Temira Restaurant by Endoni Di Lieto: il ristorante che non ti aspetti a Pimonte

Temira Restaurant
Via S. Sebastiano, 1, 80050 Franche NA
Aperto sempre pranzo e cena
Telefono: 081 595 9989

Temira Restaurant-Endoni DI Lieto e Armando Montagna

di Francesca Pace

Io non sono davvero nessuna per decidere chi debba essere in una guida e chi possa ambire alle stelle. Ma per quel poco di esperienza che ho maturato in questi anni credo e mi auguro di leggere presto il nome di Endoni Di Lieto, chef e di Armando Montagna, maître.

Il Temira Restaurant è quella cosa che sul cucuzzolo della collina di Pimonte, circondata dei Monti Lattari, proprio non ti aspetti. Cucina di buona tecnica, proposta non scontata, ambiente  elegante, raffinato e sobrio, accoglienza impeccabile fanno di questa location una meta assolutamente da visitare.

Aria buona, panorami bucolici, colori intensi, profumi di macchia mediterranea a pochi km  da Castellammare di Stabia.

Una volta imboccata la variante che porta a Gragnano lo stress cittadino lo si lascia piacevolmente e volentieri alle spalle, curva dopo curva, tornante dopo tornate.

Che sia per pranzo o a cena questo posto vi saprà regalare grandi emozioni culinarie.

Ciuffi di vegetazione verde brillante accolgono gli ospiti e sin da subito si intuisce quello che sarà il mood. Un ragazzo giovane della brigata di cucina è intento a raccogliere le foglioline più profumate delle erbe aromatiche che saranno poi protagoniste dei piatti.

Endoni, mi racconta che fa questo di mestiere da quando è poco più di un adolescente, ma ora, che di anni ne ha più di trenta, sembra che non sia mai sazio di impiattare le sue creazioni.

Fatale una telefonata dello zio che gli chiese se avesse voglia di andarlo ad aiutare in un ristorante di Castellammare. Erano decisamente altri tempi, ma la stoffa dei campioni la si vede anche da questo.

Sentì il fuoco sacro, capì in quel momento che non voleva far altro. Seppur attratto dal liceo artistico, non mai ha avuto dubbi, con sommo dispiacere del suo professore d’arte. Oggi però la stessa arte che dipingeva sui fogli, l’ha trasferita nei piatti. Le cromìe sono notevoli, gli abbinamenti di colori delicati e confortevoli. Nulla è lasciato al caso.

Caso vuole che pochi metri dal mio tavolo, su cui campeggiano fiori freschi deliziosi, c’è il suo ex Professore dell’ alberghiero Raffaele Viviani, a festeggiare una ricorrenza. Lo vedi emozionato, contento, orgoglioso del cammino di questo giovane chef che si è formato nella scuola agerolese. Mi dice che quando un ex professore va da un suo allievo, significa che quell’allievo merita, visto e considerato che se ne formano tanti.

E in effetti, merita.

Endoni e Armando gestiscono il Temira Reastaurant dal Giugno 20222, dedicandosi anima e corpo a questo progetto.

Il menù cambia quattro volte l’anno, in base alla stagionalità dei prodotti che la terra o il mare offrono via via.

Gli ho chiesto però qual è il piatto di cui va più fiero messo a menù. Senza ombra di dubbio mi dice che la finta capasanta è per lui motivo di orgoglio.

Mi racconta che per un periodo non furono consegnate e siccome ce ne era comunque richiesta, armato d’ingegno, ne creò una ex novo, partendo dalla seppia, trasformandola, in modo che sembrasse tale.

Vi dirò, meno male che ci fu mancanza di consegne, davvero buonissima.

Endoni si diletta sia con il pesce che con carne, ma a breve sarà inserito un menù totalmente vegetariano, visto che si prevede sempre più richiesta di questo genere di proposte, che è opportuno assecondare.

Cantina adeguata, con 170 etichette, nazionali e internazionali.

In degustazione:

Benvenuto con pane fatto in casa, benedetti quei ristoranti che sanno fare anche il pane. Nella specifica si tratta di un pane bianco e di uno con albicocca secca e noci, carta musa al cumino e grissini alla cannella.

Sfera di cernia, pomodori secchi, patate e limone, salsa al tartufo. Cannolo alla curcuma e panna acida, erba cipollina e uova di lompo. Cono alla noce moscata, con maio alle acciughe e purea di melanzane. Chips di riso soffiata ai gamberi e pesto di finocchietto selvatico.

Nessuna sbavatura, tutto precisissimo.

Riso venere in salsa teriyaki, crudo di gamberi rosa e viola, con panna acida all’erba cipollina, fave al naturale, nocciola e salsa nduia. La Calabria incontra l’Oriente, ben fatto.

Branzino marinato a secco in sale e zucchero e poi affumicato in corteccia d’ulivo, maio al rafano e rapa rossa, arachidi tostati e mele verdi all’aceto di riso. Pane al limone rosmarino e sugna. Per me uno dei piatti più buoni proposti. Contrasti deliziosi.

Finta capasanta, salsa olandese, crumble alle acciughe, alga wakame, vinaigrette al lampone.

Fagotto di pasta all’uovo ripieno di patate e pecorino, tartare di manzo con colatura di alici, maionese alle acciughe, salsa tartufata, tuorlo d’uovo marinato con asparagi al naturale. Bella l’idea di condire la tartare con la colatura.

Vitello in crosta alle erbe del proprio orto, millefoglie di patate, fungo prataiolo scottato, salsa mela Annurca all’Aglianico. La salsa alla mela Annurca è un accompagnamento perfetto alla carne.

Croccante al fior d’arancio e menta, crema alla menta,  mousse al dragoncello, caramello salato e fragole fresche. Dall’aromaticità persistente e dai colori a contrasto questo è in assoluto un dolce squisito. La mousse al dragoncello si fa ricordare.

Piccola pasticceria un finale perfetto.

In abbinamento: Conti Thun, Bolle di Micaela, Spumante Brut Rosè.

 


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