di Teresa Mincione
Taurasi al Chiar di luna! Il panorama mozzafiato di Monte di Procida, scorto dalle bianche vetrate del sito Al Chiar di Luna, si è prestato da cornice al Taurasi di Tenuta Cavalier Pepe e alle sue annate. Una verticale storica condotta a due voci. Il simpatico accento transalpino della vigneronne belga – irpina Milena Pepe, produttrice e donna del vino, si è unito alla voce tutta meridionale dell’esperto Luciano Pignataro. Otto i calici in degustazione. Taurasi Opera Mia dalla 2010 alla 2005 e La Loggia del Cavaliere Riserva nei millesimi 2007 e 2008. La curiosità, si sa, riesce a promuovere un “rompete lerighe” anche nei contesti più rigorosi. Inebriati dall’esplosività dei calici del red king irpino, si è abbandonato il classico cerimoniale degustativo (dall’annata più giovane all’annata più datata), anticipando la conoscenza delle riserve, attraverso la parallela analisi dei vini base della stessa annata. Condivisa o meno, la scelta riceve il mio placet. Un elemento di rottura di certo, ma ne è valsa la pena. Contatto immediato con i millesimi e un confronto senza mediazioni. Chi si aspettava un andamento speculare del vino base rispetto alla gemella diversa riserva (seppur con le dovute sfumature), ha dovuto ricredersi. Val la pena ricordare che, in vena di tecnicismi, le linee guida del disciplinare di produzione del Taurasi (Docg) per la versione base, richiedono un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno tre anni, di cui almeno uno in botti di legno. Per il vino a denominazione di origine controllata e garantita “Taurasi” nella tipologia riserva, il periodo di invecchiamento obbligatorio è di almeno quattro anni, di cui almeno 18 mesi in botti di legno. Prima di entrare nel plenum del momento degustativo, qualche nota sui calici.
Il Taurasi Docg Opera Mia nasce da Aglianico in purezza e proviene dai vigneti di proprietà della famiglia Pepe, siti nella zona di Luogosano, sul versante Sud della collina di Pesano e della Carazita, nella zona della denominazione del Taurasi Docg. I suoli sono prettamente argilloso-calcarei, preziosi fautori di sfumature gustolfattive di rilievo. L‘iter di produzione prevede in primis una macerazione pre-fermentativa a freddo, successivamente, dopo il momento fermentativo, un affinamento in barriques di rovere francese (preferibilmente Allier e Trongais) dove riposa almeno 12 mesi fino all’affinamento in bottiglia per ulteriori 12 mesi prima della commercializzazione.
Il Taurasi Docg Riserva La loggia del Cavaliere, proviene da vigneti di proprietà dislocati nella migliore esposizione della tenuta, nel cuore della denominazione del Taurasi Docg. Per preservarne l’essenza è prevista una selezione delle uve provenienti dai migliori filari, aventi la miglior esposizione, su terreni collinari a 450-490 mt s.l.m. Figlio di un Cru, per dirla in lingua. Ciò che rende il prodotto ancora più prezioso è la raccolta manuale delle uve, solitamente svolta a metà novembre. Una pre-macerazione a freddo, anticipa una fermentazione alcoolica dalla macerazione prolungata. L’affinamento è in barriquesdi rovere francese con bâtonnage per almeno 18 mesi. A questi ne vanno aggiunti altri 12 (mesi ed oltre) per l’affinamento in bottiglia che consentirà al vino di arricchirsi ed esprimersi.
La domanda sorge spontanea. Che annate sono state, in Irpinia, la 2007 e la 2008? Conoscere l’andamento climatico che ha caratterizzato ciascun millesimo permette,a chi degusta, di avere i necessari punti cardine attraverso i quali potersi correttamente orientare nell’interpretazione e valutazione delle diverse sfumature gustolfattive.
