Taverna Scacciaventi
Corso Umberto I, 38/52
Cava de’ Tirreni (Sa)
Tel. 089.443173
www.tavernascacciaventi.it
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il mercoledì
di Antonella Petitti
La storia serve a capire chi si è, tracciando solchi che diventano carte di identità. La Trattoria Scacciaventi ne sa qualcosa. Piaciona, seduta sotto ai portici della sempre bella ed elegante Cava de’ Tirreni.
Una storia che affonda le proprie radici negli anni Cinquanta, ma che trova i suoi nuovi volti nel 1988, quando Peppe Servillo decide di dar vita allo Shock American Bar. Qualche anno di lazzi e balli, poi il naturale ritorno alla tradizione.
Cresciuto tra la cucina ed il bar, Peppe – con la complicità del barman Filippo Agneta – dà vita ad una nuova scommessa. Era il 1991 e i locali che avevano già ospitato per decenni una taverna, tornano a sentire i profumi di una volta.
Da allora ogni giorno la Taverna Scacciaventi ha costruito il carattere dei suoi piatti, sempre fedeli alla tradizione familiare campana: dal sugo alla genovese, dalla costoletta alla braciola passando per il baccalà, vera specialità della casa.
Ma il pregio di chi sa guardare oltre se stessi è la capacità di farsi permeare dal cambiamento, inevitabile, che travolge anche la cucina e i suoi capisaldi.
Ecco che, nonostante i pilastri restino quelli di vent’anni fa, oggi Peppe e Filippo hanno aperto questo storico ristorante all’estro di un giovane e talentuoso chef, Angelo Borghese.
Tante esperienze diverse, anche alla corte di grandi chef, che ce lo hanno riconsegnato più maturo. Alle soglie dei 30 anni, Borghese accetta più volentieri (e con maggiore equilibrio) l’incontro tra la sua amata tradizione ed il suo bisogno di innovarla.
Pochi giorni fa, alla presentazione ufficiale del nuovo menù autunnale, si è ben dimenato in un gioco di equilibri e di ridefinizione del classico. In fondo se oggi si mangia soprattutto con gli occhi, c’è necessità di guardare in modo nuovo ai sapori a cui non vogliamo rinunciare.
Oltre ai grandi classici della taverna, nell’accogliente ristorante metelliano sarà possibile – dunque – degustare una serie di nuovi piatti, a raccontarli il prezioso menù scritto a mano.
Ad accompagnare la serata i vini di Tenute del Fasanella, realtà degli Alburni che si caratterizza soprattutto per prodotti di alta qualità, senza solfiti aggiunti, ottenuti da agricoltura biologica in un territorio incontaminato ancora ricco di biodiversità.
Basti pensare al recupero dell’Aglianicone che rappresenta una delle migliori etichette aziendali, accanto al Fiano, al bland di Aglianico e Primitivo ed all’Aglianico in purezza: il Manfredi.
Ecco che il menù si apre “veleggiando da Cetara” con del pane cafone con mozzarella, alici di Cetara e crema di broccoli.
Seguono il polipo in zuppa forte su pane di timo, i gamberi in tempura, un battuto di ciccia con crema di patate e podolico, profumato al tartufo.
Un bel ventaglio di proposte che vanno a comporre gli antipasti. Sapori puliti, tendenzialmente ben bilanciati e belle idee che nascono in una piccola brigata giovane e appassionata.
I primi mostrano il talento ed il piacere di servire pasta fresca. Ottimo il tortellone alla genovese, ottima la sfoglia. Interessante anche la proposta di ispirazione lucana dei cazzatelli con ceci e peperone crusco.
E se tutto l’anno la Taverna Scacciaventi è il regno del baccalà, innegabile che la scelta della carne sia varia e attenta alla qualità. Ottimo lo stinco di suino con puntarelle e limone candito, come la guancia di manzo con porcini.
L’arrivo di Borghese ha senza dubbio conferito brio e freschezza ad una realtà già consolidata, questo non può che rafforzare le ragioni per cui scegliere questa moderna taverna, dove la gentilezza e la cortesia regnano sovrane.
Accoglienti e calde le due sale comunicanti, nonché la cantina che accoglie solo pochissime persone. Una bella chicca, che vale la pena prenotare.
Ricchissima carta dei vini, timidissima quella delle birre artigianali che si apre e si chiude su Baladin. Costo medio 25/30 euro.
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