Taurasi 2004 docg
Contrade di Taurasi
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: legno
Di come austerità, lentezza ed eleganza passano dalle persone al vino
Understatement anglosassone e gloriosa auto ironia partenopea: questi sono i caratteri che contraddistinguono la squadra (come loro stessi amano definirsi) dei Lonardo’s.
Persone che si ritrovano assieme per vincoli familiari o per ironia della sorte. Questo è il Taurasi dei Professori, si, perché qui sono tutti scienziati: Sandro Lonardo, le due figlie, la moglie Enza, e poi il team tecnico da Formula 1: Giancarlo Moschetti, ora Presidente del corso di laurea di Viticoltura e Enologia a Marsala, Antonella Monaco dell’Università di Napoli e l’enologo più “greco” (profilo perfetto) della Campania, quello delle sfide impossibili: Maurizio De Simone.
Bene, questa squadra sta insieme da quasi vent’anni, tenuta unita dal collante della passione per l’Aglianico di Taurasi e per la sperimentazione basata sul concetto di ricerca del passato per giungere all’enologia del futuro. Le uve di questo 2004 arrivano da cinque diverse zone pedoclimatiche del comune di Taurasi, tutte di proprietà dei Lonardo. L’annata 2004, quella dichiarata a cinque stelle, è l’esordio dei risultati del lavoro di Giancarlo Moschetti e del suo gruppo di ricerca: per la prima volta il 50% della massa viene vinificata con lieviti indigeni. I Lonardo hanno sempre lavorato sulle lunghe macerazioni e tempi lenti di affinamento, stavolta 40 giorni sulle bucce e 24 mesi di affinamento in tonneau rigorosamente da 5 hl di primo e secondo passaggio. In linea con la filosofia aziendale, si è atteso l’avvio spontaneo della fermentazione malolattica. Nel dicembre 2006, dopo oltre due anni dalla vendemmia novembrina, il vino, non filtrato, è stato messo in bottiglia dove ha riposato fino all’inizio del 2008 quando è uscito sul mercato. Ho aperto una bottiglia qualche giorno fa, due anni dopo l’immissione in commercio e sei mesi dopo l’ultimo assaggio in occasione del Primo Festival delle Piccole Vigne. Il colore è ancora molto vivace, non troppo fitto, rosso rubino con leggere venature granato, nessun accenno alla classica “unghia” aranciata, o mattone: questo vino è una piccola creatura, ne ha di tempo avanti a sé. Al naso i sentori sono puliti ed eleganti: leggeri toni floreali, rosa, lavanda, una sniffata di agrumi e la marasca tipica dell’aglianico. Affondo il naso nel bicchiere, la complessità aumenta di pari passo con la mineralità propria delle vigne della zona di Case d’Alto.
La squadra, sta lavorando ad un progetto sull’individuazione dei “cru” (participio passato del verbo francese “croitre”che significa circoscrivere) aziendali che, notizia in anteprima, usciranno con la vendemmia Taurasi 2007. Torniamo al vino, i sentori arrivano in progressione: note speziate, caffè, vaniglia, pepe nero, il tutto su un fondo cinereo che arriva direttamente dal terreno. Il palato è pieno, avvolgente, ben sostenuto da freschezza e sapidità. E’ un vino di stoffa, solida struttura (14% alcool), tannini presenti ed eleganti. Molto intensa la persistenza aromatica, il vino si allunga in un’ottima corrispondenza gusto- olfattiva. Freschezza e sapidità imponenti ne fanno davvero un campione di equilibrio:un maratoneta.
Il Taurasi dei Lonardo a me piace assoluto, senza abbinamenti, tuttavia, è andato alla grande sulle mie polpette in padella: macinato misto di manzo e maiale, vino cotto, scaglie di pecorino, uva passa, aglio e pinoli. Ho terminato la bottiglia dopo cena, favolosa.J
Scheda di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Taurasi (Av), Via Municipio 39 Tel. 081.5442457, tel. e Fax 0827.74483 lonardos@libero.it, www.contradeditaurasi.it – Enologo: Maurizio De Simone Bottiglie prodotte: 20.000 Ettari: 5 di proprietà Vitigni: aglianico, greco musc’
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