di Enrico Malgi
Il Taurasi è sicuramente il vino rosso identitario dell’Irpinia e diciamo pure dell’intera Campania e dello stesso Meridione. Peculiarità principale è quella di sopportare lo scorrere del tempo a lungo termine, tanto da farne uno dei rossi più longevi d’Italia.
Ecco qui un valido archetipo rappresentato da una bottiglia scovata nella mia cantina e che ho stappato di proposito per il pranzo domenicale: Taurasi Docg 2008 Contrade di Taurasi Lonardo.
Vendemmia effettuata a fine ottobre. Maturazione in acciaio e botti di rovere per complessivi trenta mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo orientativo attuale di 45,00 euro.
Nel calice sfavilla un vivido, lucente ed intenso colore granato. Il sontuoso bouquet è depositario di un ricco ed estasiante pot pourri di profumi, che va all’assalto delle narici con molta sicurezza. In primis risaltano gradevoli aromi di un’ottima scorta fruttata di ciliegia, prugna, buccia d’arancia, ribes, mirtilli e more, a cui danno manforte fragranze floreali vestite di rosso e sentori vegetali di erbe aromatiche. In contemporanea vanno in scena poi caratteristici umori speziati di pepe nero, chiodi di garofano, noce moscata, zenzero, cardamomo e curry e credenziali terziarie di liquirizia, tabacco, caffè torrefatto, cioccolato fondente, cuoio, mandorla tostata, grafite e goudron. In bocca penetra un sorso caldo, austero, empireumatico, vibrante, trascinante, imponente, giudizioso, terroso, carnoso, esuberante, strutturato, grintoso, potente, sostanzioso, temperamentale, scattante, materico, balsamico, ecc. ecc. La pregnanza gustativa è comunque intrisa di godibili percezioni palatali polpose, evolute, taglienti, morbide, balsamiche, sapide, equilibrate, emozionali, intriganti, infiltranti, cenerine e rotonde. Tannini ancora vispi ed intelaiati da una fitta impalcatura. Un vino questo caratterizzato da un vortice di luce e di contrasti e ricco poi di venature, sfumature e contrappunti. Il legno da parte sua ha reso senz’altro un ottimo servizio. Dopo sedici anni il vino dà l’impressione di volere ancora resistere agli insulti temporali. Vedremo! Intanto godiamocelo adesso su un saporito piatto di fusilli cilentani al ragù e capretto al forno con patate in compagnia di parenti ed amici. Lo scatto finale è abbastanza persistente. Alé!
Azienda Agricola Contrade di Taurasi
Tel e Fax 0827 74483 – Cell. 380 3220763
info@cantinelonardo.it – www.cantinelonardo.it
Enologo: Maurizio De Simone
Ettari vitati: 7 – Bottiglie prodotte: 20.000
Vitigni: aglianico e grecomusc’.
Scheda del 4 febbraio 2013
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Che la 2008 possa essere un grande annata sinora lo si era capito dai bianchi e dai primi rossi strutturati usciti sul mercato. Ma la prova del nove è sempre il Taurasi, l’ultimo ad arrivare sul mercato, quando pure il produttore, come in questo caso, non decide di ritardare ultueriormente l’uscita.
Il debutto di questi Taurasi che ormai dobbiamo definire base perché affiancati dai due cru Coste e Case d’Alto che avremo modo di approdondire a parte. Certo, fossero questi i vini base: il 2008 ha chiuso una fantastica batteria della degustazione verticale organizzata da Slow Food Roma all’Hotel Ecxel condotta con me da Fabio Turchetti del Messaggero e da Marina Alaimo, organizzatrice dell’evento con Paolo Mazzola e Andrea Petrini.
Inutile parlare del fascino dei vini del passato, ormai è acclarato che l’Aglianico inizia ad esprimere il meglio di se solo intorno ai dieci anni di vita. Quello che ha colpito è l’evidenza con la quale il 2008 è uscito tra le annate preferite un po’ da tutti nonostante l’esuberanza fruttata che chi ama il Taurasi guarda sempre con sospetto. Il motivo è che la potenza dell’annata, ben emersa nelle sue caratteristiche come solo il prodotto di un artigiano riesce ad esprimere molto bene, è supportata da una freschezza senza confini e da tannini già molto ben lavorati. Non è dunque necessario esssere esperti per predirre una vita pluridecennale a questo vino, nato, anche questo conta non poco, da una agricoltura sana in conversione biologica, non filtrato e espresso solo da lieviti non selezionati del territorio. Proprio questa peculiarità, il carattere che differenzia un vino fino a dividere chi lo beve, è la via di uscita che i territori del Sud devono imboccare per resistere all’omologazione. E per fortuna Irpinia e Sannio, le due provincie più importanti della Campania, sono sicuramente incamminate in questa direzione.
Lo berremo su un grande ragù di cinghiale in questi giorni della merla che ci aspettano.
Sede a Taurasi, via Municipio,39. Tel.0827.74483. www.contradeditaurasi.it Ettari: 5 di proprietà. Enologo: Vincenzo Mercurio. Bottiglie prodotte: 20.000. Vitigni: aglianico e grecomusc
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