di Marina Betto
Che la signorina Babington fosse stata lasciata sull’altare lo ignoravo. La sala da tè Babington’s è uno scrigno composto di due stanze situate ai piedi della scalinata di piazza di Spagna, una tra le più belle piazze di Roma, con la fontana della Barcaccia del Bernini nel centro e quella scalinata regale che come lo strascico di un abito da sposa porta dritto alla chiesa di Trinità dei Monti.
La delusione d’amore portò così Ann Marie Babington e una sua giovane amica Isabel Cargill a Roma decise con sole 100 sterline a cambiare vita aprendo la prima sala da tè e di lettura nel 1893. Piazza di Spagna e dintorni erano all’epoca il cosiddetto ghetto inglese, vicino a Babington’s c’era la casa di Shelley e Keats e benchè in Italia il tè non lo bevesse nessuno,veniva venduto solo in farmacia, gli inglesi che venivano a Roma, tappa obbligata del Grand Tour, ne decretarono il successo.
Questo è solo l’inizio dell’ ultra centenaria storia di Babington’s come racconta una dei diretti discendenti di Isabel Cargill, Chiara occhi azzurri e capelli biondissimi, eterea e delicata come si immagina essere una romantica donna inglese. Quasi tutti i sabato con i miei genitori,venivo da Babington’s a fare colazione da piccola quando il simbolo della sala da tè era un gatto,Mascherino, che placido sostava tra i cuscini delle poltrone o tra gli scaffali, la sua effige si trovava sui posacenere ma le stranezze di quel luogo non si esaurivano lì. Una volta vidi entrare Silvan, il mago, e il toast che ordinavo sempre mi rimase tra i denti quando lo vidi sedersi al tavolo vicino al mio, aveva qualcosa di strano, pallido in viso con quei capelli corvini troppo lucidi e serici per essere veri. La realtà spesso supera la fantasia e tra gatti, maghi e leccornie, tè caldo offerto da gentilissime cameriere in grembiule ottocentesco mi sentivo come Alice nel Paese delle Meraviglie. Lo scrittore Alessandro Piperno nel libro intitolato” Con le peggiori intenzioni” lo cita come locale dove erano soliti ritrovarsi a trascorrere il pomeriggio i “pariolini”, ragazzi della Roma bene degli anni “70. Chiara mi racconta che la sala da tè è stata il luogo di molti incontri dei servizi segreti e che all’epoca della seconda guerra mondiale i gerarchi fascisti erano ospiti di Babingon’s così come i partigiani. I pasticcini, le torte hanno qualcosa di veramente particolare, difficili da imitare e anche il tè si distingue, basta assaggiare lo Special Blend, la prima miscela Babington’s creata su misura per l’acqua della Barcaccia da Valerio diretto nipote di Isabel Cargill.Il menù è ampio e oltre i muffins, gli scones, le torte e i biscotti si possono ordinare ricchi club sandwiches e toast, pranzare con l’ottimo riso al curry e altre specialità della tradizione inglese sempre sorseggiando una buona tazza di tè scelto tra le tante varietà di miscele preparate dai tea masters di Babington’s.
Il fascino di questo luogo è dato dalla sua storia ma anche dalla capacità di chi lo dirige e vi lavora di far sentire il cliente a casa. Ora in gennaio, il caminetto è acceso nella sala principale, l’ora del tè è tra le 10 e le 21, i tavolini apparecchiati con eleganza vi aspettano come tutto il gentile staff di Babington’s per regalarvi un momento di relax unico e irripetibile.
Babingons Tea Room
Piazza di Spagna 23- 00187 Roma
tel.39 06 6786027
tea@babingtons.com – www.babingtons.com
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