Tempere
Via San Sebastiano, 7
84037 Sant’Arsenio (SA)
Tel. 0975.399350
Fax 0975.399821
Cell. 329.2139628 – 335.6496219
www.vino-tempere.it
arseniopica@virgilio.it
Ettari vitati: 2,5
Enologo: Carmine Valentino
Agronomi: nessuno
Allevamento e densità di impianto: Guyot. 2.800 piante per ettaro.
Composizione fisico-chimica del terreno: calcareo-argillosa.
Produzione Kg/pianta: 1,5Kg
Esposizione vigne: Sud-ovest
Epoca di impianto delle vigne: Tempere nel 1997, Lacevo nel 2011
Altezza media: 480 metri
Lavorazione del terreno: trinciatura e vangatura
Conduzione: convenzionale
Lieviti: selezionati
Bottiglie prodotte: 5.000
Percentuale di uve acquistate: nessuna
Mercati di riferimento: Campania, Lazio e Toscana
Uva coltivata: aglianico
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LA STORIA
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Cilento e Vallo di Diano fanno parte dello stesso Parco Nazionale. Ma si tratta di due territori diversi dal punto di vista morfologico, orografico, climatico e paesaggistico. Intanto il Vallo di Diano non è altro che un ampio altopiano che supera mediamente i cinquecento metri, arrivando a toccare anche l’altezza di circa 1.900 metri col monte Cervati ed è presidiato da altre elevate cime tutto intorno. E’ collocato all’estremo lembo sud-orientale della provincia di Salerno sulla dorsale appenninica e confina quasi interamente con la Basilicata. Il territorio si trova all’interno e senza sbocco sul mare e di conseguenza anche il clima è diverso, connotato da marcate escursioni termiche e da inverni molto rigidi. Il terreno è di eguale natura di quello del Cilento: calcareo-argilloso, il cosiddetto flysch cilentano. Per queste sue particolari condizioni pedoclimatiche, più simili a quelle dell’Irpinia, del Sannio e del Vulture, ci si è chiesto spesso perché il Vallo di Diano non è mai riuscito ad esprimere una viticoltura di eccellenza. La domanda non ha una risposta precisa. Una cosa è certo comunque, da poco tempo, e precisamente dal 1997, esiste finalmente un’azienda vitivinicola commerciale che, grazie alla consulenza enologica di Carmine Valentino e alle particolari e favorevoli condizioni del terroir ove insiste un vigneto monopole di aglianico, è riuscita a colmare questa lacuna. Questa azienda si chiama Tempere ed appartiene agli intraprendenti fratelli Giuseppe ed Arsenio Pica di Sant’Arsenio. I loro avi hanno prodotto e venduto vino fin dal XIX secolo, come altri viticoltori locali. E questo sta a significare che la cultura enologica in questo territorio c’è sempre stata, anche se non adeguatamente sfruttata.
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LE VIGNE
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Le due piccole vigne accorpate insieme si trovano in località Tempe (da cui deriva il nome del vino e dell’azienda), posizionate a sud-ovest nel comune di San Pietro al Tanagro, ai margini dell’omonimo fiume e del suo affluente il torrente Lacevo. Qui si coltiva soltanto l’aglianico su due ettari e mezzo di proprietà, collocati in una vasta piana collinare contornata da alte vette.
Questo vuol dire che proprio qui si è venuto a creare un ideale microclima ed un perfetto ed equilibrato eco-sistema per la coltivazione della vite, perché durante il periodo invernale le montagne proteggono il territorio dal freddo intenso e dai forti venti che spirano da nord e le acque a loro volta mitigano in parte le escursioni termiche e le gelate notturne e favoriscono un maggior nutrimento al terreno circostante.
Le viti più vecchie sono state impiantate nel 1997 e poi nel 2011 quelle nuove, posizionate proprio a ridosso del torrente Lacevo, da cui il vigneto prende il nome.
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IL VINO
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Tempere Campania Aglianico Igp
Uva: aglianico
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Bottiglie: 5.000
Prezzo: 12,00 euro in enoteca
Colore rubino scuro, con riflessi purpurei. Al naso il bouquet esprime tutta la variegata gamma varietale, che va da un incipit piacevolmente fruttato e floreale, a edonistici aromi speziati. La cifra olfattiva è balsamica, mentolata, tostata, vanigliata e terrosa.
La prima sensazione del sorso è quella di un vino ancora segnato dalla fitta trama tannica, ma poi risulta anche fresca, seducente, materica, fruttata e con un finale persistente.
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CONCLUSIONI
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Il futuro della viticoltura salernitana è riposto anche in territori fino adesso poco conosciuti come quello del Vallo di Diano, snobbato e relegato ad un ruolo di comprimario. Non si può concepire che una Provincia così estesa e ad alta vocazione enologica debba fare affidamento soltanto su pochi areali come la Costiera Amalfitana, i Colli Picentini, gli Alburni ed il Cilento. L’esempio dei fratelli Pica è significativo, perché hanno saputo dimostrare con il loro impegno, la capacità e la professionalità che quando si viene stimolati anche in comprensori sconosciuti come il Vallo di Diano si possono produrre ottimi vini territoriali.
Enrico Malgi
Foto di Enrico Malgi
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