___________
Annata 2007
Calda, asciutta ed anticipata. Questi i tratti somatici dell’annata 2007 in Irpinia. A pensarci, quasi ci porta indietro nel tempo, ad una serie di millesimi “calienti” dell’ultimo ventennio. In primis la famosa 1997, e a seguirne le orme la 2000, 2001, la focosa 2003 e per certi versi 2006 e 2008. Eppure la 2007, seppur con qualche tratto ereditario in comune con le forti temperature del passato possiede una direttrice sensibilmente diversa, riuscendo a delineare un profilo vendemmiale difficilmente sovrapponibile rispetto alle stagioni citate. L’inverno, punto di partenza profetico, è stato tra i più miti ed asciutti che a memoria ricordano gli irpini. La primavera a dir poco tiepida, caratterizzata da medie precipitazioni, in gran parte concentrate nel mese di Maggio ed inizi Giugno. Condizioni queste che, ulteriormente favorite dall’andamento invernale, hanno determinato un deciso anticipo delle fasi vegetative. Punto dolente è stata l’estate, estremamente calda e siccitosa con picchi di calura a fine giugno, nella seconda decade di luglio e a fine agosto. Ma si sa, al di la delle basse o alte temperature, la chiave che consente di avere il giusto angolo di visuale nella valutazione del millesimo, sono le (forti) escursioni termiche possono caratterizzare tutta la stagione estiva. Nel caso della 2007, va considerato che, nonostante le elevate temperature e le scarse precipitazioni, notevoli escursioni termiche hanno contribuito a rendere l’Aglianico un grande Taurasi. La raccolta, rispetto allo standard di un’annata classica, mediamente, si è svolta con una settimana-dieci giorni di anticipo. In sintesi,un millesimo poco piovoso, molto caldo (certamente non come la 2003!) rispetto alle temperature estive, con escursioni termiche giorno-notte in estate e in autunno qualificabili come rilevanti. Di certo, la precocità di tutte le fasi vegetative, mantenutasi fino alla raccolta, mediamente anticipata di 7-10 giorni rispetto ad un’annata classica e il leggero stress idrico non hanno consentito (meteorologicamente parlando) di poterla definire un’annata perfetta. Ciò detto.. ai calici!
Opera mia Taurasi Docg 2007
Rubino coeso dalla trama tipica serrata. Il vino conversa con l’olfatto soprattutto attraverso sentori di frutti rossi. Corrono incontro all’olfatto refoli di mirtilli, more, ginepro. Le spezie sono delicate. Noce moscata. La bocca è di presenza, dal tannino importante, non ancora definito nei tratti ma gradevole. Buona acidità. Sapido e persistente. Nonostante l’annata calda il calice non ne ha risentito eccessivamente peccando in eccessiva poderosità. Un calice tipico!
La Loggia del Cavaliere Taurasi Riserva Docg 2007
Otto anni e ancora grande longevità! Rosso rubino intenso con un’unghia dal tono leggermente più delicato. La trama è di tipicità. L’olfatto esprime potenza balsamica. Il frutto rosso si concede nelle sue forme più diverse. Mirtilli, ribes i primi a far capolino. La nota floreale sta al passo senza mai dominare la scena. Rosa, melograno. Le spezie entrano nel ventaglio olfattivo attraverso refoli di pepe, chiodi di garofano. Nel cuore del roteare sentori di ginepro, cuoio chiaro, tabacco giovane. Piacevole le note di legno di liquirizia e di profili terziari. Ad attendere il tempo ne giova la nota di caffè e cacao spolverato. Il sorso, nonostante la carta d’identità parli di Taurasi, è “sottile”, mai voluminoso e ostico. Ad ogni sorso sempre gustoso, tanto da rendere piacevole e tipica la beva. Bella coerenza gustolfattiva. Il tannino evidente. Buona persistenza con una piacevole chiusura.
Riflessioni: in considerazione dell’annata calda ci saremmo aspettati dei vini “in sovrappeso” per alcol e corpo. A contrario entrambi i calici, seppur ciascuno a suo (differente) modo, hanno mostrato un’anima non ingessata. Il vino base ha una minore carica espositiva rispetto al suo speculare 2008 con un tannino ben in evidenza, frutto di una scelta ben precisa di Milena Pepe: voler lasciare esprimere il vitigno senza mediazioni alcune. L’assaggio simultaneo dei due calici (base/ riserva) ha consentito di assistere ad uno scorrere del tempo che viaggia su due diversi binari. Baciati da un’evoluzione differente, mostrano due diverse personalità. Il vino base si nutre del tempo e nel tempo ad oggi è in un corretto stato evolutivo, la riserva, a contrario, offre il fianco a due ordini di riflessioni. Valutata singolarmente non offre spunti per riconoscerla come la diretta evoluzione di quell’annata. Esaminata in combinato con il vino base, non si individuano punti chiave di lettura comuni. Passeggia nel calice seguendo un suo personale andamento.
