Uva: aglianico
Fascia di prezzo: 10-15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Casparriello con il Taurasi ci è sempre andato lento. Fuori dai riflettori mediatici, difficilmente manda i suoi vini a concorsi e neanche partecipa a fiere: da anni attento vinificatore di Aglianico, ha uno stile più che tradizionale, antico.
In una parola, se avete voglia di sentire il Taurasi com’era prima della rivoluzione vitivinicola italiana non avete che da provare questo, in particolare il 2002 è magro, povero di materia prima.
Si tratta di un rosso che in un concorso non farebbe mai breccia, i cultori del vino anni ’90 lo vedrebbero come fumo negli occhi, e non per le noté fumé comunque presenti, ma anche gli enochic lo troverebbero troppo monocorde.
Si tratta però di un vino che ha un suo perché, come tutte le cose: rappresenta un gusto ancestrale contadino che più che la frutta aveva bisogno di buona acidità per affrontare caciocavallo podolici stagionati o piatti ricchi della festa come l’agnello al forno o i fusilli al ragù.
Nel corso degli anni ho imparato a sostituire la domanda cosa manca a questo vino con quella, più pratica, a cosa serve questo vino.Il Taurasi di Casparriello è perfetto in abbinamento ai cibi della tradizione. Magari non trasmette le emozioni su cui sbrodolare nel 2.0, ma è una fedele bottiglia che non tradisce quando è di fronte ai cibi tradizionali.
E anche questo ci sta. Anzi, ci deve stare.
Sede a Taurasi. Via Ettore Maffei, 5. Tel. 0827.74559, fax 0827.770921. Sito: www.cantinecasperiello.com. Enologo: Sabino Spina. Ettari: 2 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000. Vitigni: aglianico, fiano di Avellino, grecodi Tufo, coda di volpe.
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