno dopo anni.
Questo Tenuta Camaldoli me lo sono portato per accompagnare una cucina di mare a me cara, quella di Maria Rina del Ghiottone di Policastro e l’ho fatto provare a un palato ben allenato, quello di Nicolangelo Marsicani. Stappo questo vino quando voglio leggerezza, essenzialità, tanta buona beva e frutta fresca al naso e al palato. Il 2015, stappato dopo quattro anni dalla vendemmia, si presenta integro, giovanile, pimpante.
Da bere con persone allegre e con cui si sta bene a tavola. Gerardo è come il suo vino, allegro ma pignolo, antico ma moderno, del resto solo uno che si è tolto da Facebook può produrre un vino così.
Ale!
Cantine Astroni è in via Comunale Sartana, 48, Napoli. Sito : www.cantineastroni.com . Tel: 081 5884182 Enologo : Gerardo Vernazzaro.
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