___________
Annata 2008
Il tanto temuto inverno irpino nell’annata 2008 è stato moderatamente freddo e poco piovoso, con temperature più rigide concentrate nella fase centrale di febbraio, seguite da un mese di marzo decisamente più tiepido e umido. La primavera è stata tendenzialmente mite e regolare, con piovosità nella norma. Il passaggio alla stagione estiva si è avuto con condizioni di tempo stabile e caldo, senza particolari eccessi afosi, fruendo di temperature più fresche nella seconda metà di luglio. Agosto solare nella norma, con rilevantissime escursioni termiche. Da fine di agosto e per tutto il periodo pre-vendemmiale di settembre ed ottobre, le temperature sono state regolari rispetto al clima locale. Le notevoli escursioni termiche hanno permesso un’ ottimale completamento della maturazione, sia dal punto di vista aromatico che fenolico, fattore questo di estremo rilievo. Le precipitazioni di inizio ottobre hanno probabilmente dato un allungo ed una distensione fisiologica alle piante tanto da influire positivamente, sugli ultimi giorni di maturazione, sul fronte della maturità fenolica.
Opera mia Taurasi Docg 2008
Che annata! Una donna sinuosa amata da enologi e produttori. L’ andamento climatico ha consentito la maturazione perfetta delle uve donando un ottimale equilibrio del binomio acidità – struttura. Rubino brillante. Vivo. Le particelle odorose in apertura corrono lungo i sentori di frutta rossa ancora croccante. Ciliegia, mora, ribes rosso. Stuzzicanti i sentori di cenere ed incenso. Ad arricchirne la complessità una sottile vena vegetale. Le spezie parlano di bacche di pepe. Tabacco da pipa, humus. Una tavolozza di tonalità scure ma gustose. Sapidità ben calibrata. Buona chiusura di bocca. Possente ma resa di stile da un tannino ben evoluto ed integrato. Chiama al riassaggio. Splendida espressione della viticoltura campana e dell’Irpinia in particolare.
La Loggia del Cavaliere Taurasi Riserva Docg 2008
Sette anni .. ancora giovane ed in piena fase di spinta. L’aspetto cromatico già assestato sui toni del rosso mattone, esprime grande vitalità. Refoli di frutta rossa succosa. Visciole, rosa appassita. Note di liquirizia, goudron. Echi di tostatura si affiancano a timidi cenni fumè. Tabacco, cacao. Vibrazioni piritiche che rendono dinamica la beva. Il roteare svela leggeri tratti ferrosi. Interessante seguirne l’evoluzione. L’impatto del sorso è opulento e maestoso. Caldo, avvolgente. Il tannino si esprime in maturità e compostezza, che ben calibrano la struttura all’atto del sorso. Equilibrato ed armonico. Il finale è lungo e persistente da appagare totalmente chi assaggia. Giusto il rapporto con il legno. Un calice strepitoso che è riuscito ad esprimere non solo il terroir d’origine ma soprattutto le caratteristiche di un’annata speciale.
**************
Due calici, due anime gemelle. L’uno la diretta proiezione dell’altro, nei toni, nei tempi di evoluzione, di affinamento, di percezioni gustolfattive. Coerenza pura! Un piacere che nasce dai sentori di terroir a finire a quelli ceduti dal vitigno.
Tenuta Cavalier Pepe
Sede a Luogosano (Av) – Via Roma, 42
Tel. 0827 73766 – Fax 0827 78163 – Cell. 349 3172480
info@tenutacavalierpepe.it – www.tenutapepe.it
Vitigni: aglianico, sangiovese, merlot, fiano, greco, falanghina e coda di volpe
Dai un'occhiata anche a:
- Garantito Igp | I Tre Taurasi di Antoine Gaita Villa Diamante
- Cirò Revolution in dieci etichette in vetrina a La Botte di Caserta
- Casavecchia: degustazione di un vitigno antico a Pontelatone
- Verticale Storica di Bue Apis: la storia dell’Aglianico del Taburno in sei annate
- Greco di Tufo, dieci etichette consigliate dalla Guida del Mattino 2024
- Dieci Vini Bianchi della Campania interna del Mangia&Bevi 2024
- Il Brunello secondo Collemattoni: la 2020 in anteprima e una Riserva straordinaria
- Etna e Barolo a confronto: eleganza e potenza da Nord a Sud