Napò Sushi e Pizza a Teggiano
Via Provinciale del Corticato
Tel. +39 3669529021
Aperto la sera, chiuso il lunedì
Il Parco Nazionale del Cilento riserva ogni giorno diverse sorprese. Una di queste, la troviamo a Teggiano da Napò Sushi e Pizza. L’apertura è giovane ma l’organizzazione ha le spalle larghe poiché ogni persona che ci lavora (a partire dai 2 soci al pizzaiolo) vantano molti anni di esperienza nel settore. Da Napò si mangia sia sushi che pizza e dobbiamo dire che entrambe le proposte risultano interessanti.
Partendo dal nipponico – che il Italia trova sempre una chiave fusion – possiamo dire che è stata una bella sorpresa. Teggiano, famosa per la Festa della Principessa Costanza, non offre una grande offerta gastronomica sul territorio. Quindi, possiamo dire, che “Napò Sushi e Pizza” è valso il viaggio. Servizio molto gentile, personale di sala cortese e attento. Francesco Pio e Alessia vi sapranno seguire durante tutta la serata.
Tutta la parte che riguarda il sushi è di qualità. Non ci aspettavamo di trovare in una zona dell’entroterra cilentano, nell’infrasettimanale, un servizio di pesce crudo così buono. Ne avevamo sentito parlare bene ma abbiamo dovuto vederlo. Dal menù si possono ordinare piatti caldi, sushi, poke, intere box e gli immancabili special rolls. Nella fattispecie vai di gyoza, tempure, pollo, potato ebi, salmon balls e gli edamame. Fra i classici sushi non manca il tonno, il salmone, i gamberi e qualche influenza di territorio con le ricciole pescate nei nostri mari. Anche i rolls sono ben eseguiti e, cosa positiva, non sono pasticciati con mille cose e mille sapori. Diverse le proposte, ognuna la sua identità. Servizio a tavolo molto veloce, cosa abbastanza rara.
Tornando a Napoli, troviamo fritti home made e tanta pizza. Aniello Mele, pizzaiolo professionista, si esibisce in grande forma. Forno a vista, diversi i gusti da poter ordinare. La materia prima è importante e lo si percepisce già dalle classiche: ha ogni singolo ingrediente referenziato e il prosciutto cotto non viene passato nel forno.
C’è rispetto della materia prima che ha un costo importante. Un lavoro interessante è quello sulle margherite. Ben 6 in carta e ognuna valorizza il pomodoro in una declinazione o cultivar. Per restare in tema tendenza, ci si avvicina alle ripassate in forno dopo la frittura. Le tradizionali che parlano a tutti e diverse speciali di Napò che raccontano un percorso professionale o spesso il territorio che ospita la pizzeria, Il Cilento e anche la Lucania.
Sul beverage non male, considerando che hanno diverse referenze dei vini che concludono il cerchio di “serata a tutto tondo”.
Anche i dolci sono principalmente fatti tutti in casa e uno che ci ha fatto sorridere è il napòmisù: un roll di soffice pan di Spagna (forse pasta genovese) che avvolge una golosa crema al mascarpone. Serviti con polvere di cacao amaro e una ciotola di caffè come fosse della salsa di soia. La consulenza è stata affidata al giovane pasticcere Vincenzo Pepe che sta lavorando davvero bene, spesso nella capitale, dopo una formazione all’ A.L.M.A.
Fabio Curcio e Giosi Caggiano hanno avuto coraggio, ma fino ad un certo punto. Stanno sviluppando un lavoro interessante, in un territorio abbastanza difficile, che si sta facendo notare. Ma i risultati si vedono, visto e considerato che sono tante le persone che arrivano da lontano per provare i loro piatti.
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