Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Voglio adesso dirvi uno dei miei Taurasi preferiti di questo 2005 dopo Nero Né del Cancelliere: si tratta di un nostos, il rosso di Pasqualino De Prisco in quel di Fontanarosa, un bel paesino rinomato un tempo in zona per la lavorazione del marmo. La prima vendemmia etichettata di questa azienda, siamo alla terza generazione di coltivatori di uve, risale al 1995, e sinora si è contraddistinta per la capacità di presentarsi sempre bene sia con il Taurasi che con i tre bianchi, Coda, Fiano e Greco, vinificati con grande semplicità in accaio. La bella performance di questo vino, ottenuto da uve coltivate a circa 500 metri su terreno sabbioso-vulcanico, è in linea con quanti hanno interpretato il millesimo senza spingere in modo particolare sull’uso del legno o sulla surmaturazone in vigna rilassando in tal modo quella tensione accumulata nell’ultimo decennio che aveva come scopo precipuo l’inseguimento di sentori dolci, alcolici e morbidosi, lasciando all’appassionato il gusto di scoprire il tono non piacione di questa docg, espresssione forse del carattere delle persone prima ancora che del terreno. L’enologo Carmine Valentino è da sempre l’autentica e sincera antitesi allo star system vitivinicolo, espressione territoriale compiuta per la sua costante assenza ad ogni iniziativa, un winemaker con il burqa, ombra come lo sono le donne a Kabul o nello Yemen, di lui manco una foto esiste in giro, lo si potrebbe definire un’astrazione nominale, una convenzione astratta, eppur presente in molte delle più riuscite espressioni dell’Irpinia e della Costa d’Amalfi, pensiamo ai vini di San Francesco pittosto che Perillo e Gmg. Già, perché la vera contrapposizione al protagonismo non è mai costituita da coloro che lo criticano urlando, bensì da quelli che lo ignorano: purtroppo spesso l’immaturità, psicologica prima che tecnica, di molti appassionati e critici tende al bisogno di crearsi anti-eroi che tali non sono, ma solo personaggi abili a crearsi a loro volta una nicchia di mercato e di simpatia recitando il ruolo di anti-sistema. Tutto sommato innocenti giochi delle parti in cui è bene non prendersi, e non prendere, nulla con toni da crociati apocalittici. Il fatto è che davvero Carmine è un enologo old style: ha i suoi protocolli, segue le sue aziende e tutto finisce lì. Per lui la comunicazione non è un valore aggiunto, ma un fastidio. Molto irpino dunque. Come Mario Struzziero, tanto per intenderci.Pur essendo autore di molti vini, credo non sia mai stato una sola volta ad Anteprima Taurasi, il San Girolamo dell’aglianico, del greco e del fiano. Eppure forse mai come in questi anni le sue bottiglie, per quel tono non concentrato e per l’uso moderato del legno, appaiono moderne e life style. Come questo, color rubino, preceduto da dolci note balsamiche, fresco, lungo e intenso, in bocca con i tannini ancora non completamente risolti ma niente affatto ruvidi, solo un po’ ruspanti, con una grande e meravigliosa freschezza capace di promettere longevità assoluta a questo prodotto da iniziare a bere solo tra qualche anno. Tutto sommato una interpretazione improntata all’eleganza, con tanta voglia di esprimere i profumi della frutta ben ammagliati a quelli del legno. Pur essendo elegante e bevibile, dobbiamo dire che questo vino è un finto magro, la struttura e l’alcol ci sono, ma tutte le componenti sono giocate in un ottimo equilibrio, risolto soprattutto dall’acidità che segna l’annata 2005 e che subito me l’ha resa molto intrigante. Al palato il segno della mineralità espressa dal terreno. Vedremo l’evoluzione futura, intanto se in questi mesi vi è nato un figlio, potete mettere in conto di festeggiarne la maturità con questo vino, il Taurasi di Pasqualino fatto da un certo Valentino. Alè, alé.
Sede a Fontanarosa, Contrada Rotole 27
Tel. 0825.475738
Sito: http://www.cantinadiprisco.it
Enologo: Carmine Valentino
Bottiglie prodotte: 120.000
Ettari: 10 di proprietà
Uve: coda di volpe, fiano, greco, aglianico
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