E’ inutile, nonostante in questi ultimi anni mi sia terribilmente abituata alla frequentazione della Costiera, non c’è una volta una che non resti incantata dai suoi paesaggi. Ha il fascino dell’isola unito alla “comodità” di essere raggiunta in macchina. Caratteristica quasi genetica è il caldo senso di ospitalità che pervade tutte le persone che movimentano la possente macchina turistica degli hotel e dei ristoranti. Indiscutibilmente ci sono dei luoghi che racchiudono questi due aspetti e donano il piacere di vivere una vacanza, o solo una cena, come sospesi in un luogo senza tempo diventando un tutt’uno con lo splendido scenario coccolati da mille premure. Questo avviene a La Taverna del Capitano sulla piccola spiaggia di Nerano. Si sente qui qualcosa che va oltre l’ospitalità di maniera, si trova il senso autentico della famiglia, le attenzioni e la piacevolezza di vivere un momento gradevole con la sola preoccupazione di goderselo fino alla fine. A questo ci pensano con maestria Claudio Di Mauro e Mariella Caputo.
In cucina Alfonso Caputo ha il compito di domare una materia prima di intensità e gusto talmente buona da risultare qualche volta difficile. Carni sode, compatte e saporite dei pesci pescati in un tratto di mare profondo e freddo che arrivano in cucina vivi, noi stessi assistiamo all’arrivo del pescatore di fiducia con aragoste grandi come dinosauri. Anche le verdure dell’orto coltivate al sole sprigionano aroma e sapidità inconsuete altrove. In sintesi una materia prima invidiabile.
L’inizio è d’effetto con il palamito cotto sulla pietra di mare, la tartare, il fegato, il riso nero e la confettura di arancia. Tutto poggiato su un letto di erbe della macchia mediterranea contenuto in uno scrigno di olivo. Un piatto buono e bello e di autentica continuità territoriale. Il pesce ha la consistenza di una bistecca, ognuno ne regola in tavola la cottura a piacere. Questo piccola partecipazione alla finitura del piatto rende l’esperienza molto piacevole.
Anche nel caso dei gamberi di nassa ed il sarago con albicocche e moka di aculei di ricci è la materia prima a contendere la scena allo chef che ne esce però sempre bene equilibrando i sapori e donando profondità.
Meno convincenti gli gnocchi con alice e provola nonostante la fattura degli gnocchi veramente perfetta. Difficile da presentare e di equilibrio incerto tra il dolce, l’amaro delle alici ed il sentore affumicato.
Lasciatemi perdere l’aplomb nel racconto degli spaghetti di Alfonso alla Nerano: semplicemente buonissimi. Tensione in bocca della pasta, formaggi amalgamati in maniera perfetta, zucchine tenere e gustose. Un piatto futurista negli anni ’60, quando fu per la prima volta servito, un piatto futurista ancora oggi.
Interessanti le linguine aglio e olio, come gli spaghetti sono trafilate in casa, con seppia e ricci di mare. Sembra quasi un piatto asiatico con una concentrazione di sapore che porta allo sviluppo di un gusto umami molto elegante.
Orto e mare si fondono nel dentice imperiale con melenzane e zucchine, un piatto che sulla carta avrebbe i numeri per essere banale ma anche qui la materia prima parla e sembra quasi un divertimento dello chef di volerti stupire con una ben gestita materia prima.
Il totano fritto con le verdure croccanti è un piatto goloso ed appagante, quasi didattico. Mangiarlo una volta e conservarne in mente dettagliatamente consistenza e sapore vi sarà d’aiuto per individuare da lontano tutte le fritture di calamari congelate che vengono propinate in maniera indebita.
I dolci sono una degna conclusione della cena, per tutti i gusti, chi ama le acidità non si sottrarrà ai sorbetti e chi desidera una via più opulenta godrà dei bon bon alle noci di Sorrento con caramello.
Mariella è una brava sommelier e la carta dei vini rispecchia innanzitutto una passione autentica, E’ qui il caso di approfittare della sua competenza ed incuriosirsi, avventurandosi magari in percorsi fuori dalle mode e dalle consuetudini.
A volersi concedere un piacere ancora più grande si potrà decidere di soggiornare alla Taverna del Capitano. Le camere sobrie, eleganti e comode si affacciano sulla spiaggia ed il mare è a pochissimi metri. Il lusso più grande è quello di dormire con la finestra aperta e sentirne il rumore.
Un luogo da cui si va sempre via con fatica, ancora un minuto per favore, lasciatemi sorseggiare un caffè e qualche scorzetta candita, con i piedi nell’acqua.
Taverna del Capitano
Piazza delle Sirene, 10 a Marina del Cantone
Tel. 081.8081028
www.tavernadelcapitano.it
Sempre aperto, ferie da gennaio a marzo. Chiuso lunedì e martedì in inverno.
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