Taurasi Radici riserva 1999 – Mastroberardino

Pubblicato in: Avellino

di Antonio Prinzo
Mi piace perdermi davanti a uno scaffale a guardare etichette e bottiglie. Il vino non è solo bere e degustare è anche sognare di luoghi e posti che in ogni etichetta vengono evocati. Belle le etichette francesi, austriache o tedesche, ma alla fine sono quelle, sempre quelle. In Italia la fantasia e spesso la confusione la fanno da padrone e questo fa dei nostri vini da guardare una cosa bellissima e divertente. Fantasia e confusione, questo siamo, sono le nostre radici, la nostra differenza.

A proposito di radici ho voglia di parlarvi delle sensazioni che mi ha dato una bottiglia di Radici Mastroberardino del 1999. L’etichetta è un marchio da sempre, elegante, nel tempo piccole variazioni ma il segno è quello, lo riconosci subito.

Di Mastroberardino si è scritto tanto, è la storia del vino campano e italiano, è la storia e il successo dell’aglianico, quello vulcanico, forte e deciso.

Tappo perfetto e profumato di china, all’occhio il vino si presenta di rosso intenso con quelle note di colore che virano verso i suoi vent’anni e più. Al naso forte, tanta frutta scurissima, dolce, note di agrumi maturi, liquirizia, terra scura bagnata.

All’assaggio si conferma materico con quelle note dolci di ciliegie molto mature, china, non lunghissimo ma incredibilmente fresco. Un sorso appagante, ti ricorda quelle belle donne eleganti che quando incrociano il tuo sguardo ti concedono un attimo di passione.

Sorprese del vino che aspetta paziente il suo momento per uscire e donarti la leggerezza e l’allegria che pensavi lontana. Dopo, alla fine quando quella bottiglia è vuota pensi alle radici, quelle che ci tengono legati alle nostre passioni.


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