Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Dico anzitutto come di codesto vino mi piacciono le persone, la loro aria leggera e scanzonata. La semplicità e la fratellanza con cui ci hanno accolto per lo stage di preparazione alla nuova guida Slow Food
Maurizio De Simone, l’enologo volato a Vienna dove ha aperto un ristorante. Sandro Lonardo, il professore taurasino in pensione ricordato con affetto dagli alunni vivente tra Napoli e Irpinia, ossia gli antipodi antropologici della Campania. E Giancarlo Moschetti, il docente universitario impegnato a Palermo che ha comprato un rifugio a Taurasi dove vivere il suo fine settimana tra agnelli, studi, ricerche e aglianico.
Un vin de garage vero e proprio, la cantina essenziale, senza fronzoli, contadina e sapiente, circondata da vigne. Questi tre artigiani hanno dalla loro il tempo, non c’è l’assillo e qualcuno potrebbe definirli hobbysti trasformando ai nostri occhi come gran complimento quel che in origine è intenzione detrattiva.
I vini sono cresciuti sempre più. Ne abbiamo fatte di verticali che voi umani non avete mai visto sui lidi di Bagnoli assediati dalle auto o nel Sannio circondati dalle streghe e dalle viti
Però io questo 2005 l’ho bevuto al momento giusto, dopo la riunione dei governatori Slow Food a Mirabella Eclano in Irpinia, dagli amici Antonella, Gino e Ciro de La Maschera di Avellino e con la compagnia giusta: Marina Alaimo, Gaspare Pellecchia (entrambi del gruppo Vino Slow e firme conosciute e apprezzate di questo sito) e Marisa Gigliotti, responsabile Slow Calabria.
L’atmosfera è tipica da Aglianico, una magica e onirica sospensione del tempo, cornice psicologica per cui mi occupo di vino: con l’Italia nel pallone, evento a me totalmente e sovranamente indifferente. L’aria frizzantina nonostante vigilia di Solstizio.
Nel naso sento appunto la straniazione dagli affanni da cui sono oppresso in questo periodo molto duro e senza sconti. Ritrovo memorie di antichi Taurasi, qualcosa mi rimanda anche a Castel dell’Ovo per la verticale di Mastroberardino. In effetti avverto l’assenza di ansia da prestazione di chi fa questo vino, la sua voglia di curiosità più che brama di realizzo, la sua sete di conoscenza e non la paura di perdere la bottiglia a favore del vicino.
Pensate a quanto sia straordinaria questa cantina: NON FA GRECO DI TUFO E NEANCHE FIANO, ma il suo bianco, unico, è da un clone autoctono chiamato Greco Musc’, un bicchiere magistrale come abbiamo potuto verificare a tavola.
Già questa scelta, lavorare solo sul’Aglianico e curare un bianco di territorio fino a dargli dignità, merita ammirazione e rispetto in un panorama in cui tutti, a torto o ragione, fanno tutto disvelandosi dilettanti e navigatori di acqua dolce.
Ben presto andremo alla zonazione dei cru e nel giro di quattro, cinque anni, potremo registrare finalmente un vigneron con le palle e la cultura necessarie per sfidare le mode e le necessità bancarie.
Il vino ha un impatto intenso e persistente, fumé e cenere, molto tipico dell’areale. Poi rosa molto intenso e prugna. Il 2005 segna una svolta rispetto agli altri perché è ottenuto esclusivamente da lieviti autoctoni. E giustamente il Tridente è molto allegro per questo risultato. L’olfatto continua a narrare anche di tabacco, potrebbe essere diversamente in questa zona?, poi di notarelle balsamiche con allungo speziato suadente. Non becco l’agrume.
In bocca è aglianico duro e puro nella sapidità minerale assoluta e senza sconti, nella freschezza viva e pimpante, ancora scissa dal contesto, buono e completo il corpo avvolto da una buona e fragrante nota alcolica che riscalda le ginocchia e rilassa le membra. La chiusa è lunga, fantastica. Decisamente lo potremo bere tra una ventina d’anni senza alcun problema e sono sicuro sarà buonissimo.
Rossi di questa stoffa possono essere sorseggiati da soli per via di una loro circolarità concettuale, ossia il ritorno al punto di partenza. Una bottiglia, invece, va via se siete in abbinamento con piatti tosti e indimenticabili e con la compagnia giusta.
Forza ragazzi, con le prossime novità.
Sede a Taurasi (Av), Via Municipio 39 Tel. 081.5442457, tel. e Fax 0827.74483 lonardos@libero.it, www.contradeditaurasi.it – Enologo: Maurizio De Simone Bottiglie prodotte: 20.000 Ettari: 5 di proprietà Vitigni: aglianico, greco musc’
Dai un'occhiata anche a:
- CampoRe 2012 Fiano di Avellino docg, Terredora
- Cantina Antonio Molettieri a Castelfranci tra Coda di Volpe e Aglianico
- Vigna della Congregazione Fiano di Avellino 2010 docg, Villa Diamante
- Fiano di Avellino 2006 docg Ciro Picariello e la magia del tempo
- Cantina Trodella a Lapio
- Irpinia 2018 Campi Taurasini doc, Tenuta del Meriggio
- Coda di Volpe 2022 Irpinia doc, Tenuta del Meriggio
- Opera Mia 2008 Taurasi docg, Tenuta Cavalier Pepe