Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Cresce l’attenzione di questa azienda verso i rossi in questo caso un base che torna alla carica dopo qualche anno di oscuramento. Certo, fossero tutti così i base ci sarebbe da stare ben contenti: c’è una coerenza di fondo dal primo impatto visivo, rosso rubino compatto, al naso, dove si alternano i giochi del frutto sottile e al tempo stesso i dolci sentori resinosi e balsamici a cui seguono liquirizia e cioccolato, per una bocca che costituisce un piccolo capolavoro di circolarità assoluta. L’impatto infatti è dolce, una perfetta corrispondenza alle premesse del naso, c’è poi il cammino a passo spedito lungo tutto il palato nel quale la freschezza si ammaglia con la frutta, poi la chiusura netta e pulita, molto lunga, intensa e persistente come del resto anche l’olfatto. Un vino fatto per piacere subito, senza ansie e autoflagellazioni cerebrali, un vino fatto per piacere al maggior numero di persone per la sua faciltà interpretativa che però non può essere confusa con la piattezza. Non è, insomma, un vino con il freno a mano, ma un rosso di ottimo spessore in grado di fronteggiare qualsiasi avversario a tavola. Naturalmente l’uso del legno e la concentrazone del frutto lo iscrivono d’ufficio alla interpretazione modernista del Taurasi, ma è un percorso compiuto senza incertezze e finte ruffianerie, che lascia ampio margine alla tipicità nel momento in cui l’Aglianico si esprime in bocca. Un vino espressione di un grande azienda con oltre 250 ettari, dunque parliamo di agricoltura vera, reale, che muove fatturato e impiega persone, giovani e che per questo va difesa a denti stretti da quanti vorrebbero riportare indietro l’orologio del vino meridionale. Feudi continua infatti a segnare la qualità generale del vino irpino e nell’ultimo anno ha ancora di più accentuato questo ruolo con piglio deciso e senza infingimenti: e questo rosso in cui si rivela anche la mano di Mario Ercolino conferma ancora una volta l’impegno serio e di lungo respiro della famiglia Capaldo per il territorio irpino. La bottiglia si beve e, cacchio, si finisce.
Sede a Sorbo Serpico, Località Cerza Grossa. tel. 0825.986266. www.feudi.it. feudi@feudi.it. Enologi: Riccardo Cotarella e Mario Ercolino. Ettari: 250 di proprietà. Bottiglie prodotte: 3.500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, merlot, fiao, greco, falanghina, coda di volpe.
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